Il governo giapponese ha da poco annunciato di aver riaperto le frontiere anche ai viaggiatori fai da te, dopo che la pandemia da Covid-19 aveva spinto il Paese del Sol Levante a chiudere totalmente l’accesso gli stranieri, prima, e a riaprirlo solo ai viaggiatori organizzati, poi.
Se, quindi, stai per realizzare il tuo sogno di visitare il Giappone, dopo che hai letto qualcuno (o tutti!) tra i titoli che ti abbiamo consigliato per conoscere meglio questo affascinante Paese, non ti resta che fare le valigie e partire!
Con il nostro articolo di oggi vogliamo presentarti 13 parole che devi assolutamente conoscere per diventare un vero japan lover e per trovarti a tuo agio una volta atterrato alle pendici del monte Fuji!
13 parole da da conoscere prima di un viaggio in Giappone
- Shinkansen: a dispetto di quanto si crede generalmente, la parola non designa il treno, ma un rete ferroviaria, nello specifico la rete ferroviaria giapponese di treni ad alta velocità sulla quale viaggiano i cosiddetti treni proiettile, nata nell’aprile 1959 con la costruzione del Tōkaidō Shinkansen, il tratto tra Tokyo e Osaka. La JR Maglev, la linea a levitazione magnetica, il 21 aprile 2015 ha ottenuto il record mondiale di velocità su rotaia, raggiungendo i 603 km/h.
- Manga: è il termine con cui si designano i fumetti originari del Giappone. Che siate appassionati o no del genere, è importante conoscerne il significato, anche per distinguerli dagli anime.
- Konbini: termine conosciuti dai lettori grazie al libro di Murata Sayaka, il konbini è la parola abbreviata della traslitterazione giapponese di convenience store (konbiniensu sutoa), un supermercato di piccole dimensioni in cui si può trovare davvero di tutto. Sono aperti 24 ore su 24, tutti i giorni e rappresentano la manna per i viaggiatori che hanno bisogno di comprare qualcosa con urgenza.
- Izakaya: identifica un tipico locale in cui si servono pietanze accompagnate da bevande alcoliche; è il corrispettivo del pub occidentale e si riconosce subito per la presenza di una grande lanterna rossa di carta al suo ingresso.
- Purikura: sono le cabine per scattare le fototessere, con una piccola particolarità, quella di aggiungere degli effetti (orecchie di orso, occhi da manga, ecc) in modo da rendere le foto più un ricordo che utili per i documenti.
- Maid Cafè: è un tipico bar a tema in cui le cameriere sono vestite in abiti particolari, in genere vestite da governanti con pizzi e merletti, totalmente devote ai clienti, in cui si possono consumare cibi e bevande presentate con una grande cura.
- Idol: il termine si riferisce a un giovane ragazzo o a una giovane ragazza diventato popolarissimo presso il pubblico giapponese per la sua attività nel mondo dello spettacolo, intendendo questo sia televisivo, ma anche musicale o come doppiatore di anime.
- Arigatou: per ringraziare in Giappone non si usa una sola parola; del resto la cortesia è un tratto distintivo del popolo giapponese. Potreste sentirvi dire anche Domo arigatou, molte grazie oppure Arigatou gosaimasu, grazie mille.
- Onsen: letteralmente identifica la stazione termale, cioè un luogo in cui sgorgano acque termali all’aperto o al chiuso. Possono essere luoghi pubblici o privati e spesse volte prevedono ingressi separati per uomini e donne. Ci si accede nudi e proprio la comunione in nudità è una delle caratteristiche peculiari di un onsen, accanto ovviamente alla rigenerazione e al relax.
- Ryokan: identifica una locanda tradizionale, dove si dorme sui tatami all’interno dei futon e si consumano pasti 100% giapponesi
- Sayonara: significa arrivederci, parola utilizzata in contesto informale per salutarsi alla fine di una conversazione.
- Sumimasen: letteralmente mi scusi, serve per attirare l’attenzione di qualcuno e chiedere informazioni o porre una domanda generica.
- Gomen-nasai: scusa, parola d’oro di cui servirsi nei mezzi pubblici, spesso affollatissimi di viaggiatori con cui si entra accidentalmente in contatto.
La ragazza del convenience store
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Bonus: una tip per sopravvivere in Giappone
La lingua giapponese è davvero affascinante ma, al tempo stesso, molto complicata e il nostro elenco non può essere affatto esaustivo e rappresenta una lista sommaria di parole che ho trovato molto utili nel corso del mio viaggio in Giappone.
Tra l’altro, anche il sistema di scrittura non agevola un rapido apprendimento anche delle parole utili per la sopravvivenza: infatti il moderno sistema di scrittura della lingua giapponese utilizza l’alfabeto latino solo in casi ristretti (rōmaji), mentre si serve principalmente di logogrammi (kanji) e due sistemi sillabici (hiragana e katakana).
E allora come fare? Mai come in Giappone è utile il servizio di traduzione istantanea di Google: di fronte a ristoranti con menù solo in giapponese (e capita spesso, anche a Tokyo!) grazie allo smartphone e alla app di Google traduttore, si può superare un problema che sembrava insormontabile.
Ma Google Translate è utile anche all’inverso: nel caso si voglia comunicare con un locale che non capisce bene l’inglese (occasione anche questa assai frequente, ahimè) basta scrivere la frase in italiano e chiederne la traduzione in giapponese: soprattutto se le frasi sono molto articolate, la resa nella lingua locale non sarà perfetta, certo, ma la proverbiale gentilezza del popolo giapponese colmerà sicuramente il gap linguistico dell’applicazione e la comunicazione sarà, così, salvaguardata!
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: 13 parole giapponesi che devi conoscere prima di un viaggio in Giappone
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