Il comune sentire suggerisce come difficilmente un’invenzione sia del tutto originale: qualsiasi novità, a ben guardare, è già stata in qualche modo anticipata in passato. La regola vale anche, incredibilmente, per le moderne tecnologie, almeno stando ad una recente acquisizione annunciata dall’Università di Cambridge che ha comprato una biblioteca viaggiante, definita l’antenato del’ereader. La creazione, datata al 1800, è entrata a far parte della collezione libraria della celebre università ed è un tesoro in miniatura.
Biblioteca da viaggio: com’era fatta?
Grande quanto una scatola da scarpe, all’esterno ha l’aspetto di un libro. Ma aprendolo si scoprono alloggiati nello spazio cavo interno 38 volumetti delle dimensioni pari a 9 centimetri: sono una selezione della letteratura francese. Più piccoli di un set di carte da gioco, includono, tra le altre, opere di Voltaire e Racine stampate tra il 1802 e il 1818. Si trattava probabilmente di uno strumento per tenersi occupati durante i lunghi viaggi dell’epoca, che prevedevano notti in locande e giorni di viaggio. Il tutto era reso più sopportabile avendo a portata di mano autori preferiti e ovviando al problema del peso di un’ingombrante biblioteca da viaggio.
Scoperta nel catalogo di un venditore del Regno Unito è stata acquisita immediatamente:
“abbiamo pensato – spiega il curatore – che potesse essere qualcosa di realmente buono per noi da aggiungere alle nostre collezioni, piacevole da condividere con i visitatori”.
Francesco Petrarca e il peso di una collezione di libri
In realtà il problema del trasporto dei libri durante gli spostamenti, nei secoli ha afflitto viaggiatori anche illustri. Già nel 1300 Francesco Petrarca si trovava ad affrontare il malumore e la curiosità dei facchini che lamentavano il peso eccessivo dei suoi bagagli e increduli lo interrogavano sulle capienti casse, immaginando che trasportassero oro o metalli preziosi. Lo scrittore, allora già celebre, si spostava sempre con la sua preziosa collezione libraria che cercò poi, senza successo, di affidare alla Repubblica di Venezia per assicurarle un futuro sicuro e soprattutto stanziale. Qui parliamo di codici, volumi di grandi dimensioni spesso miniati e dal peso considerevole. Con i secoli le cose cambiano e l’avvento della stampa le migliora. Ma i viaggi restano un problema per gli amanti dei libri specie sulle lunghe tratte.
La biblioteca da viaggio come dono di inizio anno
La biblioteca da viaggio acquisita dall’Università di Cambridge non è l’unico esempio esistente. Ce ne sono altre conservate nella British Library, nell’Huntington Library di San Marino, in California, e nel Toledo Museum of Art in Ohio. Ovviamente parliamo di oggetti non alla portata di tutti, ma destinati a professionisti o a persone appartenenti a ceti medio-alti. Famoso è l’esemplare dell’Università di Leeds e risalente al 1600. Anche qui siamo di fronte ad una custodia esterna che contiene 50 libri in miniatura. Ci sono i classici, ovviamente: Ovidio, Virgilio, Cicerone e testi di filosofia e teologia (la Bibbia, Seneca, Boezio), storia (Tacito, Sallustio, Svetonio).
Non stupisce, considerato il committente: l’avvocato e membro del Parlamento William Hakewell la fa realizzare nel 1617. Curiosa la destinazione: la biblioteca viaggiante era pensata come un dono per il nuovo anno da destinare a un amico, di cui conosciamo l’identità grazie al catalogo conservato all’interno. Si trattava di un membro della famiglia Irlandese Madden. Un dono apprezzato visto che negli anni successivi Hakewell commissionò altri esemplari, presumibilmente per la stessa finalità.
Napoleone portava i libri anche in guerra
La soluzione piacque a Napoleone, uno che della praticità aveva fatto una ragione di vita. Grande lettore, non rinunciava ai libri neppure durante le campagne militari. I suoi testi favoriti viaggiavano con lui sotto forma di librerie da viaggio: ogni scatola conteneva circa sessanta volumi rilegati in morbido marocchino. Gli attendenti erano forniti di un catalogo con numeri corrispondenti a ciascun libro, così da agevolarne il reperimento. Ma presto il generale corso scoprì che il numero delle sue letture era limitato. Celebre l’ordine inviato al suo libraio di fiducia per rimediare alla carenza: conteneva la richiesta di una libreria da viaggio da mille libri con precise indicazioni su formato e impaginazione così da razionalizzare al massimo gli spazi. Quanto ai contenuti, doveva comprendere religione, teatro, epica, poesia, romanzi, storia.
Napoleon's travelling library which he took on his campaigns. Early Kindle. pic.twitter.com/0WDKrNX14i
— Cork County Council Library & Arts Service (@corkcolibrary) January 8, 2014
Siamo secoli in anticipo rispetto agli ebook reader, ma il risultato è altrettanto efficace, specie se paragonato all’epoca, e non manca di un certo fascino.
Immagine: Jacobean Travelling Library, January 1617 - Credits LEEDS UNIVERSITY LIBRARY - fonte
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I libri pesano in valigia? Gli antenati degli ereader erano le biblioteche da viaggio
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