Si è chiusa ieri, lunedì 23 maggio, la trentaquattresima edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino.
“L’edizione più grande di sempre”, prometteva nelle anticipazioni il direttore editoriale Nicola Lagioia nelle anticipazioni e così effettivamente è stato.
Oltre 168mila visitatori si sono succeduti tra gli stand della manifestazione. C’è stato un record di presenze, che ha superato persino il picco di sette mesi fa della prima edizione straordinaria del Salone Post-Covid, tenutasi lo scorso autunno, che ha invece contato un totale di 150mila visitatori. Il picco di affluenza è stato calcolato nella giornata di sabato 21 maggio in cui si è tenuto anche il maggior numero di incontri con scrittori e giornalisti di fama mondiale.
Il bilancio finale del Salone 2022 è stato fatto nel corso della conferenza stampa di ieri, tenutasi alle ore 19 presso la Sala Oro del padiglione Oval, in presenza di Silvio Viale, Presidente dell’Associazione Torino, La Città del Libro; Giulio Biino, Presidente della Fondazione Circolo dei lettori; Rosanna Purchia, Assessore alla Cultura della Città di Torino; Piero Crocenzi, Amministratore delegato di Salone Libro s.r.l.; Nicola Lagioia, Direttore editoriale del Salone Internazionale del Libro di Torino.
Una grande macchina organizzativa che ha funzionato alla perfezione senza intoppi, nonostante il caldo inaspettato che ha travolto il capoluogo piemontese negli ultimi giorni.
L’ampio spazio espositivo, padiglioni 1, 2, 3 e Oval, di questa edizione ha garantito il fluire della folla all’interno e all’esterno del Lingotto Fiere senza alcun problema logistico. Lettori, editori, librai, insegnanti e studenti si sono così mossi in totale libertà in uno spazio che ormai per tanti è diventato sinonimo di “casa”.
Salone del libro 2022: un’edizione di rinascita
I “cuori selvaggi”, tema designato per la manifestazione, hanno battuto al giusto ritmo, in perfetto accordo, dando vita a un’edizione memorabile del Salone del Libro.
Perché la bellezza della XXXIV edizione del Salone è stata ritrovarsi e guardarsi negli occhi, parlare nelle aree esterne senza nascondersi dietro l’ausilio mascherina e soprattutto discutere di libri, di cultura, di idee in un tempo di rinascita. Sotto il sole di maggio è arrivata una primavera imprevista e a lungo desiderata.
L’emozione vera del Salone è trovare persone che parlano di libri con la luce viva negli occhi, e non smetterebbero mai. È trovarsi e riconoscersi anche dopo tanto tempo in un mondo che sembra essersi lasciato alle spalle l’incubo della pandemia. La folla di questa XXXIV edizione è stata bellezza: vedere le persone di nuovo unite, abbracciarsi e scambiarsi libri e consigli in un tempo ritrovato.
È stata un’edizione di rinascita, come testimoniano anche le oltre mille piante dell’innovativo “Bosco degli Scrittori”, ideato da Aboca edizioni, tra i quali sono spuntati nuovi germoglio durante i giorni del Salone.
Nel bosco naturale creato all’interno del padiglione Oval sono giunti uccelli che hanno tentato di nidificare e farfalle che hanno animato le piante con i loro colori. Si è parlato molto di ambiente in questa edizione 2022 del Salone del Libro e dunque il bosco e la natura che rifiorisce è stata la perfetta metafora del concetto di resilienza. Anche il “non-umano” auspicato dallo scrittore Amitav Ghosh ha preso spazio nella manifestazione del libro per raccontare le proprie storie attraverso il volo di farfalle e insetti impollinatori.
Salone del libro 2022: la cultura è contaminazione
Sono nate tante nuove storie al Salone del Libro 2022, storie che devono essere costantemente raccontate e rinnovate da una comunità attiva - che ogni anno in questa occasione ha modo di ritrovarsi - e unita sotto il nome della cultura e della riflessione profonda.
Tanti gli slogan e le insegne a fare da sfondo al percorso attraverso i quattro padiglioni della fiera: “Leggere può creare indipendenza” recita una grande scritta in rosso, e ancora “Leggere libri è il gioco più bello che l’umanità abbia inventato”, ma nello sconfinato elogio ai libri non è mancato neppure il riferimento al tema fondamentale di questi nostri tempi incerti “la pace” che ha trovato sua massima espressione nella Casa della Pace ideata per la kermesse. Libri color arcobaleno, libri illustrati per i bambini e altri tomi dedicati ad argomenti complessi, come la guerra, che l’umanità non ha mai finito di narrare. Attraverso la letteratura sembrava comporsi man mano un messaggio di speranza: tutto può essere raccontato, dunque tutto può essere affrontato. Belle anche le iniziative di solidarietà che proponevano libri in italiano e ucraino, e ancora libri in russo e in inglese a testimoniare un’alleanza tra popoli che supera qualsiasi barriera.
Innumerevoli i lettori che si sono riuniti sotto la pila di libri, simbolo del Salone del Libro, per scattare la foto di rito. Segno che la grande biblioteca umana continua a crescere e ad animarsi di nuove pensieri, storie, idee che si connettono l’una con l’altra in un dialogo che, si spera, infinito. Perché la cultura è soprattutto contaminazione di idee e un’esperienza capace di unire il mondo intero in nome dei libri, come il Salone Internazionale del Libro, insegna.
Non ci resta che fissare il prossimo appuntamento: la trentacinquesima edizione del Salone del Internazionale del Libro di Torino si terrà dal 18 e al 22 maggio 2023. Sembra che per la prossima direzione del Salone la favorita sia una donna. È già iniziato il Totonome: ora si gioca a indovinare chi sarà ad affiancare in co-conduzione Nicola Lagioia nel 2023 per poi dirigere in solitaria la Fiera internazionale del Libro nel 2024.
Avete già qualche nome in mente?
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Salone del Libro 2022: si chiude l’edizione dei record con 168mila visitatori
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