Gianni Rodari ci avrebbe scritto una delle sue fiabe. Superman l’avrebbe utilizzata come camerino improvvisato per la sua trasformazione. Superata dall’avvento del cellulare, la cabina telefonica ha perso la sua utilità pratica, ma non il carico di suggestioni che porta con sé. Così, per resistere, cambia destinazione. Tra quelle più gettonate, in una consuetudine partita all’estero e poi affermata anche in Italia, c’è la trasformazione in piccola biblioteca. Quella inaugurata in questi giorni a Camogli, in Liguria, è solo l’ultima in ordine di tempo.
Le biblio-cabine: da New York all’Europa a caccia di lettori
Le biblio-cabine sono comparse in tante città della penisola: Roma, Milano, Livorno, Bergamo, per citarne solo alcune. Ma nella vicina Genova, per restare in Liguria, hanno esordito anni fa. Tra quelle collocate nei luoghi più suggestivi, c’è la biblio-cabina installata a Canale, centro di 5mila abitanti, in Piemonte: si trova su una collina con vista sui vitigni del Roero, proprio di fianco ad una delle panchine giganti del designer Chris Bangle, l’uomo del Big Bench Community Project. Che siano di un rosso sgargiante o più comuni, rappresentano un modo per recuperare spazi urbani e restituirli alla comunità. Il primo è stato l’architetto John Locke a New Jork: cercava un metodo per invogliare i concittadini alla lettura. La grande diffusione delle cabine telefoniche in punti strategici della città le rendeva luoghi ideali per il bookcrossing. Così ha creato scaffali prototipo facilmente riproducibili e l’idea si è allargata a macchia d’olio. La sua intuizione vedeva un collegamento tra il destino dei telefoni a gettoni, superati dai cellulari, e i libri, messi da parte dall’avvento degli e-book. Un punto di contatto che ne faceva i due ingredienti ideali per una ricetta acchiappa lettori.
Biblio-cabina: come funziona
A Camogli la cabina si trova in località Boschetto: su iniziativa dell’assessorato alla Cultura del Comune e proposta della Banca del tempo, lo spazio interno è stato integrato con scaffali pronti ad accogliere i libri. L’idea, utile soprattutto in tempi di crisi, è quella di offrire una postazione, dove lasciare e prendere in prestito volumi liberamente.
Ci sono delle regole di condotta, ovviamente:
- il prestito non ha limiti di tempo, ma chi decide di non restituire un libro che gli è piaciuto può portarne un altro.
- Non sono ammessi testi scolastici o enciclopedie e i conferimenti massicci senza preavviso.
- Meglio depositare un libro che ci ha colpito, toccato, per regalare ad uno sconosciuto l’opportunità di provare la stessa sensazione.
Umberto Eco, padrino ad honorem
In fondo sulla porta, oltre al regolamento, c’è un manifesto con una citazione di Umberto Eco, eletto idealmente a padrino dell’iniziativa:
chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita, la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni.
Lo sapeva bene Eco che possedeva circa 30mila libri: a tanto ammonta la stima del patrimonio della sua biblioteca personale. In fondo c’è una certa logica nella scelta di una destinazione letteraria per questo luogo che ha collezionato storie per anni: oggi non passano più tramite le telefonate, ma attraverso le pagine. A Camogli ci sono già dei libri, ma gli scaffali aspettano di essere riempiti.
Fonte immagine: Pagina Facebook Comune di Camogli
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Le cabine telefoniche dismesse diventano biblioteche: a Camogli inaugurata la biblio-cabina
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