In fondo l’aveva scritto lui: La bellezza salverà il mondo. Di certo Fedor Dostoevskij non immaginava di diventare a distanza di quasi due secoli l’interlocutore prediletto di una generazione nota per le sue interazioni tecnologiche e il basso tasso di lettura. La verità è che i giovani contemporanei lo capiscono e ne hanno fatto l’idolo dei social. Almeno nel regno britannico, dove il quotidiano The Guardian, un’autorità in materia letteraria, fotografa il fenomeno con un articolo dedicato.
Boom di vendite per “Le notti bianche”
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A spopolare sulle pagine di TikTok e Instagram è un’opera in particolare: Le notti bianche (Feltrinelli, 2015, curatore Serena Prina). E non si tratta di una sensazione. Dati alla mano, il mondo dell’editoria registra un incremento di vendite che va di pari passo con fotografie del libro a fianco di tazze di caffè fumanti, commenti entusiasti e palylist musicali dedicate sui principali social. L’edizione della Penguin Classic con la copertina nera in particolare lo scorso anno ha venduto 190 copie. Parola del general manager della libreria Hatchards Picadilly a Londra. Tutto inizia a Natale dello scorso anno con BookTok e Bookstagram e Fedor diventa virale. Chissà cosa ne avrebbe detto lui.
Il perché del successo di “Le notti bianche” di Dostoevskij sui social: analisi di un fenomeno
Come può un racconto scritto nel 1848, più di 150 anni fa, catturare l’attenzione di migliaia di adolescenti? Sui canali in questione vanno forte i romance, i testi fantasy, la narrativa dedicata agli Young Adults, tutti rigorosamente pubblicati da poco. In un’ideale classifica entra niente meno che uno degli esponenti più noti e, diciamolo, più temuti della narrativa russa. Ci vuole un certo grado di coraggio per avvicinare mostri sacri come Dovstoeskij o Tolstoj per citare solo i più noti.
Le Notti bianche, spiega l’articolista del Guardian, è un testo breve e questo ha il suo peso nella logica di internet. Eppure lo scarso numero di pagine nulla toglie alla poesia della vicenda narrata. Una storia d’amore antica eppure modernissima. Racconta di una passione immaginaria che si sviluppa in quattro notti. Lui, il protagonista e narratore, incontra per caso lei, Nastenka, infelice perchè l’amato che attende è tornato da Mosca ma non si fa vivo. Si confidano, si raccontano con la complicità di un tempo rubato al mondo. Lui si innamora, come è ovvio, di un sentimento platonico e in gran parte idealizzato. Poi il corteggiatore di lei torna e tutto finisce.
Sembra la storia perfetta per rappresentare l’amore adolescenziale che idealizza i protagonisti e spesso li astrae dalla realtà, in una logica così distante dalla concretezza adulta. Ed è anche parecchio in linea con la tendenza che si attribuisce alle nuove generazioni: vivere troppo in rete e poco nel mondo, dove l’amicizia, le relazioni e perfino l’amore possono essere frutto dell’immaginazione. Ma non funziona così anche con i libri? Non è un caso che quello in questione sia uno scritto giovanile di Dostoevskij. Ma non cambia il risultato. Così Fedor, il signore barbuto che osserva severo dalle poche immagini che ci restano di lui, dialoga a distanza con un popolo di internauti e li comprende meglio di generazioni di esperti e analisti. Parlano la stessa lingua, quella della bellezza. Resta da scoprire se il successo de Le notti bianche potrà favorire la scoperta e la diffusione di altri capolavori della letteratura russa.
Recensione del libro
Le notti bianche
di Fedor Dostoevskij
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Dostoevskij fenomeno social: perché “Le notti bianche” ha conquistato Instagram e Tiktok
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