Umberto Saba, pseudonimo di Umberto Poli, è un poeta che ha segnato la letteratura italiana del primo Novecento; una personalità complicata, a cavallo tra antico e moderno e fortemente influenzata dai contemporanei studi sulla psicoanalisi. Il Canzoniere (1921) è la sua opera più nota, una raccolta di poesie che richiama il famoso precedente del Canzoniere petrarchesco e con questo si inserisce in una sorta di continuità tra lirica antica e moderna.
La poesia Meriggio d’estate è contenuta proprio in questa raccolta: nel componimento Saba fotografa l’istantanea di un momento significativo della stagione estiva. Quello del pomeriggio, quando il caldo si fa così opprimente da impedire qualunque movimento e quando si ode un solo rumore: il frinire delle cicale.
Meriggio d’estate: il testo della poesia
Silenzio! Hanno chiuso le verdi
persiane delle case.
Non vogliono essere invase.
Troppe le fiamme
della tua gloria, o sole!
Bisbigliano appena
gli uccelli, poi tacciono, vinti
dal sonno. Sembrano estinti
gli uomini, tanto è ora pace
e silenzio… Quand’ecco da tutti
gli alberi un suono s’accorda,
un sibilo lungo che assorda,
che solo è così: le cicale.
Meriggio d’estate: parafrasi
C’è un profondo silenzio. Tutti hanno chiuso le persiane verdi delle loro case. Non vogliono essere disturbati. Sole, sono troppo forti le fiamme del tuo risplendere. Gli uccelli riescono a malapena a bisbigliare e poi, vinti dal sonno, restano in silenzio. Tanto profondi sono il silenzio e pace che sembra che la specie umana si sia estinta. Quando ecco che all’improvviso, dagli alberi, si sente un suono unanime, un lungo sibilo assordante che risuona all’unisono: il frinire delle cicale.
Meriggio d’estate: analisi del testo e commento
Il tema centrale della poesia viene dichiarato con la parola in incipit: il silenzio è la marca distintiva di qualunque pomeriggio estivo, specie se trascorso in una località di mare. Talmente è pervasivo e intenso il silenzio in questo momento del giorno, che sembra quasi che la natura sia tornata nelle mani della Terra e che l’uomo sia sparito dal pianeta (vv. 8-11). Il poeta dà come l’impressione di suggerire che questa scomparsa dell’uomo sia una nota positiva: la natura non vedrà più così l’ingombrante presenza del suo più celeberrimo distruttore.
Ma c’è un’altra forza distruttrice, in questa poesia, che viene contemporaneamente invocata e allontanata: il sole risplende di gloria (v. 5) in maniera talmente forte che la sua luce è paragonata a delle fiamme. Non resta altro che chiudersi in casa e, nel caso degli animali presenti tra le fronde degli alberi, l’unico modo per conservare le forze altri non è che il sonno. Il pomeriggio d’estate sembra quasi un girone infernale: non rimane altro che aspettare, quieti, che questo passi e che arrivi la sera.
Vediamo, quindi, una netta preponderanza degli elementi naturali (v. 5 "sole", v. 7 "uccelli", v. 11 "alberi" e v. 13 "cicale") in combinazione con il senso dell’udito: tornando, appunto, alla parola che apre il componimento e al protagonista primo della poesia, è proprio l’udito il senso che più viene coinvolto in questa poesia. È infatti un rumore della natura, in contrapposizione con la quiete d’apertura, a rompere la monotonia (o a farne parte, con il suo ritmo) del pomeriggio: il frinire delle cicale, melodia che si associa per antonomasia alla calura estiva e che diventa, in questo caso, quasi una nenia che concilia il sonno.
Metrica e retorica
La poesia è un componimento di 13 versi di lunghezza variabile e senza uno schema di rime fisso: vediamo presente una rima baciata tra i vv. 2-3, 7-8, 11-12. Accanto alle rime troviamo alcune assonanze, in particolar modo tra "invase", "fiamme", "pace" e "cicale" (vv. 3,4, 9 e 13).
Indichiamo adesso le altre principali figure retoriche:
- anastrofe: "verdi/persiane" (vv. 1-2), "è ora" (v. 9)
- enjembement: "verdi/persiane" (vv. 1-2), "vinti/dal sonno" (vv. 7-8), "estinti/gli uomini" (vv. 8-9), "è ora pace/e silenzio" (vv. 9-19);
- allitterazione: s ("suono" - "s’accorda" – "sibilo" – "assorda" - "solo" vv. 11,12,13);
- climax discendente: "bisbigliano" [...] poi tacciono (vv. 6-7).
Il canzoniere
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Meriggio d’estate”: la poesia di Umberto Saba dedicata alla calura estiva
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