Narratrice di solitudini e “devianze del cuore”, Carson McCullers nella sua produzione letteraria seppe trasfondere nel linguaggio universale un’epica privata. Se sottoposte a un’attenta analisi, le sue storie si riavvolgono sempre attorno agli stessi nodi psicologici: l’incomprensione, l’incomunicabilità, le barriere impenetrabili del silenzio che separano e dividono le persone. I protagonisti dei romanzi di McCullers sono sempre “esseri marginali”: i perdenti e non gli eroi, bambine e sordomuti, coloro che la società ignora.
Carson McCullers visse soltanto cinquant’anni. Ebbe una vita intensa, purtroppo funestata dalla malattia. Aveva sempre l’aria di una bambina fragile, persino da adulta, occhi grandi e quasi spauriti, i gesti delicati ed eleganti che ricordavano il battito d’ali di un uccellino. Che voleva scrivere, lo capì presto. Fu un’avida lettrice sin dall’infanzia e tra i suoi libri preferiti figuravano quelli di autori del calibro di Dostoevskij, Cechov, Tolstoj. Bambina prodigio che sembrava destinata a una luminosa carriera in ambito musicale, a sedici scrisse il suo primo racconto, dal titolo Sucker.
A trentun anni, in seguito a un ictus, rimase semi-paralizzata, finì in sedia a rotelle ma le rimaneva la mobilità utile per battere a macchina. Scrisse per tutta la vita: romanzi, poesie, racconti, storie per bambini. Negli anni Cinquanta visse per un periodo a Roma per lavorare alla sceneggiatura di un film in sostituzione dell’amico scrittore Tennessee Williams. Poco tempo tempo fu licenziata e sostituita da Truman Capote: la sua colpa? Si era abbandonata agli eccessi della dolce vita romana e aveva trascurato il lavoro. In quegli anni strinse anche una profonda amicizia con un certo Pier Paolo Pasolini, cui la accomunava la sensibilità per diverse tematiche sociali e politiche e, soprattutto, l’attenzione per gli ultimi e gli emarginati.
Anima fragile e tormentata, nei libri di McCullers possiamo trovare la stessa tempra temeraria della scrittrice: storie impregnate di sensibilità e scandalo, che ci raccontano vite alla deriva, solitudini, ma soprattutto la ribellione del desiderio e l’immensa complessità dell’amore.
Carson McCullers: la vita
Nata nel febbraio 1917, in Georgia, con il nome di Lula Carson Smith, McCullers era una bambina prodigio. Dimostrò sin dalla più tenera età una notevole predisposizione per lo studio del pianoforte e sembrava destinata a diventare una concertista professionista. Fu iscritta dal padre alla prestigiosa “Juilliard School of Music” di New York. L’altra sua grande passione era la scrittura. A soli diciassette anni studiava piano alla Juilliard e la sera batteva instancabilmente i tasti della macchina da scrivere per dare vita alle sue storie.
La sua luminosa carriera di concertista fu stroncata dalla malattia: una febbre reumatica la debilitò fisicamente e la costrinse a cambiare idea sul suo futuro. Smise di frequentare i corsi alla Juilliard School e si iscrisse a un corso serale di scrittura creativa presso la Columbia University. Il corso era condotto, tra gli altri, dalla scrittrice Sylvia Chatfield Bates che incoraggiò Carson a pubblicare la sua prima opera autobiografica Wunderkind (1936), un racconto che descrive il disincanto e le insicurezze di una bambina prodigio della musica che si affaccia all’età adulta e sente di aver perduto il suo talento.
A soli vent’anni, Carson convolò a nozze con un ex soldato e aspirante scrittore, Reeves McCullers. Il loro non fu un matrimonio felice, costellato di numerosi tradimenti da parte di entrambi, terminò drammaticamente con il suicidio di lui in un albergo di Parigi.
Grazie all’unione con McCullers, tuttavia Carson poté dedicarsi interamente alla propria carriera letteraria. Nel 1940 diede alle stampe il suo primo romanzo The Heart Is a Lonely Hunter, tradotto in italiano come Il cuore è un cacciatore solitario, un’opera dal forte impatto sociale che le aprì le porte del mondo culturale e letterario dell’epoca.
Iniziò quindi a dedicarsi a tempo pieno all’attività di scrittrice, pubblicando romanzi e svariate raccolte di racconti. In seguito alla separazione dal marito iniziò a intrecciare relazioni con altre donne, tra cui la scrittrice e reporter svizzera Annemarie Schwarzenbach, cui dedicò il suo secondo romanzo, il libro-scandalo Riflessi in un occhio d’oro (1941).
Nel 1948, a soli trentun anni, Carson fu colpita da un ictus che le paralizzò la parte sinistra del corpo: dopo un iniziale gesto di disperazione, decise di continuare a vivere e a scrivere. Lavorò indefessamente a racconti e anche ad alcune poesie per bambini, come la tenerissima raccolta Sweet as a Pickle and Clean as a Pig.
Il suo ultimo romanzo L’orologio senza lancette fu pubblicato nel 1961. L’anno seguente Carson McCullers, stremata dalla malattia, fece testamento e dichiarò di non poter più scrivere.
Nell’agosto del 1967 le sue condizioni di salute si aggravarono. Dopo quarantasette giorni di coma Carson si spense, a soli cinquant’anni, il 29 settembre.
Carson McCullers: le opere tradotte in italiano
Le opere di Carson McCullers sono state pubblicate in Italia dalla casa editrice Einaudi, nella collana Einaudi Stile Libero, grazie alla curatela del giornalista e critico Goffredo Fofi che si è battuto perché l’opera della scrittrice americana novecentesca fosse valorizzata e riscoperta nel nostro Paese. In America Carson McCullers è infatti ritenuta un’icona, oltreoceano è una della autrici più celebrate, mentre in Italia il suo nome è ancora poco conosciuto.
Scopriamo quali sono i principali libri di Carson McCullers pubblicati in italiano:
- Il cuore è un cacciatore solitario (Einaudi, 2008): Cinque personaggi molto diversi tra loro si muovono sullo sfondo dell’America afflitta dalla grande Depressione del 1929, ad accomunarli è un’unica caratteristica: una solitudine inguaribile. Attraverso questo libro, pubblicato per la prima volta nel 1940, McCullers compone un meticoloso affresco sociale dell’America degli anni Venti alle prese con la segregazione razziale, povertà dilagante e profonde disuguaglianze sociali.
Il cuore è un cacciatore solitario (Einaudi. Stile libero)
Link affiliato
- Riflessi in un occhio d’oro (Einaudi, 2009): questo intenso e sensibile romanzo di McCullers prende spunto da una storia vera, un soldato accusato di voyeurismo. Un libro coraggioso - considerando che fu pubblicato nell’America del 1941 - che indaga la potenza del desiderio, soprattutto quando viene represso, portando alla luce la verità “scomoda” e scandalosa delle cose.
Riflessi in un occhio d'oro (Einaudi. Stile libero)
Link affiliato
- La ballata del caffè triste (Einaudi, 2013): un’altra raccolta di racconti in cui si mescolano amore e solitudine rivelandosi come due lati di una stessa medaglia. In un anonimo paesino della Georgia si costituisce un caffè che, ben presto, diventa un punto di ritrovo insostituibile per la gente del posto. Seduti in quel caffè i poveri operai sfiancati dai turni logoranti del lavoro alla filanda hanno, per la prima volta, l’impressione di essere davvero al mondo.
La ballata del caffè triste
Link affiliato
- Invito di nozze (Einaudi, 2018): in questo romanzo Carson McCullers racconta la storia di Frankie Addams, un’adolescente inquieta, che sogna di girare il mondo e spera che un giorno la sua vita possa approdare a qualche straordinaria meta sognata. Frankie legge della guerra e sogna di arruolarsi, per sfuggire alla vita soffocante della provincia. Il tutto si consuma nel giorno del matrimonio del fratello e la maggior parte delle azioni si svolgono in una cucina che diventa così teatro dello svolgersi di sentimenti interiori. In queste pagine McCullers rappresenta la prigione costituita dalla solitudine e dall’incomprensione.
Invito a nozze
Link affiliato
- Orologio senza lancette (Club degli editori, 1961): attraverso questi racconti McCullers dà voce all’agitazione interiore che scuote i suoi personaggi. C’è un aspetto privato della solitudine e un aspetto sociale. Ancora una volta McCullers parla della segregazione razziale che affliggeva il Sud degli Stati Uniti e la gravità di questo conflitto che si ripercuote nella dimensione intima e familiare infiammando percezioni e sentimenti.
orologio senza lancette
Link affiliato
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chi era Carson McCullers, la scrittrice fragile che narrò la solitudine
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo News Libri Einaudi Storia della letteratura Carson McCullers
Lascia il tuo commento