Il più prestigioso premio letterario italiano nacque dall’idea di una donna, o meglio di una scrittrice: Maria Bellonci, il cui nome è ormai inestricabilmente legato al premio Strega.
È stata lei a compiere il sortilegio di radunare i maggiori scrittori e intellettuali italiani sotto l’egida della letteratura in un tempo incerto in cui l’Italia raccoglieva a fatica le forze, prostrata dalla lunga guerra.
Era il 1944, spirava un vento foriero di cambiamento, tutto stava per mutare e Maria Bellonci decise di spalancare le porte del proprio salotto romano, in viale Liegi, a un gruppo di scrittori, pensatori, poeti. Entrarono così in casa Bellonci Elsa Morante, Giuseppe Ungaretti, Alberto Moravia, Carlo Levi, Carlo Emilio Gadda, Natalia Ginzburg, Cesare Pavese e molti altri. Lei conversava amabilmente con tutti e faceva servire loro il tè.
Alla prima riunione, l’11 giugno 1944, erano presenti tra gli altri Massimo Bontempelli, Guido Piovene, Carlo Bernari, Paola Masino, Paolo Monelli, Palma Bucarelli e Alberto Savinio.
Questa vivace combriccola di artisti, pensatori, scrittori e giornalisti denominata “Gli amici della domenica” si radunava in un unico luogo. Ogni fine settimana si ritrovavano nel salotto di casa Bellonci per chiacchierare e discutere di letteratura, politica, società. Da un simile incontro di menti non poteva che nascere qualcosa di straordinario e infatti germogliò l’ispirazione per un nuovo premio letterario che doveva essere un unicuum nel panorama nazionale.
Maria Bellonci si fece portavoce di quella comune richiesta e si adoperò con ogni mezzo per raccogliere i fondi tramite il socio Guido Alberti, un impresario a capo dell’azienda produttrice del Liquore Strega. Fu grazie all’entusiasmo e alla perseveranza di questa donna che tutto ebbe inizio, più di settant’anni fa.
Il premio Strega ancora oggi ci parla del suo amore per i libri e dei suoi ideali: lei voleva che fosse un premio il più possibile democratico e che soprattutto desse la parola ai lettori.
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Il premio Strega è ancora il fiore all’occhiello dell’editoria nazionale, ma la figura della sua storica ideatrice Maria Bellonci rischia di rimanere nell’ombra, eclissata dalle dinamiche commerciali ed economiche che ruotano attorno al Premio. Scopriamo la storia e le opere di questa donna che fu, prima di tutto, una scrittrice animata da una grande e tenace passione per la letteratura.
Maria Bellonci: la vita
Maria Villavecchia, questo il suo nome da nubile, nasce a Roma nel novembre 1902. Suo padre, Girolamo Vittorio, era discendente di una ricca famiglia piemontese e si era distinto come chimico e professore universitario di merceologia.
Fin dalla più tenera età Maria sviluppa una forte passione per la scrittura, che in lei si mescola agli insegnamenti del padre, studioso votato alla ricerca e all’indagine minuziosa. A vent’anni la giovane scrittrice decide di sottoporre all’attenzione di Goffredo Bellonci, illustre giornalista e critico del Giornale d’Italia, un suo romanzo intitolato Clio o le amazzoni. L’opera colpisce Bellonci, che tuttavia invita la giovane esordiente a irrobustire il proprio talento tramite una più adeguata preparazione culturale. Il loro incontro, in seguito, si trasforma in una frequentazione assidua. Maria e Goffredo Bellonci si sposano a Roma nell’agosto del 1928 nella chiesa di Santa Maria degli Angeli.
Dal marito Maria apprende l’amore per la cultura e per l’arte e la passione per i classici. Nel 1939, dopo oltre otto anni di ricerche, dà alle stampe il suo primo romanzo Lucrezia Borgia , una biografia romanzata della controversa dama rinascimentale. Quello stesso anno il libro si aggiudica il premio Viareggio e giunge in breve tempo alla sua terza edizione.
Il successo le arride, ma Maria non perde tempo, è già immersa nelle ricerche per un nuovo libro. Nel 1947, lo stesso anno dell’ideazione del primo premio Strega, pubblica I segreti dei Gonzaga.
È ormai una personalità affermata nel mondo culturale romano e non solo, continua a lavorare alacremente scrivendo per giornali, tra cui Il Messaggero, e numerose riviste. Nell’estate 1964 la morte del marito Goffredo, compagno di una vita, la getta in un dolore profondo. Reagisce gettandosi ancora una volta a capofitto nella scrittura e affinando le sue doti di giornalista.
Nel romanzo Tu, vipera gentile raccoglie tre racconti ambientati tra Medioevo e Rinascimento. In questi anni conosce la regista teatrale e sceneggiatrice Anna Maria Rimoaldi con cui avvia una feconda collaborazione e una profonda amicizia. Alla sua morte Maria Bellonci la nominerà sua unica erede.
Nei suoi ultimi anni di vita Maria si impegna nella scrittura di un romanzo che sarà il suo capolavoro, Rinascimento privato, una biografia romanzata di Isabella d’Este scritta in prima persona. Il libro, pubblicato nell’autunno del 1985, si rivela un successo acclamato da pubblico e critica, ma la salute di Maria è sempre più malferma. L’anno seguente la vede protagonista proprio del Premio da lei ideato quarant’anni prima. Il 13 maggio 1986, alla vigilia della presentazione del premio Strega, Maria Bellonci muore.
Quell’anno il premio stregato andò a lei, la sua creatrice, che purtroppo non ebbe mai il privilegio di ritirarlo. Oggi la Fondazione Bellonci continua il lavoro di Maria, promuovendo la passione per la lettura e diffondendo nel mondo la letteratura italiana contemporanea.
Maria Bellonci: le opere
Ricordiamo in particolare l’esordio letterario di Maria Bellonci, Lucrezia Borgia, che tuttora rimane uno dei suoi titoli più famosi. Il romanzo rivelò al pubblico - e all’autrice stessa - il suo talento narrativo. La penna di Bellonci analizza un personaggio storico controverso facendone emergere tutte le contraddizioni, addentrandosi nell’analisi psicologica e restituendo un quadro completo dei complicati rapporti di potere che si intrecciavano ai legami familiari.
Lucrezia Borgia
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Nel suo secondo romanzo I segreti dei Gonzaga narra la corte di Mantova e il mondo sontuoso che la circonda. È un racconto amaro e a tratti crudele che ci restituisce l’ingiustizia insita nelle leggi della natura e della vita. Ragioni dinastiche, dinamiche di potere e ricchezza si intrecciano nella ricerca di una verità privata che si affianca a quella storica facendo emergere dei personaggi immortali.
I segreti dei Gonzaga
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Rinascimento privato è infine il grande capolavoro, l’esito conclusivo dell’opera di Maria Bellonci. In queste pagine narra la vicenda romanzata di Isabella d’Este, divenuta marchesa di Mantova dopo il matrimonio con Francesco Gonzaga. Protagonista assoluta è proprio Isabella, che ormai alla soglia dei sessant’anni rievoca in prima persona la propria vita da quando, sedicenne, giunse a Mantova e in un periodo tumultuoso per la storia italiana. A lei il merito di aver costruito un regno di perfetto splendore.
Purtroppo la morte precoce non consentì a Maria Bellonci di godere appieno il successo riscosso dal suo ultimo romanzo, ancora oggi acclamato e oggetto di studio in varie università del mondo.
Rinascimento privato
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Con Rinascimento privato Maria Bellonci vinse il premio da lei ideato, che le fu consegnato postumo nel 1986. A oggi il Premio Strega ha premiato poche donne nel corso della sua storia. La prima a vincerlo fu Elsa Morante nel 1957, l’ultima Helena Janeczek nel 2018. A oltre settant’anni dalla nascita del premio Strega le edizioni vinte dalle donne sono state solo undici. Chissà che la serata del 7 luglio 2022 non porti una nuova vittoria al femminile, in omaggio alla sua creatrice: la scrittrice “stregata” da cui il sortilegio letterario ebbe inizio.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chi era Maria Bellonci, la scrittrice che diede vita al premio Strega
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