Alexis de Tocqueville è stato filosofo, politico, storico, giurista, magistrato e precursore della sociologia di nazionalità francese. Visconte di nascita, il suo nome completo è Alexis Henri Charles de Clérel de Tocqueville ed è noto maggiormente per il fatto di essere, inconsapevolmente, un precursore della sociologia tramite le sue osservazioni non partecipanti della società. A lui va anche il merito di essere uno degli storici e degli studiosi di maggior spessore nell’ambito del pensiero liberale, compiendo analisi sociali e teorizzando sulla democrazia.
Vediamo insieme vita, opere e le frasi più emblematiche di Tocqueville nel giorno del 165° anniversario della sua morte.
Alexis de Tocqueville: vita e pensiero
Alexis Henri Charles de Clérel de Tocqueville nasce a Verneuil-sur-Seine, in Francia, il 29 luglio 1805. Come è facile intuire dal nome altisonante, l’uomo proviene da una famiglia aristocratica legittimista, ovvero sostenitrice del diritto dei Borboni di regnare in Francia. I genitori di Tocqueville avevano rischiato, prima della caduta di Robespierre nel 1794, di avere la testa tagliata.
Per quanto riguarda la sua formazione, l’infanzia di Tocqueville trascorre a Parigi nel corso dell’anno e al castello di Verneuil-sur-Seine durante l’estate. A partire dal 1820 entra in contatto con le letture di Montesquieu, Voltaire, Rousseau e Buffon, a cui ha accesso grazie alla biblioteca del padre, grazie alle quali comincia a sviluppare un’idea sua, lontana da quella della famiglia d’origine. Alexis concentra le sue analisi e le energie sulla fine dell’aristocrazia a favore della democrazia liberale e sulla critica riguardo gli eccessi di violenza ad opera dei rivoluzionari.
Nel 1830, quando la rivoluzione porta sul trono Luigi Filippo d’Orléans, Alexis ha una forte crisi spirituale e politica poiché combattuto tra la fedeltà del precedente re, in linea con gli ideali della sua famiglia, e il suo personale desiderio di dare appoggio al nuovo sovrano, che era molto più in linea del vecchio con le idee liberali che albergavano nella mente di Tocqueville.
Di mestiere Tocqueville fa, tra le altre cose, il magistrato. Lo scopo del suo lavoro è quello di migliorare il sistema penitenziario francese, che ai suoi tempi è in crisi per colpa delle inadeguatezze rispetto alle esigenze del paese. Proprio a questo scopo Tocqueville sceglie di studiare il sistema penitenziario statunitense da vicino, partendo per l’America nel 1831; la verità su questo viaggio, però, è che la ragione primarie della partenza va ricercata nella necessità dell’uomo di allontanarsi dalla Francia per poterne vedere la situazione politica dall’esterno, in maniera più neutrale.
Nel corso del tempo che passa negli Stati Uniti Tocqueville non concentra i suoi sforzi unicamente sul sistema penitenziario americano ma anche sul fatto che l’assenza di privilegi e diritti di nascita dei ceti chiusi sia fonte di un clima in cui tutti possono emergere nella competizione sociale partendo da uno stesso livello. Tutto ciò che viene osservato da Tocqueville in America prenderà corpo nell’opera La democrazia in America, pubblicata una volta tornato in Francia in sue parti (1835 e 1840).
L’opera in questione è il più grande lavoro dell’autore e diventa ben presto fondamentale per capire la società statunitense del XIX secolo e tutte le differenze con quella francese e, più in generale, con quella europea.
Secondo Tocqueville la rivoluzione francese e quella americana non possono essere messe sullo stesso piano poiché mentre da quella francese nascono violenze e terrore, da quella americana scaturisce ciò che, secondo lui, è il vero concetto di libertà.
Per quanto riguarda la religione, secondo Tocqueville nella società americana la religione aiuta a esprimere la libertà assumendo un ruolo fondamentale nella vita delle persone. In ambito sociale, come emerge dall’analisi dell’autore, le persone sono molto attive in associazioni a cui ognuno è libero o meno di iscriversi; in Francia, invece, si combatte contro religione e chiesa, ritenuti ostacolo alla libertà del singolo individuo e oggetto che impedisce alle persone di associarsi.
Nel 1849 Alexis de Tocqueville viene eletto deputato nel villaggio normanno che porta il suo nome. L’uomo muore a Cannes nel 1859 per via della tubercolosi di cui si è ammalato. Per Tocqueville la democrazia va intesa non solo in senso etimologico e politico, ovvero potere al popolo, ma proprio in senso sociale.
Si tratta di un processo storico che permette un’uguaglianza nelle condizioni che tende possibile: l’instaurazione di un’uguaglianza di diritto, ovvero che tutti i cittadini sono assoggettati alle medesime norme (mentre nell’Ancien régime nobiltà e clero godono di una specifica legislazione per cui, per esempio, i nobili non pagano le tasse); una potenziale mobilità sociale, al contrario della società francese, dove il ceto sociale era questione di appartenenza a una determinata famiglia; la forte aspirazione degli individui all’uguaglianza, anche se ciò non vuol dire che, a livello pratico, sparisca qualsiasi forma di disuguaglianza sociale o economica.
Alexis Tocqueville: le opere
Vediamo ora le principali opere di Alexis de Tocqueville che sono state pubblicate in edizione italiana:
- Democrazia e libertà;
- L’antico regime e la rivoluzione;
- Scritti politici (vol. I: La rivoluzione democratica in Francia; vol. II: la democrazia in America);
- Del sistema penitenziario negli Stati Uniti e della sua applicazione in Francia;
- L’amicizia e la democrazia. Lettere scelte, 1824-1859;
- Quindici giorni nel deserto americano;
- Viaggio negli Stati Uniti;
- Ricordi;
- La democrazia in America;
- Scritti, note e discorsi politici, 1839-1852;
- Viaggi;
- Democrazia e povertà;
- Democrazia, libertà e religione: pensieri liberali.
Alexis de Tocqueville: le più belle frasi
Vediamo ora le citazioni e le frasi maggiormente degne di nota del precursore della sociologia, maggiormente incentrate su politica e democrazia:
- “Quando il cittadino è passivo è la democrazia che s’ammala”
- “Per godere degli inestimabili benefici che la libertà della stampa assicura, è necessario sottomettere gli inevitabili mali che provoca”
- “In una rivoluzione, come in un racconto, la parte più difficile è quella di inventare un finale”
- “Il mondo appartiene a quelli che hanno la maggiore energia”
- “La stampa è per eccellenza lo strumento democratico della libertà”
- “Le religioni, volendo estendere il loro potere fuori del campo strettamente religioso, rischiano di non essere credute in alcun campo”
- “Le società devono giudicarsi per la loro capacità di fare in modo che le persone siano felici”
- “Alleandosi a un potere politico, la religione aumenta il suo potere su alcuni uomini, ma perde la speranza di regnare su tutti”
- “Se mi venisse chiesto... a che cosa debba essere attribuito il singolare benessere e la crescente forza degli americani, dovrei rispondere: alla superiorità delle loro donne”
- “La follia religiosa è molto comune negli Stati Uniti”
- “La storia è una galleria di quadri dove ci sono pochi originali e molte copie”
- “Il cristianesimo aveva suscitato questi odi furibondi non tanto come dottrina religiosa, quanto come istituzione politica”
- “Le grandi rivoluzioni riuscite fanno scomparire le cause che le produssero e, per gli stessi risultati da esse ottenuti, divengono incomprensibili”
- “Non vi è niente di più difficile da valutare di un fatto”
- “Il desiderio di arricchirsi a ogni costo, la passione degli affari, l’avidità di guadagno, la ricerca del benessere e dei godimenti materiali sono in questa società le passioni più comuni. Si diffondono facilmente in tutte le classi, penetrano fino a quelle che erano state fino allora più estranee ad esse, e arriveranno ben presto a indebolire e degradare la nazione intera se niente le fermerà. Ora, il dispotismo, per la sua essenza medesima, le diffonde e le favorisce. Queste passioni debilitanti lo aiutano; distolgono e occupano l’immaginazione degli uomini lontano dalla cosa pubblica e li fanno tremare alla sola idea delle rivoluzioni”
- “Con il superfluo nacque il gusto per altri piaceri oltre la soddisfazione dei bisogni più rozzi della natura fisica”
- “Gli americani sono così innamorati dell’uguaglianza, che preferirebbero piuttosto essere uguali nella schiavitù che diseguali nella libertà”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Alexis de Tocqueville: vita, opere e frasi celebri dell’autore nell’anniversario della sua morte
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