Un percorso attraverso tre libri di Claudio Perna (“A cena col Serpotta”, “Nel segno della tartaruga” e “Viaggio a Settembre in tempo di vendemmia”) il cui tema comune è l’amicizia, in alcuni momenti della vita. Sentimento forte l’amicizia, ma non come l’amore che è al di sopra di tutto, in una insensatezza che spinge a legarsi ad una persona a volte per tutta la vita. L’amicizia è invece un sentimento più razionale, legato a fattori diversi quali l’affinità elettiva.
In “A cena col Serpotta” si rivela l’animo di uno scrittore che ama Palermo, specie quando la città trova espressione nei suoi artisti più talentuosi. Invero nel libro, seppure menzionato in una cena, non si parla del famoso artista citato nel titolo del libro. Si racconta invece di un amicizia che nasce tra un uomo di una certa età e una giovane donna straniera. Questa è l’occasione, per l’autore, per ripercorrere gli spazi, i luoghi, i nomi, le piazze, le strade della sua amata città. La donna del romanzo è una francese che si trova in città per completare i suoi studi e in un incontro intreccia un’amicizia ripercorsa attraverso colloqui e lettere.
Ritorna quel glorioso stile epistolare di un’epoca in cui ci si scriveva perché nella lettera, rispetto al parlar veloce, è possibile meglio fissare gli appunti, le idee, le sensazioni.
Quando si riesce a non chiudersi ma ad aprirsi l’un l’altro, come i protagonisti del romanzo, Marco e Margot, l’uno senza volere possedere l’altro, è possibile parlare in un’ideale triangolazione, anche con chi invita ad amare il prossimo come se stessi.
“Nel segno della tartaruga” è un romanzo in cui si parla del tempo, considerandolo metafisicamente, dal momento che questo concetto non esisterebbe se non ci fosse l’uomo. Un tempo che sta al di sopra di tutto e che nel romanzo si intreccia con l’amicizia; il tempo come protagonista assoluto nel suo trascorrere tra passato, presente e futuro. Un tempo che non si materializza ma si spinge oltre ed è tra le cose che ci circondano, insieme alla presenza di chi si ama. Tutto questo lo si vede nella rappresentazione dei personaggi e
“la forza di chi scrive sta nel vivere il tempo con la scrittura, allargarlo o restringerlo a secondo quanta gioia o sofferenza producono nel cuore di chi si descrive”.
Il tempo avanza inesorabilmente, non cammina su una linea retta, non può essere misurato; ciò che è in noi è senza tempo e spesso si muove come la fiamma di una candela che sembra stia per spegnersi mentre, invece, resiste a tutto. È il tempo immateriale che avvolge tutte le vicende dell’uomo che si trova a sperimentare la presenza dell’amore. Questo è il messaggio che traspare dalla lettura del romanzo, immersi in un tempo che ci guarda dall’alto, facendo emergere i veri valori della vita.
L’ultimo libro, “Viaggio a Settembre in tempo di vendemmia”, è in particolare la narrazione del viaggio, anche interiore, di un sacerdote che opera le proprie scelte nel suo percorso esistenziale. È un viaggio che si ripercorre attraverso la memoria, con flashback, dialoghi, relazioni personali ed incontri in treno. Il sacerdote impara a conoscersi, esponendo sé stesso. L’amicizia, a differenza delle altre passioni, permette all’intelligenza di cogliere il vero bene e di perseguirlo virtuosamente, in relazioni capaci di mantenere l’equilibrio delle emozioni. Il protagonista del libro, che si legge tutto di un fiato, incuriositi dal dovere conoscere l’esito finale del racconto, si alterna in questo stato di equilibrio. Eleganza, delicatezza e nobiltà di spirito con cui si tratta il tema, caratterizzano la scrittura di Claudio Perna.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Un incontro con Claudio Perna attraverso i suoi libri
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