Arriva in libreria “Le cose cambiano” (Mondadori, 2016, pp. 300, euro 19,50, titolo originale They may not mean to, but they do, traduzione di Stefano Bortolussi) il nuovo romanzo dell’autrice statunitense di origine ebraica, nata a Westport, nel Connecticut nel 1953, Cathleen Schine, laureata in Storia medievale all’Università di Chicago.
Cathleen Schine, nota al grande pubblico per il bestseller “La lettera d’amore” (Adelphi, 1996), tra i critici più apprezzati della New York Review of Books, in queste pagine, con la sua consueta sensibilità raffinata e ironica, descrive la saga della famiglia ebraica dei Bergman attraverso il racconto di tre generazioni di donne, tra le quali spicca il ritratto di Joy, ottantasei primavere portate con coraggio e grinta.
Il titolo originale del volume - che tradotto suonerebbe Non vorrebbero, magari, ma lo fanno - è tratto da una frase del poeta inglese Philip Larkin e vuol far riflettere sul fatto che spesso i componenti di una famiglia cercano di fare la scelta giusta che, però, la maggior parte delle volte, si rivela sbagliata se non disastrosa.
“Gli errori a volte nascono dalla buona fede, ma anche da fragilità, gelosie e a volte miserie, che tuttavia non devono metterne in crisi l’essenza e il valore”
ha rivelato Schine in una recente intervista.
La trama del romanzo
La famiglia Bergman è grande e allargata, un vero e proprio clan, da sempre molto unita. Le famiglie, però, non si limitano a crescere ma con il tempo inevitabilmente invecchiano, arriva il momento in cui bisogna affrontare una serie di problemi. Joy, matriarca formidabile, ormai molto in là con gli anni, pur essendo ancora una donna attiva e impegnata nel suo lavoro di curatrice di un piccolo museo, inizia a mostrare le avvisaglie tipiche dell’età e i suoi due figli, Molly e Daniel, si ritrovano spiazzati. Quando il suo amatissimo marito Aaron, compagno di una vita intera, muore, non sanno come gestire la solitudine e la disperazione della madre. E non hanno messo in conto la ricomparsa nella vita di un suo ardente corteggiatore dei tempi del college, Joy. Soprattutto non potevano prevedere la repentina ribellione di una madre che, determinata a non perdere la propria autonomia, sembra comportarsi come i suoi figli quando erano giovani. Spesso il viaggio verso la vecchiaia è difficile e fa paura sia a chi lo vive e cerca un modo tutto suo per adattarvisi sia alle persone intorno, che provano per i genitori un misto di amore, ansia, timore e incomprensione.
I temi dominanti del testo sono la malattia, la vecchiaia, i problemi economici, l’omosessualità, giacché Cathleen Schine, brava nel sondare l’anima dei personaggi dei suoi libri senza mai giudicarli, dopo aver sposato nel 1991 David Denby, scrittore e critico cinematografico del New Yorker, dal quale ha avuto due figli e divorziato nel 2000, ora vive con la sua compagna vicino a Los Angeles.
“Ora amo una donna e scrivo di omosessualità senza alcun problema, cercando la naturalezza ed evitando la testimonianza e la denuncia: due elementi tossici per la buona letteratura”.
Una famiglia un po’ scombinata quella dei Bergman ma sinceramente unita, del resto
“le nostre ambizioni sono sempre superiori ai nostri limiti affettivi e alle nostre fragilità. Io volevo raccontare come dei figli cercano di aiutare una donna abituata a fare da sola, sbagliando costantemente. E volevo raccontare Joy, una donna per cui la vecchiaia è uno shock traumatico al quale deve imparare a dare il benvenuto”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Esce oggi 6 settembre “Le cose cambiano” di Cathleen Schine
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