Cos’è l’amor cortese (o la fin’amor) e quali sono le sue caratteristiche?
Ecco sintetizzato uno dei punti chiave del saggio Sociologia della fin’amor. Saggi trobadorici di Erich Köhler, edito per Liviana (Padova, 1976) con la traduzione di Mancini.
La natura paradossale dell’amor cortese
Köhler sottolinea la natura paradossale dell’amor cortese con la seguente argomentazione. L’amor cortese, pur richiedendo un continuo sforzo di perfezionamento, per principio deve rimanere incompiuto.
Partiamo dal presupposto che l’amor cortese tende a ottenere il favore dalla dama. Se il raggiungimento di questo scopo fosse "impossibile" a priori, a che pro sforzarsi così tanto in un’impresa fallimentare in partenza?
Nello stesso tempo, però, se il desiderio venisse soddisfatto, verrebbe meno la sforzo.
È questo il paradosso dell’amore celebrato nella produzione cortese.
L’analogia con la società feudale
Questo è il secondo punto chiave. Nella poesia cortese la terminologia feudale è basilare. Basti pensare all’espressione diffusissima "essere al servizio della signora del mio cuore" et similia. In primo luogo è una metafora per indicare la totale dedizione, anzi sottomissione dell’uomo.
In secondo luogo — è questo il punto di maggior interesse —, l’analogia tra amante e vassallo sposta il rapporto sul piano etico, legittimandolo. Non a caso nell’amor cortese l’amante si trova in una condizione di inferiorità rispetto alla sua domina.
Il servizio d’amore dell’amante per la sua dama rispecchia per analogia quello che il vassallo feudale deve al proprio signore.
Se poi credete che l’amor cortese termini con il Medioevo, siete del tutto fuori strada! Sarà il Romanticismo a ereditare e a conservare, a suo modo, l’amor cortese.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’amor cortese o la fin’amor: cosa sapere
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