

Anche i libri compiono gli anni, proprio come le persone. E allo stesso modo vale la pena festeggiare, magari con una rilettura.
Nel 2025 si celebrano i 120 anni dalla pubblicazione de La casa della gioia, edito nel 1905 (in Italia per Feltrinelli, 2022, traduzione di Pier Francesco Paolini), della scrittrice statunitense Edith Wharton, generalmente nota per L’età dell’innocenza, risalente al 1920 (anche qui, volendo, ci sarebbe un anniversario). Quello che incuriosisce però è che nello stesso anno fu dato alle stampe anche un volume contenente le impressioni di viaggio di una delle signore della letteratura: quell’Italian Backgrounds pubblicato da noi con il titolo Paesaggi italiani da Edizioni Olivares (a cura di A. Brilli, 1995).
Edith Wharton: la Lady Pendolo e un nuovo modo di fare turismo
Edith viaggia molto. Spesso in Italia. La sua ansia di vedere e conoscere le vale il soprannome di Lady Pendolo, attribuitole da un confidente, anche lui scrittore, anche lui particolarmente attento alla condizione femminile: Henry James, con il quale intrattiene una fitta corrispondenza e una duratura amicizia.
Lei che più di altri contemporanei ha fatto dell’anticonformismo e della critica sociale il suo vessillo, cambia anche il modo di intendere il turismo. Specie nel Bel Paese abituato alla moda del Grand Tour.


Link affiliato
Lo sguardo originale è un po’ il marchio di fabbrica della scrittrice, probabilmente dovuto all’esperienza personale che finisce invariabilmente nei libri. Dopo il divorzio dal marito, si trasferisce a Parigi. E scrive. Le sue donne indipendenti, incapaci di adattarsi all’ipocrisia della società per comodo, fanno scelte difficili e le pagano spesso in maniera crudele. Non stupisce che Lily Bart, la protagonista de La casa della gioia, scelga una crociera nel Mediterraneo per allontanarsi dalla società americana e dalle sue maldicenze.
Edith Wharton gioca in casa: conosce bene i luoghi che descrive. Li ha visitati a più riprese durante la sua vita. Nel 1888, durante la crociera che ispira quella letteraria (ne parla il saggio edito da Archinto nel 2005). E poi spesso a inizio Novecento, tanto che nel 1904 dedica un volume a ville e giardini d’Italia.
Edith Wharton e i tesori inaspettati dell’Italia


Link affiliato
In Italia sceglie luoghi fuori dal tracciato consueto. In un tempo in cui tutti visitano le stesse mete, Edith Wharton preferisce strade poco battute. Si lamenta della mania di rinchiudere reperti e opere d’arte nei musei, estrapolandoli dalla loro naturale collocazione. E predilige l’arte sacra. Spesso mettendo a segno incredibili scoperte che testimoniano la sensibilità artistica e la vasta cultura di una donna che ama i tesori inaspettati e le fughe estemporanee dal prevedibile. Così in Val Camonica, nel cuore della Lombardia:
Non più grandi distese come dall’altra parte del passo, ma una successione di piccole vedute, come parchi in miniatura: gruppi di alberi disposti a cerchio e intersecati con radure di muschio, cascate sormontate da vecchi mulini, campanili proiettati sopra villaggi nascosti dal fogliame. Su queste dolci terrazze erbose, sotto i rami dei noccioli, a ogni svolta ci si aspetta di imbattersi in una scena pastorale di Giorgione o in uno dei sontuosi picnic di Bonifacio.
Arriva a Edolo, ha letto di una chiesa di un certo interesse. Vuole visitarla, ma in paese nessuno sa dare informazioni. Lei non si arrende: le è già successo in passato e possiede un suo metodo. Prosegue e continua a chiedere finchè qualcuno dice che, sì, esiste davvero una chiesa con sculture presso il paese di Cerveno, sulla sommità della collina, dove le carrozze non arrivano. Detto fatto.
Abbandonammo la strada principale nel punto indicato e proseguimmo su per una mulattiera a bordo di un calesse leggero, fra vigneti e orti, finchè il sentiero non divenne troppo sconnesso per le ruote, e proseguimmo la salita a piedi.
Qui il diario si fa romanzo e la grande scrittrice porta il lettore con sé. C’è l’attesa, ma anche la quasi delusione. Arrivati alla meta, i viaggiatori non sono sicuri delle indicazioni ricevute.
Neppure in Italia, la terra dei tesori inaspettati, si può sperare di trovare una chiesa con sculture in un infelice paesino in cima a una montagna sperduta!
Cerveno è “il più misero dei paesi, pigiato in un anfratto non battuto delle Alpi”. Fin qui si è spinta questa signora della letteratura con caparbia determinazione. E ritira il premio. Perché la chiesa esiste, come i suoi gruppi scultorei realizzati da Beniamino Simoni, che dovranno attendere altri anni e la venuta di un altro grande esperto, Giovanni Testori, per conoscere notorietà artistica. L’onore della scoperta va attribuito però ad Edith Wharton, che descrive il portale maestoso, la scalinata con le cappelle della Via Crucis, l’espressività insolita delle figure evidentemente prese dalla vita reale e animate da genuino realismo. E il volto della Maddalena colmo di soave bellezza lombarda, che possiede un pathos insolito.
Il dilettante certo sperimenterà quell’intensificarsi delle emozioni che sempre accompagna ogni scoperta artistica inattesa ma, mettendo da parte ogni impressione soggettiva, la Via Crucis di Cerveno resta nella mia memoria come uno dei migliori esempi nel suo genere – fatta eccezione per le meravigliose terracotte di San Vivaldo in toscana.
Altra scoperta, quella Toscana, dettata da curiosità e sapienza. Per le Vie Crucis e opere devozionali sembra avere una vera passione, tanto da non temere fatica o rischi pur di ammirare panorami inediti, di grande bellezza. Così il lago d’Iseo:
In casi simili non si può stabilire quanto l’occhio veda davvero e quanto invece crei; e se, come sempre, i confini tra realtà e immaginazione sono labili, questo è tanto più vero sotto l’incanto della follia italiana di mezza estate.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Edith Wharton e i 120 anni dal suo viaggio in Italia
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo Edith Wharton Curiosità per amanti dei libri News Libri
Lascia il tuo commento