Come significa parlare di libri in rete? È vero che i consigli dei cosiddetti bookinfluencer hanno ormai sostituito i consigli del libraio? Ne parlano a Più libri Più liberi, la fiera nazionale della media e piccola editoria, Giulia Ciarapica (@giulia_ciarapix) e Veronica Giuffré (@icalzinispaiati) dialogando con Angelo Piero Cappello e David Frati, nell’incontro "Pensare i libri in rete" organizzato dal Centro per il libro e la lettura.
Dalla nascita della rete al fenomeno dei bookinfluencer
Siamo di fronte a una trasformazione epocale, che in parte ricorda l’invenzione della stampa a caratteri mobili nel 1455. Se la stampa ha permesso la nascita dell’industria libraria, il digitale ha modificato lo statuto ontologico del libro.
Non v’è dubbio che negli ultimi anni il libro e le sue modalità di fruizione siano cambiate grazie all’apporto del digitale.
Oggi il libro non è più una “forma chiusa”, ma si trova a dialogare di continuo con altre forme, quali quella visuale e quella fotografica.
In questo contesto si è assistito all’ascesa di bookblogger, booktuber, bookstagrammer o addirittura booktoker, lettori appassionati che divulgano le proprie letture nel mondo interconnesso della rete attraverso blog o profili social dedicati alla lettura, che possono diventare dei veri e propri influencer dei libri: i Bookinfluencer.
Chi sono veramente i bookinfluencer?
Queste creature ibride tra il mondo letterario cartaceo e l’innovativo mondo della rete sono spesso bistrattate o denigrate. Nel migliore dei casi, sono solo guardate con sospetto dai rappresentanti del mondo editoriale tradizionale, ma sono state anche accusate dal polemico giornalista di turno di non parlare di vera letteratura o di limitarsi a scattare delle belle foto di libri senza offrire contenuti di vera critica letteraria approfondita.
I bookinfluencer sono visti come un prodotto della rete e come tutte le innovazioni questo nuovo fenomeno fa un po’ paura.
È anche vero che si teme solo quello che non si riesce a comprendere, dunque ecco il ruolo dei bookinfluencer spiegato direttamente dalle voci di due protagoniste di prim’ordine nella categoria: Giulia Ciarapica e Veronica Giuffré.
Veronica Giuffré: I bookstagrammer o bookblogger sono una via di mezzo tra l’ufficio eventi e l’ufficio stampa
Veronica Giuffré, che con il suo profilo Instagram I calzini spaiati ha raggiunto i 21mila follower, difende così la categoria:
L’editoria tradizionale dovrebbe capire che noi non vogliamo rubare il lavoro a nessuno. Il nostro è un mestiere che, di fatto, esiste. I bookstagrammer o bookblogger sono una via di mezzo tra l’ufficio eventi e l’ufficio stampa. Credo che il più grande vantaggio dato dal parlare di libri in rete sia la possibilità di sfruttare il passaparola. Il passaparola è il grandissimo potere che abbiamo noi lettori.
Per chi ama la lettura infatti seguire su Instagram qualcuno che parla di libri è un modo per scegliere le letture successive, chiedere consigli molto personalizzati, condividere opinioni. Alcune case editrici hanno compreso le potenzialità della rete e hanno coinvolto i bookblogger/bookstagrammer/booktuber in attività promozionali per il lancio di un nuovo libro o di una nuova collana. I social network, dove a volte è possibile fare pubblicità gratuitamente e dove si innescano veri e propri fenomeni di passaparola, sono alla base del marketing odierno.
Oggi Veronica Giuffré è riuscita a trasformare la propria passione in un lavoro. Attualmente collabora come social media manager con alcune case editrici e agenzie editoriali.
Non tutti capiscono il mio lavoro né le sue complessità
aggiunge Veronica
spesso c’è ancora la teoria che io mi diverta a usare i social. È un lavoro nuovo di cui si conosce ancora troppo poco e spesso non viene valorizzato come dovrebbe.
Giulia Ciarapica: "I bookinfluencer sono spacciatori di cultura"
Giulia Ciarapica, bookblogger, bookstagrammer, autrice Rizzoli e ormai critica letteraria affermata per le pagine culturali di alcuni importanti quotidiani, ha iniziato il suo percorso professionale grazie alla rete (qui articoli, recensioni e interviste scritte su SoloLibri.net).
Oggi il profilo Instagram Giulia Ciarapix conta oltre 15 mila follower e l’influencer è seguita da una community fedele e appassionata.
Giulia definisce i bookinfluencer come "spacciatori di cultura" in un mondo che è cambiato, si è evoluto e si è adeguato a nuovi mezzi.
Si può parlare di libri in rete? Certo che sì. È necessaria innanzitutto una distinzione tra contenitore e contenuto. La rete è il contenitore e il libro è il contenuto, tra i due elementi si crea un dialogo, uno non annulla l’altro. Tant’è che il digitale non ha annullato l’oggetto libro, anzi, i libri cartacei si sono persino moltiplicati.
Giulia Ciarapica pone in particolar modo l’accento sui nuovi strumenti offerti dal digitale. Si tratta di una rivoluzione e come tutte le rivoluzioni crea un certo senso di sconcerto, ma non per questo è negativa. Anche l’invenzione della stampa e la nascita del romanzo avevano infatti suscitato, ai tempi, alcune perplessità, fa notare la bookinfluencer.
La vera domanda che dobbiamo porci è: possiamo promuovere la lettura su un canale nuovo? Vista in quest’ottica la risposta non può che essere altro che sì. La tecnologia non ci è ostile, ci aiuta, dobbiamo solo piegarla alle nostre esigenze.
Il cambiamento del lettore
Negli ultimi anni inoltre si è evoluta anche la mappa cognitiva del lettore. Oggi i lettori sono più dinamici, multitasking, sono in grado di fare più cose mentre leggono. Si legge e di tanto in tanto si dà un’occhiata al cellulare, si legge ascoltando musica, si legge e si effettuano ricerche online sulla storia raccontata nel libro.
Dobbiamo quindi prendere atto di questo cambiamento: i lettori di oggi non sono più gli stessi di ieri, ma questo non sminuisce l’atto sacro, immortale, della lettura.
Quello che i bookinfluencer possono fare in questo contesto è dare il proprio contributo, essere una parte della catena del passaparola che porta il libro al suo lettore. Si crea in questo modo un circolo nel processo di acquisto di un libro di cui i bookblogger/bookstagrammer, e quindi il mondo della rete, rappresentano una parte fondamentale.
Mi piace l’idea di paragonare la lettura alla donazione del sangue. È come un arricchimento della nostra anima ed è una passione che si può trasmettere, facendo del bene.
conclude Veronica Giuffré.
SI potrebbe promuovere con uno slogan: "Diventa anche tu un donatore di storie!"
aggiunge ridendo Giulia Ciarapica.
Le salutiamo così, sorridenti e sprizzanti di energie, le nuove pioniere dell’industria culturale digitale.
Giulia Ciarapica e Veronica Giuffré, tramite i loro profili Instagram oggi divenuti un punto di riferimento, hanno dimostrato non solo che parlare di libri in rete è possibile, ma che la letteratura è, oggi più che mai, un potente aggregatore e un insostituibile veicolo di storie.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La promozione dei libri passa per la rete: Giulia Ciarapica e Veronica Giuffré in dialogo a Più libri Più liberi
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