Al caffè degli esistenzialisti
- Autore: Sarah Bakewell
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2016
Pensate, ma solo per un attimo, ai fascinosi (e macchinosi) teoremi astratti dell’idealismo. Molto bene: adesso per antitesi concentratevi invece su una filosofia ricondotta a uno statuto sperimentabile, fenomenologico. Il gioco è fatto: l’esistenzialismo muove da qui. Da questo abbandono del cielo per la terra, da questo scippo metafisico, dal respingimento dell’essenza (la realtà propria e immutabile degli enti) per ciò che invece esiste nel rapporto costante tra uomini e cose. La corrente è disomogenea ma assai fruttifera di suggestioni: “Al caffè degli esistenzialisti” (Fazi, 2016) di Sarah Bakewell, non si perde d’animo (tutt’altro) stagliandosi come un quasi-romanzo sulla storia di un movimento rivoluzionario, terreno, che a cavallo tra le due guerre fino agli anni Sessanta del Novecento ha permeato in un sol colpo cultura, società e pensiero occidentale.
Il caffè degli esistenzialisti dunque. Una specie di luogo dell’anima, non fosse che l’anima non esiste, e allora l’accezione è quello di ritrovo per filosofi trasversali, attratti dall’assurdo e dall’angoscia come la falena dalla fiamma (il cielo è vuoto ma se ne guadagna in autodeterminazione e libertà). Nemmeno fosse il capitolo uno di una biografia collettiva, l’ex-cursus di Sarah Bakewell ha inizio in un giorno qualsiasi tra il 1932 e il 1933. A un tavolo del Bec-de-Graz, caffè parigino specializzato in cocktail all’albicocca e discrezione, è dato supporre. Al tavolo stanno seduti in tre: giovani, innamorati, amici. Nell’ordine Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir e Raymond Aron (chi altri se no?). È Aron ad accennare per primo alla fenomenologia, un pensiero dirompente al punto che
“Se sei un fenomenologo puoi parlare di questo cocktail ed è filosofia!”.
Musica per le orecchie del quasi maitre a penser Jean Paul Sartre che non aspettava altro rinforzo per dar vita alla sua speculazione. Colorato il modo in cui ne focalizza il nucleo fondante l’autrice di questo libro, a partire da p. 28:
“la genialità dell’invenzione di Sartre sta effettivamente nel fatto che trasformò la fenomenologia in una filosofia del cocktail all’albicocca – e dei camerieri che lo servivano. Così come una filosofia dell’attesa, della stanchezza, dell’oppressione, dell’eccitazione, della passeggiata su una collina, della passione per un amante desiderato, dell’avversione per uno indesiderato, dei giardini parigini, del freddo mare autunnale di Le Havre, della sensazione di sedere su una tappezzeria eccessivamente imbottita, del modo in cui i seni di una donna si ricongiungono quando si sdraia sulla schiena, dell’emozione per un incontro di pugilato, per un film, per una canzone jazz, per l’incrocio di sguardi tra due sconosciuti sotto un lampione. Riuscì a fare una filosofia sulle vertigini, sul voyeurismo, sulla vergogna, sul sadismo, sulla rivoluzione, sulla musica e sul sesso. Molto sesso”.
Tutto molto ben scritto, non trovate? Ma Sarah Bakewell, non si ferma certo qui e con la stessa raffinata nonchalance mette in fila uno dietro l’altro, vita vissuta, aneddotica, incroci, conflitti di idee, ambasce etiche, altre politiche, transitate per i piani molteplici e paralleli dell’esistenzialismo: il suddetto Sartre & Simone de Beauvoir - “il re e la regina dell’esistenzialismo”- , e poi Camus, Heidegger, Merleau-Ponty, Lévinas.
Senza perdere nulla del suo smalto “Al caffè degli esistenzialisti” ne interseca in andirivieni pensieri e biografia, arrivando al sodo di una filosofia di caratura rivoluzionaria, suggestionante al punto da reindirizzare il corso di molte esistenze (è il caso di dirlo), e di farlo aldiquà di ripari metafisici e/o sovrastrutture morali. Portavoce di una speculazione sul qui e ora, incentrata solo e soltanto sull’uomo. E sul come dovrebbe/potrebbe cavarsela, schiaffato com’è nel bel mezzo di questo scherzo ontologico senza senso chiamato vita.
Al caffè degli esistenzialisti
Amazon.it: 12,99 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Al caffè degli esistenzialisti
Lascia il tuo commento