Le poesie dello scrittore americano Raymond Carver sono forse meno note dei suoi racconti, ma certamente non meno interessanti. Quelli di Carver sono versi essenziali che raccontano le cose della vita così come accadono, eppure appaiono pervasi da una forte corrente spirituale. Poesie fatte di sensazioni quotidiane che raccontano la realtà che tutti noi viviamo con i suoi dolori, i suoi trionfi e i suoi piccoli miracoli.
Sono “epifanie dell’essere” descritte da Carver con una delicatezza incisiva e lo sguardo limpido capace di cogliere la novità del movimento di una foglia spostata dal vento.
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Il Carver poeta non è inferiore al Carver narratore, anche se sono in molti a vedere nelle sue poesie una sorta di officina preparatoria ai suoi racconti. Nell’introduzione alla raccolta poetica completa dell’autore, la moglie Tessa Gallagher scriveva che le poesie erano “la corrente spirituale da cui muoveva per scrivere i racconti”.
Di certo nelle sue poesie Raymond Carver riesce a raccontarci l’essenzialità delle cose, giungendo al nocciolo più profondo della vita. Ve n’è una particolare che vogliamo ricordare, perché è capace di racchiudere il significato dell’amore in una parola: “Colibrì”.
Il titolo originale della poesia è Hummingbird (Colibrì, nella traduzione italiana, Ndr), ed è contenuta nella raccolta Orientarsi con le stelle (Minimum fax, 2013).
Scopriamo testo originale, traduzione e analisi della più bella poesia di Raymond Carver.
Colibrì di Raymond Carver: testo originale
Suppose I say summer,
write the word “hummingbird,”
put it in an envelope,
take it down the hill
to the box. When you open
my letter you will recall
those days and how much,
just how much, I love you.
Colibrì di Raymond Carver: testo
Fai conto che io dica estate,
scriva la parola “colibrì”,
la metta in una busta,
la porti giù per la discesa
fino alla buca. Quando tu aprirai
la lettera, ti verranno in mente
quei giorni e quanto,
ma proprio tanto, ti amo.
(traduzione italiana a cura di Riccardo Duranti)
Colibrì di Raymond Carver: analisi
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Questa celebre poesia è tratta dall’ultima raccolta poetica di Raymond Carver, intitolata Il nuovo sentiero per la cascata (A new path to the waterfall, Ndr) (1989). È una lirica breve e luminosa pervasa da una strana tristezza che ce la fa apparire quasi irrisolta.
Lo scrittore americano la scrisse poco tempo prima di morire, quando ormai sapeva che la fine era vicina: gli era stato diagnosticato un tumore al cervello all’ultimo stadio. Compose questi versi insieme alla moglie, la poetessa Tessa Gallagher, a cui la raccolta è dedicata con un’omaggio struggente che semplicemente recita come un’invocazione: Tess, Tess. Tess, Tess.
Possiamo rintracciare l’origine della poesia in un racconto di Carver, pubblicato postumo nella raccolta Se hai bisogno chiama (Einaudi, 2014).
«Nancy guarda» dissi «c’è un colibrì». Ma il colibrì volò via in quel momento e Nancy disse «Dove? Non lo vedo». «Era qui solo un minuto fa» dissi «Guarda, eccolo. Un altro, penso. Un altro colibrì». Guardammo il colibrì finché la cameriera portò la nostra ordinazione e il colibrì volò via al movimento e sparì dietro gli edifici.
Nel racconto appare per la prima volta l’immagine del “colibrì”, il piccolo e speciale uccellino che diventa quindi correlativo oggettivo dell’amore tra lo scrittore e la sua compagna.
L’uccellino intelligente e inquieto, il cui cuore batte alla straordinaria velocità di 1200 battiti al minuto, assume una funzione di chiave del ricordo capace di rappresentare la simbologia dell’amore.
Raymond Carver, considerato non a caso il maestro del Minimalismo, associa a una semplice parola “colibrì” il suo messaggio d’amore per Tess. Lo scrittore sapeva che a volte è sufficiente una semplice parola per evocare emozioni e sensazioni ben definite.
“Colibrì” è infatti una parola-simbolo nel linguaggio criptato tra Carver e la compagna Tess. Sin dal principio il poeta evoca un momento preciso, l’estate, che rimanda a un ricordo comune che lega lui e la compagna. Dopodiché in una successione di pochi versi trasmette tutta la frenesia e l’entusiasmo dell’innamoramento, la corsa a perdifiato verso la cassetta delle lettere per imbucare la busta che contiene una sola parola dal significato immenso.
Il finale della poesia, nell’originale inglese, appare come il ritornello di una canzone malinconica suonata da un flauto dolce:
you will recall
those days and how much,
just how much, I love you.
Il simbolismo celato nei versi diventa tuttavia evidente anche per noi lettori che ci accostiamo a questa breve lirica luminosa che sembra abbagliarci come un raggio di sole improvviso.
La poesia di Carver ci restituisce la luce chiara di un giorno di inizio estate, l’armonia della natura che rifiorisce nel più vivido splendore, e l’immagine del colibrì che sembra balzare fuori dalla busta aperta in un rapido volo carico di promesse e di speranze.
L’irrequietezza del colibrì, il suo battito d’ali convulso, ricorda l’insoddisfazione perenne dell’animo umano, con la sua fame d’amore costantemente inappagata che si traduce in una tensione estrema verso la felicità sempre in fuga.
Raymond Carver ci ricorda cosa vuol dire amare, che il senso ultimo dell’esistenza è proprio racchiuso nell’amore, e lo fa con versi semplici e spontanei che hanno bisogno di una sola, semplice, parola per esprimersi: “colibrì”, si pronuncia velocemente come un battito d’ali e allarga il cuore di riconoscenza e gratitudine per ogni istante di questa piccola, insignificante e straordinaria vita.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Colibrì”: analisi e significato della più bella poesia di Raymond Carver
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