Al Circolo dei lettori di Torino si è tenuto ieri l’appuntamento finale con la trentacinquesima edizione del Premio Italo Calvino dedicato agli scrittori esordienti.
Il Comitato di lettura del Premio ha selezionato 10 libri inediti tra i 926 manoscritti partecipanti al bando e in seguito li ha sottoposti al giudizio della giuria composta, quest’anno, da Mariolina Bertini, Sandro Campani, Enzo Fileno Carabba, Donatella Di Pietrantonio e Orazio Labbate.
Il titolo del romanzo vincitore e delle menzioni assegnate dalla giuria sono oggi disponibili anche in un comunicato presente sul sito ufficiale del Premio. Purtroppo, per problemi tecnici, non è stato possibile effettuare la consueta diretta Facebook della cerimonia.
Scopriamo ora il vincitore del premio Calvino 2022 e le menzioni speciali.
Premio Calvino 2022: vince Nicolò Moscatelli
Il Premio Calvino 2022 è stato vinto da Nicolò Moscatelli, nato a Cantù in provincia di Como nel 1985, con il romanzo I calcagnanti.
Il romanzo di Moscatelli è stato premiato dalla giuria con la seguente motivazione:
“I calcagnanti” di Nicolò Moscatelli è un romanzo che costruisce con straordinaria sapienza linguistica e culturale un mondo fantastico, che mescola e fonde tratti di tanti altri mondi fantastici della tradizione narrativa e popolare italiana e non solo, quella carnascialesca e del mondo alla rovescia: un racconto accattivante che con spirito anarchico trascina il lettore, proponendo anche, sotto traccia, una sorta di laica e beffarda utopia.
Premio Calvino 2022: le menzioni speciali
Il Premio, realizzato in collaborazione con l’Indice dei libri del mese, prevede anche menzioni speciali, quest’anno andate a pari merito a tre autori.
Una menzione speciale a Stefano Casanova (Pieve di Cadore, 1977) per il romanzo Un chiodo storto, con la seguente motivazione da parte della giuria:
“Un chiodo storto” di Stefano Casanova, con scrittura scarna e veloce, ma attenta ai particolari, tratteggia l’esistenza di un umile, anch’egli inconciliato, che si lascia vivere, senza però mai venir meno a un profondo senso della giustizia e della dignità, sul perfetto sfondo cadorino di una civiltà in estinzione.
A Greta Pavan (Desio, 1989) per Quasi niente sbagliato:
“Quasi niente sbagliato” di Greta Pavan inscena, con originalità costruttiva e con una lingua di straordinaria espressività, un personaggio femminile inconciliato dei nostri tempi e, insieme, tutto un ambiente sociale, quello della Brianza della religione del lavoro, colto nelle sue pieghe più riposte.
A Giorgio Benedetto Scalia (Palermo, 1991) per Vita e martirio di Saro Scordia, pescivendolo:
“Vita e martirio di Saro Scordia, pescivendolo” di Giorgio Benedetto Scalia, è una narrazione dai tratti surreali, seppure perfettamente inserita nel contesto palermitano della Vucciria, caratterizzata da un ironico gioco tra sacro e profano e con al centro un eroe un po’ comico la cui divisa è la mitezza.
Ricordiamo che la vincitrice della scorsa edizione del Premio Italo Calvino è stata Francesca Valente con il romanzo Altro nulla da segnalare edito da Einaudi che quest’anno ha ottenuto anche il Premio Campiello Opera Prima 2022.
Tra i vincitori delle scorse edizioni Gennaro Serio con Notturno di Gibilterra, L’orma editore e Maddalena Fingerle con Lingua madre, Italo Svevo.
Il premio Calvino anno dopo anno conferma il proprio ruolo chiave nello scovare nuovi talenti della narrativa italiana.
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