Serena Dandini racconta il suo amore per la Ville Lumiere attraverso un percorso che ci stupisce: le “passeggiate sentimentali in disordine alfabetico” raccolte nel libro “Avremo sempre Parigi”, recentemente pubblicato da Rizzoli con le magnifiche tavole di Andrea Pistacchi.
Si inizia dalla A di arrondissement fino alla Z di Zinc: l’autrice, che ha una passione per i banconi di zinco dei bistrot parigini, ci regala un dizionario di suggestioni, atmosfere, sogni e pensieri scompigliati da
“quel vento del Nord che in certe sere d’autunno diventa forte e dispettoso. Ma coglie di sorpresa”.
C’è tutta Parigi: i bistrot in cui Hemingway e Fitzgerald si confessavano i loro crucci più intimi, le nuove vie della street art e le librerie dove “i libri sono protagonisti”, insieme ad altri piaceri che si sposano perfettamente alla lettura.
“Parigi è solo un sogno”
diceva Queneau. Anche se il terrorismo ha tentato di trasformarla in un incubo.
“Dopo la strage del Bataclan, dopo gli spari sui ragazzi seduti ai tavolini dei bar, la gente ha reagito gridando: “tutti al bistrot”. Ricordo che durante le veglie in piazza, in mezzo ai lumini accesi, i ragazzi tenevano in mano ‘Festa mobile’, il romanzo di Hemingway, simbolo di una gioia di vivere che non si arrende. (…) In fondo «Avremo sempre Parigi» come diceva Humphrey Bogart in Casablanca”.
E allora ecco mille suggerimenti e suggestioni che vengono anche dal cinema, dalla letteratura, dall’arte, per gettarsi in quell’oceano che è la Ville Lumiere e viaggiare nel percorso della propria Parigi.
Vi è alla base di questo libro l’idea che anche nei peggiori momenti esista un rifugio dell’anima, basta cercarlo. Una lunga dichiarazione d’amore alla città; fascinosa ed attraente, bellissima e di rara intensità. Perché essere parigini non è solo una questione di stile ma una vera e propria predisposizione, quasi un atteggiamento dello spirito.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Le passeggiate sentimentali di Serena Dandini
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