Zitelle. Il bello di vivere per conto proprio
- Autore: Kate Bolick
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Sonzogno
- Anno di pubblicazione: 2016
“Ognuno di noi è un museo che apre al pubblico al momento della nostra nascita e di cui la memoria è l’unico curatore. Come potrebbe uno staff di una sola persona rimanere aggiornato sull’intera collezione? Non appena un momento viene vissuto, è relegato al passato dev’essre etichettato, smistato e archiviato nell’apposita vetrinetta. Considerato questo fiume infinito di scartoffie, non c’è da stupirsi se facciamo tanta fatica a capire il presente”.
Le opinioni culturali su una donna single o meglio su una zitella sono etichette del tipo bizzarra, egoista, brutta, troppo cervellotica. Non è questo né il caso né la disamina ricostruita in “Zitelle. Il bello di vivere per conto proprio” (Sonzogno, 2016) di Kate Bolick, giornalista e scrittrice americana, che in questo suo romanzo, saggio-autobiografico, ripercorre la propria educazione sentimentale e ci introduce alle scelte che l’hanno guidata a non sposarsi.
L’autrice, bella, intelligente, ricca, (esattamente il contrario di idea stereotipata di zitella) ripercorre la storia e il cambiamento demografico della donna america in parallelo, raccontandoci di se stessa - la sua infanzia, adolescenza, i suoi amori, le sue convivenze, l’amore per la poesia e la scrittura creativa, la scelta di vivere da sola -, e di cinque grandi "pioniere" americane, anch’esse giornaliste, scrittrice e rigorosamente "spinsters" per scelta: Maeve Brennan, Neith Boyce, Edith Wharton, Charlotte Perkins Gilman e Edna St. Vincent Millay. Sono loro con le loro vite travagliate, a volte stravaganti, con le loro idee non convenzionali e le loro scelte a mostrare la via, a rafforzare l’idea di se stessa come persona, come donna contenta di non sposarsi, che è il leit motiv del libro di Kate Bolick.
Raccontato in maniera intelligente, personale, audace, senza alcun tipo di compromesso narrativo, “Zitelle” è sia un libro di memorie sia un’esplorazione culturale che porta alla luce cinque artiste americane dimenticate ma è soprattutto un rivoluzionario cambiamento, o almeno tentativo, di riabilitare la parola zitella e dare una possibilità diversa alle donne, quella di scegliere liberamente.
“Se fare ricerche per questo libro mi ha insegnato il vero valore della zitella, scriverlo mi ha fatto capire che la domanda che mi ponevo da tempo - se sposarmi o essere single - è un falso dilemma. Lo spazio in cui ho sempre desiderato vivere - e in cui di fatto ho trascorso la mia età adulta - non è tra questi due poli, ma al di là. La questione ora è tutt’altra: le donne sono persone? E con questo intendo: siamo finalmente pronti perché una giovane donna intraprenda la lunga strada della sua vita come un essere umano che è dotato di un sesso, ma che non ne è limitato?”.
Zitelle. Il bello di vivere per conto proprio
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