

Si è spento il 17 dicembre 2021 all’età di 91 anni Klaus Wagenbach, ne ha dato il triste annuncio oggi la casa editrice che porta il suo nome.
Wagenbach è morto serenamente circondato “dall’affetto della famiglia e dai suoi amati libri” si legge sul sito della casa editrice da lui fondata.
Era stato uno dei significativi rappresentanti della cultura tedesca del secondo dopoguerra. Intellettuale, oppositore, rivoluzionario, Klaus Wagenbach ha incarnato in tutto e per tutto il prototipo dell’editore novecentesco: nella sua lunga carriera ha raccolto una lunga lista di procedimenti penali, ma anche numerosi premi.
Socialista, amante dell’Italia, Klaus Wagenbach era inoltre stimato in tutto il mondo per le sue ricerche sulla biografia di Franz Kafka, di cui era non solo attento studioso ma anche collezionista.
Se ne è andato uno dei più profondi innovatori dell’editoria europea del Novecento.
Chi era Klaus Wagenbach?
Klaus Wagenbach nacque a Berlino l’11 luglio del 1930, quando in Germania il nazismo iniziava ad affermarsi in seguito alla crisi economica e alla vertiginosa crescita del tasso di disoccupazione.
Wagenbach si laureò in storia dell’arte e germanistica all’università di Francoforte con una tesi su Franz Kafka, passione che si rivelerà una costante della sua esistenza. Dopo la laurea il giovane Klaus si mantenne a lungo scrivendo recensioni per vari quotidiani tedeschi e stendendo sceneggiature per alcuni programmi radiofonici di una radio bavarese.
Dopo un lungo apprendistato presso la prestigiosa casa editrice di Francoforte, Bermann Fischer Verlag, Wagenbach venne licenziato in parte a causa della crisi in parte a causa del suo atteggiamento irriverente. Tuttavia a Klaus va dato il merito di aver portato alla Fischer testi di autori innovativi per l’epoca, quali Michel Butor e Italo Calvino.
La fondazione della Klaus Wagenbach Verlag
Nel 1964 fondò la casa editrice Klaus Wagenbach Verlag, grazie ai soldi raccolti dalle vendite di alcuni terreni di famiglia. La sede della storica casa editrice era a Berlino Ovest nel quartiere di Wilmersdorf.
La Wagenbach Verlag nell’idea del suo fondatore doveva essere intensa come una ribellione al conformismo culturale dell’epoca. Klaus fu il primo editore a pubblicare in Germania autori contemporanei del Novecento quali Johannes Brobowski, Kurt Wolff e Günter Grass, le poesie di Erich Fried. Il motto della casa editrice era: “Coscienza storica, anarchia, edonismo.”
L’attività editoriale di Wagenbach
Wagenbach ebbe il merito di puntare sulla letteratura nuova di matrice europea: non pubblicò solo autori tedeschi contemporanei ma anche italiani, spagnoli, francesi. Fu il primo editore a portare in Germania Alberto Moravia, Luigi Malerba, Gadda, Pasolini e Natalia Ginzburg.
Amante del Bel Paese, Klaus Wagenbach fu un grande amico di Giangiacomo Feltrinelli, con il quale condivideva gli ideali rivoluzionari. Nel 1972 fu proprio Klaus Wagenbach a pronunciare l’orazione funebre al funerale di Feltrinelli, ucciso in un attentato.
Per i suoi meriti in campo editoriale Wagenbach ha ricevuto in Italia numerosi riconoscimenti: tra cui il Premio Ardinghello, il Premio Nazionale per la Traduzione, il titolo di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, la laurea honoris causa conferitagli dall’Università di Urbino. Altrettanti premi prestigiosi gli furono devoluti in Germania e in Francia, come Kurt-Wolff-Preis, il Kythera-Preis, il titolo di Cavaliere della Legion d’onore della Repubblica francese, l’Hugo-Ball-Preis.
Ma l’editore fu anche al centro delle cronache giudiziarie dell’epoca a causa dei suoi legami con il movimento studentesco e la pubblicazione del manifesto dell’Außerparlamentarische Opposition (APO), un movimento di opposizione parlamentare.
Gli ultimi anni di Klaus Wagenbach


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Dal 2002 Klaus Wagenbach decise di ritirarsi nella sua casa in toscana affidando la direzione della casa editrice alla terza moglie Susanne Schüssler.
Dedicò la vecchiaia alla scrittura delle sue memorie pubblicate nel libro La libertà dell’editore. Memorie, discorsi, stoccate, edito in Italia da Sellerio con la traduzione di Natascia Barrale, in cui racconta la passione dell’editore intrecciata alla vicenda biografica dell’uomo e quindi a quella di una famiglia sopravvissuta al ventennio nazista.
Oggi in quelle pagine si può leggere il testamento spirituale di Klaus Wagenbach:
Il mio unico sogno era infatti quello di approfittare della libertà offertaci dalla pace, con la lettura, la partecipazione politica.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: È morto Klaus Wagenbach, l’editore tedesco che rivoluzionò il Novecento letterario europeo
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