La poesia Sereno di Giuseppe Ungaretti è stata composta nel luglio del 1918, nel bosco di Courton, in Francia, un luogo di combattimento per i soldati italiani durante la Prima Guerra Mondiale.
Il componimento è inserito all’interno della raccolta poetica L’Allegria, pubblicata con questo titolo solo nel 1931. La maggior parte dei testi poetici in essa raccolti fa riferimento all’esperienza della Guerra, che Ungaretti visse in prima persona come soldato al fronte, e “Sereno”, anche se in maniera meno esplicita, si inserisce in quel filone letterario.
Qual è il significato della poesia? Analizziamo insieme il testo, soffermandoci sulla struttura metrica e stilistica, che rispecchia perfettamente la poetica dello scrittore italiano, anticipatore dell’ermetismo.
“Sereno” di Giuseppe Ungaretti: testo della poesia
Dopo tanta
nebbia
a una
a una
si svelano
le stelleRespiro
il fresco
che mi lascia
il colore del cieloMi riconosco
immagine
passeggeraPresa in un giro
Immortale.
“Sereno” di Ungaretti: analisi metrica e stilistica
A livello di metrica, la poesia “Sereno” di Giuseppe Ungaretti è completamente inserita nella linea ermetica del poeta: il testo, infatti, si compone di quindici versi liberi, suddivisi in quattro strofe di diversa lunghezza (sei, quattro, tre e due versi); inoltre, i versi sono molto brevi, alcuni composti da una o due parole, rispecchiando appieno l’essenzialità tipica di Ungaretti.
Fondamentale nella sua poetica è anche l’enjambement, figura retorica che troviamo spesso nelle sue poesie, una sorta di cifra stilistica dell’ermetismo stesso: l’andamento spezzato del componimento è visibile in versi come “Dopo tanta / nebbia”, “Mi riconosco / immagine / passeggera”, oppure “a una / a una”; quest’ultima è anche una ripetizione anaforica che enfatizza il movimento lento e graduale con cui le stelle si rivelano dopo la nebbia.
Emblematica è la scelta della parola finale, ovvero “immortale”: qui, l’ordine sintattico è invertito in un’anastrofe che dà volutamente risalto all’aggettivo, posto a chiusa della poesia, alla quale conferisce un tono universale. Inoltre, “immortale” ha un significato diametralmente opposto a “passeggera” (v. 13), generando una sorta di antitesi, in una struttura parallela che esprime il contrasto tra la finitezza umana e l’infinità cosmica.
Nella poetica ungarettiana, una figura retorica che torna in maniera costante è la sinestesia, che in questo testo possiamo trovare nella seconda strofa: “respiro / il fresco / che mi lascia / il colore del cielo”. In questi versi, Ungaretti unisce una percezione fisica (il respiro) a una sensazione tattile (il fresco) e visiva/cromatica (il colore del cielo), creando così un’immagine che mescola sfere sensoriali differenti.
È evidente che l’intero componimento si tratta in realtà di una metafora:
- la “nebbia” è anche la confusione e l’incertezza esistenziale;
- le “stelle” sono il simbolo di speranza e di rinascita dopo il dolore;
- il “giro immortale” allude al ciclo eterno della vita e dell’universo, che enfatizza un senso di appartenenza al cosmo.
Per quanto riguarda l’analisi stilistica della poesia “Sereno”, il linguaggio è frammentato ed essenziale: Ungaretti si serve di parole semplici e quotidiane, che nascondono però un profondo significato simbolico e universale, quasi contemplativo, accentuato anche dall’assenza di punteggiatura.
Le immagini scelte sono evocative:
- la “nebbia” sottolinea l’incertezza, lo smarrimento, contrapposta alle “stelle”, che invece sono simbolo di speranza;
- “respiro il fresco” evoca un senso di purificazione e di rinascita;
- “immagine passeggera” sottolinea la fragilità e la transitorietà dell’esistenza umana.
La contrapposizione tematica tra la “nebbia” e le “stelle” indica un passaggio dall’incertezza alla chiarezza, dalla sofferenza alla serenità, contrasto che troviamo anche tra “passeggera” e “immortale”: la poetica di Ungaretti, infatti, oscilla tra la consapevolezza della propria mortalità e il desiderio di eternità, in un’intima connessione con qualcosa di universale.
“Sereno” è un esempio lampante della poetica dell’ermetismo, in cui le parole sono essenziali e cariche di significato; le figure retoriche rafforzano il tema del passaggio dall’incertezza alla chiarezza, e il legame tra la caducità umana e l’eternità universale, e ogni scelta stilistica contribuisce a creare quell’atmosfera contemplativa tipica della poesia ungarettiana.
Il significato del testo di “Sereno” di Ungaretti
La poesia “Sereno” di Giuseppe Ungaretti è un componimento breve ed essenziale, ma carico di significato, un momento di riflessione in cui il poeta celebra la pace interiore e la riconciliazione con l’universo dopo un periodo di sofferenza e smarrimento: può essere interpretato come una metafora del passaggio dall’incertezza esistenziale (la “nebbia” iniziale) alla serenità e alla consapevolezza della propria, mortale condizione umana (simboleggiata dalle “stelle”).
La “nebbia” è sinonimo del dolore che affligge l’animo umano, che può essere collegata all’esperienza personale di guerra vissuta dal poeta, ma anche a un senso universale di disorientamento. Le “stelle”, invece, simboleggiano la speranza e l’ordine cosmico: la loro comparsa graduale suggerisce una lenta e progressiva transizione verso una serenità ritrovata dopo un periodo di buio, un sentimento avvallato anche da “respiro / il fresco”, che indica il sollievo e la rinascita. Il “fresco”, infatti, richiama una sensazione fisica e mentale di leggerezza, come se il poeta si fosse liberato da un peso interiore che lo affliggeva.
La consapevolezza della propria mortalità (“mi riconosco / immagine / passeggera”) non è motivo di angoscia, ma di serena accettazione della fragilità e transitorietà umana: Ungaretti si descrive come un essere effimero, un’“immagine” destinata a svanire nel tempo. Eppure, sebbene si riconosca come mortale, il poeta si sente parte di un ciclo eterno e universale, poiché il “giro immortale” suggerisce un senso di continuità tra l’umano e l’universo che trascende la vita terrena.
Dopo un periodo di incertezza e dolore, il poeta riscopre la bellezza del mondo e trova pace nella consapevolezza della propria mortalità, percependo al contempo un legame profondo con l’eternità e il cosmo: Ungaretti ci invita infatti ad accettare la nostra condizione di esseri effimeri e a trovare serenità nel riconoscere che facciamo parte di qualcosa di più grande e “immortale”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Sereno”: la poesia di Giuseppe Ungaretti per chi vive un momento di smarrimento
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