Più di mille scrittori uniti nella ferma condanna di Vladimir Putin.
PEN International, l’organizzazione letteraria per la libera espressione, ha pubblicato una lettera firmata da oltre mille scrittori di tutto il mondo che esprimono solidarietà al popolo dell’Ucraina, condannando l’invasione russa e chiedendo la fine immediata dello spargimento di sangue.
Tra le firme figurano autori celebri del panorama internazionale come Margaret Atwood l’inglese Salman Rushdie, i premi Nobel Orhan Pamuk , Mario Vargas Llosa, la bielorussa Svetlana Alexievich, la polacca Olga Tokarczuk. Nomi del calibro di Paul Auster e la moglie Siri Hustvedt, Jonathan Franzen, Marilynne Robinson, Jonathan Coe, Colm Toibin, Javier Cercas, Joyce Carol Oates e Elif Shafak.
Nella lista anche la giornalista filippina Maria Ressa, vincitrice del Premio Nobel per la Pace.
La firma di Ludmila Ulitskaya, scrittrice russa
Colpisce in particolare la firma della scrittrice russa Ljudmila Ulickaja, in aperta sfida al regime nazionale.
L’autrice, pubblicata in Italia da La nave di Teseo, non è la prima volta che pone il presidente Putin in stato d’accusa. In un recente intervento sulle pagine di un giornale francese, lo scorso 25 febbraio, aveva scritto che mai avrebbe pensato che la sua generazione, nata durante la Seconda guerra mondiale, avrebbe più conosciuto la guerra.
Ora Ljudmila Ulickaja, a settantanove anni, rimarca senza timore le colpe della propria patria consapevole del rischio cui va incontro come oppositrice di Putin.
In una recente intervista la scrittrice, paventando l’ipotesi - non poi così remota - di una Terza guerra mondiale, ha affermato:
Con mio grande rammarico, la responsabilità è della Russia.
Ulickaja conclude con un messaggio di solidarietà rivolto al popolo ucraino: “Coraggio e perseveranza”.
La lettera di PEN International: il testo integrale
Riportiamo di seguito il testo integrale della lettera aperta di PEN International:
Ai nostri amici e colleghi in Ucraina,
Noi, scrittori di tutto il mondo, siamo sconvolti dalla violenza scatenata dalle forze russe contro l’Ucraina e chiediamo con urgenza la fine dello spargimento di sangue. Siamo uniti nella condanna di una guerra insensata, guidata dal rifiuto del presidente Putin di accettare i diritti del popolo ucraino di discutere la loro futura fedeltà e storia senza l’interferenza di Mosca.
Siamo uniti nel sostenere gli scrittori, i giornalisti, gli artisti e tutto il popolo ucraino che sta vivendo le sue ore più buie. Siamo al vostro fianco e sentiamo il vostro dolore.
Tutti gli individui hanno diritto alla pace, alla libera espressione e alla libera assemblea. La guerra di Putin è un attacco alla democrazia e alla libertà non solo in Ucraina, ma in tutto il mondo.
Siamo uniti nel chiedere la pace e la fine della propaganda che sta alimentando la violenza.
Non ci può essere un’Europa libera e sicura senza un’Ucraina libera e indipendente.
La pace deve prevalere.
Con questa chiusa forte, intensa, dal significato inequivocabile: “Peace must prevail” si conclude l’accorata lettera firmata dagli esponenti del mondo culturale internazionale. La speranza è che le parole possano sovrastare il caos delle bombe e aprire uno spiraglio di riflessione tramite la non violenza.
Il mondo della cultura accusa Putin
L’intero mondo della cultura si è mobilitato contro l’atto scellerato compiuto da Vladimir Putin. L’accusa è unanime. Persino le vetrine delle librerie sono state rivestite con i colori gialli e blu della bandiera Ucraina, in segno di solidarietà.
Anche il presidente dell’associazione italiana editori AIE, Ricardo Franco Levi, ha dichiarato:
Oggi più che mai ci auguriamo che in ogni nazione si alzi la voce critica degli intellettuali, degli scrittori, degli uomini di pace e del mondo della cultura, perché sappiano riportare l’Europa sulla strada della libertà e della convivenza.
Si associa, da sempre, all’idea di cultura quella di libertà. L’assioma cultura libertà non può certo venir meno in questo difficile momento storico in cui il mondo intero vacilla sotto la spinta di una violenza inaudita e insensata.
Nel frattempo, come riflesso, anche la cultura russa si trova posta in stato d’accusa vittima dello stesso boicottaggio compiuto nei confronti dello Stato di Putin. Dopo la censura di Dostoevskij, classico della letteratura mondiale, si moltiplicano i fatti sconcertanti.
L’editrice Daniela Di Sora, fondatrice del marchio Voland, di recente è stata invitata da alcune istituzioni culturali ucraine a boicottare i libri russi, La guerra, dunque, si combatte anche con i libri, non solo con le bombe e le armi. Di Sora ha rinnegato l’invito con un commento intelligente.
Ha fatto riferimento a Bulgakov, lo scrittore da cui è tratto il nome del suo marchio editoriale “Voland” (in riferimento al Diavolo diIl maestro e Margherita, Ndr). Ecco, Michail Bulgakov, nacque a Kiev e morì a Mosca: la parabola esistenziale dell’autore mostra l’unione indissolubile tra Russia e Ucraina.
Di Sora ha rivendicato l’importanza di avere sia autori russi che ucraini nel proprio catalogo affermando che la letteratura non divide, ma unisce, crea ponti.
Non potevano esserci parole migliori per descrivere la reazione del mondo culturale a questa guerra. L’editrice di Voland in una sola frase ha dimostrato che la cultura è più forte del conflitto: la cultura è democrazia.
Ed è esattamente lo stesso messaggio lanciato dagli oltre mille scrittori firmatari della lettera aperta di PEN International.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “No alla guerra”: ecco chi sono gli scrittori che condannano Putin
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