

L’11 febbraio all’Auditorium Parco della Musica di Roma, Sala Petrassi, ha avuto luogo il primo dei quattro incontri che la casa editrice Laterza ha dedicato al romanzo italiano, nell’ambito delle celebrazioni dell’ottantesimo anniversario della Liberazione che cadrà il prossimo 25 aprile. In dialogo con Paolo Di Paolo, per parlare di un romanzo collegato al Fascismo, il professor Emilio Gentile, insigne studioso del Fascismo italiano, ha risposto alle domande dello scrittore a partire da “Gli indifferenti” di Alberto Moravia.
Di Paolo ha esordito sul palco leggendo l’incipit del romanzo, per chi non aveva letto o riletto recentemente il “classico” uscito nel 1929, quando il partito fascista aveva consolidato il potere. Il giovanissimo Alberto Moravia, figlio di una ricca famiglia romana, cugino dei fratelli Rosselli esuli in Francia, malato di tubercolosi ossea che lo costringeva a letto, rabbioso e dolorante, scrisse di getto il libro che gli avrebbe regalato la fama.
Quattro personaggi si muovono in un interno borghese, claustrofobico, scuro, torbido. Carla, giovane donna sensuale, riceve le attenzioni di Leo Merumeci, l’amante di sua madre Mariagrazia, che è gelosa dell’uomo che ha un solo scopo: derubare la famiglia, nell’indifferenza del fratello di Carla, Michele, che rappresenta plasticamente l’indifferenza del titolo, incapace di opporsi allo sfacelo economico e morale che minaccia la sua famiglia.
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Nel dialogo fra lo storico Gentile e lo scrittore Di Paolo sono emersi molti temi interessanti: la posizione politica di Moravia, che non fece mai professione di antifascismo, anzi ripetutamente chiese a Mussolini di essere lasciato libero di continuare a scrivere, sfidando la censura del governo, come testimoniano molte lettere citate da Gentile. Molto interessanti le notazioni sulla Roma della fine degli anni venti che compaiono nel romanzo di Moravia, una città nella quale piove sempre, una pioggia sottile, gelida, ostile, che bagna i vetri rendendo l’atmosfera opaca, specchio dell’opacità e dell’ipocrisia che regna nella casa dei protagonisti di questa storia borghese dove si consumano rapporti tossici, malati, moralmente squallidi ma che non riescono a trasformarsi in veri drammi. Moravia si nutriva delle letture dei classici russi, ma se pur Delitto e Castigo era fortemente presente nel suo immaginario letterario, nulla di quel dramma si sostanzia nel suo romanzo d’esordio: i suoi personaggi restano incapaci di gesti forti, restano indifferenti, come tutta la società italiana formata da una borghesia acquiescente al regime fascista, al quale conferì quel “consenso” di cui Emilio Gentile ha parlato diffusamente.
Il prossimo incontro sarà dedicato alle leggi razziali, con Anna Foa che commenterà “Cinque storie ferraresi” di Giorgio Bassani.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Gli indifferenti”: il romanzo di Alberto Moravia protagonista all’Auditorium Parco della Musica di Roma
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