Il 22 aprile di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale della Terra, una ricorrenza che ci ricorda di tutelare il nostro Pianeta e salvaguardare le sue fragilità.
La poesia ci aiuta a prendere atto delle invisibili concatenazioni che ci uniscono, in quanto esseri umani, all’ecosistema in cui viviamo.
Il rapporto tra uomo e natura è stato spesso oggetto di analisi letteraria, decantato in celebri sonetti e narrato in innumerevoli romanzi, perché è proprio attraverso il confronto con il mondo esterno che l’uomo scopre se stesso. La ciclicità delle stagioni, l’alternarsi costante del sole e la luna, il movimento ondivago del mare nella loro immutabilità hanno molto da insegnare al cuore dell’uomo costantemente affammato, in cerca di inappagabili risposte.
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Questo lo sa bene il poeta Franco Arminio che ha fatto dei suoi “versi ecologici” un vero e proprio trionfo dell’arte poetica contemporanea. Arminio, nato a Bisaccia in provincia di Avellino, si definisce un "paesologo" perché tramite la sua scrittura intende valorizzare la riscoperta dei luoghi e dei patrimoni culturali italiani.
La poesia di Arminio è semplice e diretta e si serve, spesso, della personificazione di paesaggi naturali per diffondere il proprio messaggio. È una poesia che predica una rinnovata attenzione alla terra e alle caratteristiche della natura.
La raccolta più celebre del poeta italiano è Cedi la strada agli alberi. Poesie d’amore e di terra, pubblicata da Chiarelettere edizioni nel 2017, che costituisce un’antologia completa ed esaustiva dei suoi versi.
Nella prima parte della raccolta infatti l’autore si focalizza sulla natura, i paesaggi e i paesi che da sempre sono il filo conduttore della sua opera.
Ricordiamo in particolare la rasserenante poesia che dà il titolo all’intero volume, Cedi la strada agli alberi.
Una lirica semplice, intrisa di elementi naturalistici, che contiene una profonda lezione di vita.
Scopriamo testo e analisi del componimento.
Cedi la strada agli alberi: testo
Pensa che si muore
e che prima di morire tutti hanno diritto
a un attimo di bene.
Ascolta con clemenza.
Guarda con ammirazione le volpi,
le poiane, il vento, il grano.
Impara a chinarti su un mendicante,
coltiva il tuo rigore e lotta
fino a rimanere senza fiato.
Non limitarti a galleggiare,
scendi verso il fondo
anche a rischio di annegare.
Sorridi di questa umanità
che si aggroviglia su se stessa.
Cedi la strada agli alberi.
Cedi la strada agli alberi di Franco Arminio: analisi
Nelle sue “poesie d’amore e di terra” Franco Arminio dedica ogni verso a una rinnovata forma d’attenzione verso il mondo esterno. Si serve del visibile per narrare l’invisibile, ovvero l’essenza stessa dell’esistenza.
Il poeta tramite i suoi versi ci invita a guardare nell’“entroterra sconfinato dei nostri occhi”, conducendoci per mano nel percorso d’osservazione. La poesia paesaggistica di Arminio ci parla delle cose che fanno parte della nostra vita da sempre, ma alle quali raramente prestiamo attenzione.
La sua scrittura ritrae un serie di istantanee bucoliche: gli animali al pascolo, i fiori che sbocciano, le campagne abbandonate. Ciascun luogo è un’emozione, e ciascun luogo ha una lezione da insegnarci.
In Cedi la strada agli alberi Franco Arminio intreccia sapientemente la ricerca esistenziale alla placida vita disinteressata della natura. Invita l’uomo a distogliersi da se stesso per guardare al mondo che lo circonda, che è fatto di animali, grano, vento e alberi dalle ampie fronde. Sono proprio queste creature naturali a insegnarci l’ascolto, la gentilezza, la clemenza, ovvero i valori che la frenetica routine quotidiana spesso ci impone di mettere da parte.
Nella natura è racchiuso tutto ciò che è necessario sapere riguardo alla vita, tutte le risposte che tanto affannosamente ricerchiamo. L’invito finale di Armino è quello di guardare all’essenza delle cose, a scendere verso il fondo. Negli ultimi versi è infine posto in evidenza il ribaltamento della visione antropocentrica che vede l’uomo al centro del cosmo. “Cedi la strada agli alberi”, non è un imperativo, ma un invito a guardare al di fuori da se stessi innanzitutto e a comprendere che la terra, il Pianeta, il destino non è soltanto nostro, di noi che pure ci crediamo i padroni del mondo.
Cedi la strada agli alberi di Franco Arminio: commento
C’è qualcosa di rasserenante in questa considerazione, soprattutto per noi che tanto ci angosciamo nel rincorrere obiettivi irraggiungibili e nel tentativo, di per sé fallimentare, di tenere sotto controllo un futuro che costantemente ci scivola via dalle dita. Franco Arminio ci ricorda che la natura esiste solo per se stessa, e ignora la nostra “aggrovigliata umanità” che il più delle volte sembra nuocerle anziché farle del bene.
La replica finale non a caso è un “sorriso” che vuole esprimere insieme quel senso di innata superiorità nei confronti del mondo e del destino che, per definizione, non vede dinnanzi a sé né salvati né vincitori.
È attraverso il sorriso che l’umanità sembra riconciliarsi con la beatitudine del paesaggio circostante che non chiede alla vita nulla più che la vita stessa.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Cedi la strada agli alberi”: la poesia da leggere nella Giornata Mondiale della Terra
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