Chi ha studiato filosofia non può negare di aver incontrato l’affermazione "Panta Rei" e, di conseguenza, dovrebbe conoscerne bene il significato e chi l’ha detto.
Ad ogni modo un veloce ripasso non è mai inopportuno, soprattutto perché dietro Panta Rei e il suo utilizzo si nasconde, in realtà, un significato molto profondo tanto che le sue origini, come abbiamo citato fin da subito, sono da ricercare nel mondo curioso e misterioso dei filosofi.
Iniziamo, quindi, dal senso per poi arrivare a chi l’ha detto svelando tutti i retroscena che hanno portato ad adottare anche nella lingua italiana di uso comune questa locuzione che non è poi così moderna.
Il significato di Panta Rei
Anche se abbiamo parlato di locuzione e affermazione è doverono precisare che Panta Rei è in realtà un aforisma ben noto: il suo significato è di origine greca (ecco spiegata anche la stretta connessione con la filosofia) in quanto deriva da πάντα ῥεῖ che tradotto in italiano significa "tutto scorre".
Il concetto è facilmente riconducibile al tema del divenire: lo scorrere in questo caso è inteso come "il passare", qualcosa che c’è ma che è destinato a diventare presto altro, appartenente ad un diverso ordine temporale.
Panta Rei: chi l’ha detto?
Seppur attribuibile ad un filosofo ben preciso, in realtà questo aforisma non è mai stato esplicitamente formulato negli scritti dell’autore. Nonostante la mancanza di una paternità dell’aforisma, sembrerebbe che a dire "Panta Rei" sia stato Eraclito: a lui, infatti, la filosofia attribuisce la frase in questione e il suo concetto, che si contrappone fin da subito all’ideale filosofico di Parmenide, conosciuto per essere stato portavoce di una filosofia dell’essere.
Proprio Platone, in uno dei suoi scritti, menziona Eraclito e il suo pensiero fondamentale: per quest’ultimo "tutto si muove e nulla sta fermo" ed è proprio per questo che l’uomo non potrà mai ripetere la stessa esperienza due volte.
Il paragone è con la corrente di un fiume: secondo Eraclito, infatti, "non potresti entrare due volte nello stesso fiume" e proprio nel suo trattato Sulla natura che è possibile trovare tale riferimento, seppur non vi alcuna traccia dell’aforisma "Panta Rei".
Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell’impetuosità e della velocità del mutamento essa si disperde e si raccoglie, viene e va.
Ad ogni modo Panta Rei ci ricorda non solo che non è possibile ripetere le stesse esperienze, ma anche che l’uomo è inevitabilmente sottoposto alla legge inesorabile del mutamento. Un pensiero sul quale riflettere, un invito a sposare un’altra filosofia di vita, quella che si cela dietro l’altra locuzione famosa "Carpe Diem", ovvero cogli l’attimo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Panta Rei: significato e chi l’ha detto
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