L’Associazione Librai Italiani (Ali Confcommercio) ha diffuso il 13 marzo 2021 una nota per ricordare che "anche in zona rossa le librerie, comprese quelle nei centri commerciali, possono restare aperte. I clienti possono quindi raggiungere quella loro più vicina con autocertificazione, al pari di tutte le altre attività indicate come essenziali. "
Già a novembre scorso ALI e AIE avevano chiesto al Governo che le nuove misure tenessero conto delle esigenze del mondo del libro. L’ultimo Dpcm di novembre 2020 aveva positivamente risposto all’appello lanciato da librai e editori, indicando la possibilità per le librerie delle zone rosse di restare aperte. Per i presidenti ALI e AIE, Paolo Ambrosini e Ricardo Franco Levi, i libri sono "beni essenziali" ed è fondamentale riconoscerne il valore:
"I libri sono beni essenziali e, soprattutto in un momento come questo, aiutano gli italiani a superare la solitudine e le difficoltà legate alle limitazioni della libera circolazione e della socialità. Ogni libreria si impegnerà per garantire la massima sicurezza all’interno degli esercizi, così come è avvenuto nei mesi scorsi."
Articolo del 5 novembre 2020
Le librerie restano aperte: la reazione del mondo editoriale a novembre 2020
Alla soddisfazione di ALI e AIE per la decisione del Governo delle librerie aperte anche in zona rossa si aggiunge quella dei numerosi editori e intellettuali che nei giorni scorsi si erano uniti per chiedere al Governo di ascoltare le necessità del mondo del libro.
Anche Nicola Lagioia, scrittore e direttore del Salone del Libro di Torino, ha espresso un parere positivo sulla scelta operata:
"I librai se lo sono meritato, dopo aver dimostrato resistenza e inventiva nel primo lockdown... Poi è inutile nascondersi: per molte librerie una nuova chiusura avrebbe significato non aprire più".
Contrariamente a quanto accaduto in Francia, anche nelle zone in cui le restrizioni si fanno più pesanti le librerie potranno, secondo il decreto, continuare ad alzare le saracinesche.
Per quanto accolta con gioia da una parte del settore editoriale, la decisione del Governo ha riacceso il dibattito dello scorso aprile: le librerie saranno aperte per accogliere quali lettori, se agli abitanti delle stesse zone non è permesso uscire di casa salvo che per questioni di prima necessità o allontanarsi eccessivamente dalla propria abitazione? I libri sono davvero beni di prima necessità? Le librerie sono "farmacie dell’anima"?
leggi anche
Covid e librerie: i libri sono beni di prima necessità? La situazione in Francia e in Italia
Nonostante il via libera governativo, non tutte le librerie italiane delle zone rosse apriranno. Specie per le librerie indipendenti, le nuove misure rischiano di essere piuttosto mosse retoriche: una libreria non è (o non è solo) una sorta di tempio laico arricchente per l’anima, ma è anzitutto un esercizio commerciale. Non coordinare dall’alto una chiusura delle librerie non significa tutelare la lettura, ma non occuparsi di tutelare i negozi che la promuovono e la consentono.
Per questo motivo, alcune librerie indipendenti hanno scelto di tornare a privilegiare il servizio di consegna a domicilio che già era stato attivato lo scorso marzo per far fronte all’emergenza.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Zona rossa: le librerie restano aperte
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo News Libri Curiosità per amanti dei libri Librerie
I libri sono il pane della mente, perciò se è necessario che restino aperti gli alimentari è anche necessario che restino aperte le librerie. Leggere è uno dei piaceri della vita e aiuta a superarne le difficoltà. E poi se mangi troppo ingrassi, ma se leggi tanto sei solo più felice!