La storia della Signora Filadritto e del gatto Pussavia di Lore Segal

Gli animali domestici sono dei giocattoli al servizio dei loro padroni, o piuttosto degli esseri con una loro autonomia e un loro carattere? È quello che sembra chiedersi Lore Segal, nella storia del gatto Pussavia, di cui la sua freddolosissima padrona vorrebbe essere l’esclusiva tiranna. Paul O. Zelinsky, l’illustratore di questo intelligente e raffinato albo che, come tutti quelli pubblicati da Donzelli, nel rivolgersi ai bambini strizza l’occhio più volentieri agli adulti, nelle sue tavole colorate e piene di dettagli, ci racconta la vita quotidiana della signora Filadritto, sola, anziana, freddolosa, tutta presa da sé e dal proprio ménage: accendere il caminetto, mettere i piedi sullo sgabello, riposare in una comoda poltrona Bergère ricoperta di una stoffa fiorata, mettersi sotto le calde coperte nella sua comoda camera da letto... Ma sembra mancarle qualcosa di caldo e rasserenante, un gattino che le scaldi le mani e il cuore.

Il garzone della drogheria, Dylan, nel portarle a casa le provviste, procurerà anche il micetto richiesto; arriva in casa infatti un gattino dal musetto impertinente, tanto piccolo da stare sulla pagina di un giornale. La sua autoritaria padrona, che lo vorrebbe al suo totale servizio, come un giocattolo, dovrà presto ricredersi: il piccolo Pussavia cresce rapidamente e mostra tutta la sua intraprendenza e la sua volontà: non farà da stufetta nel grembo della signora Filadritto, ma si approprierà del suo territorio, compreso lo sgabello dei piedi e lo stesso letto della padrona, che, dopo aver subito le conseguenze della determinazione del piccolo, compreso un occhio nero e un braccio al collo, da parte dell’ormai cresciuto felino, capirà finalmente che il suo gatto ciccione deve essere rispettato. Solo così la loro convivenza diventerà possibile e gradita ad entrambi. Solo così il gatto accetterà di fare le fusa.

Le illustrazioni de “La storia della Signora Filadritto e del gatto Pussavia” di Lore Segal sono straordinariamente efficaci: la signora in vestaglia multicolore e calzettoni a scacchi, il commesso Dylan in salopette, il gatto sempre più grasso e grosso, ci restituiscono un interno da middle class americana del tutto realistico, mentre la vecchiaia e la solitudine della padrona i casa che ha per sola compagnia un gatto, ci descrivono la solitudine dell’età anziana in ogni contesto sociale. E un gatto può fare la differenza.