Il 19 giugno 1993 si spegneva il grande romanziere inglese William Golding. Si racconta che morì per un arresto cardiaco mentre stava lavorando al suo ultimo romanzo La doppia voce, pubblicato postumo nel 1955.
La narrativa di William Golding è una lucida analisi sul male. Lo scrittore inglese concepisce la malvagità come un elemento insito nell’uomo che può condurre a terribili esiti. Fu proprio lui a scrivere la celebre frase:
Gli uomini producono il male come le api il miele.
Pare che l’ispirazione per il suo romanzo capolavoro Il signore delle mosche gli fosse venuta mentre lavorava, a scuola, con i suoi studenti cercando di governare quel gruppo indisciplinato.
Nel 1983 William Golding, l’insegnante scrittore della Cornovaglia, ottenne il Premio Nobel per la Letteratura con la seguente motivazione:
Per i suoi romanzi i quali, con la perspicacia dell’arte di una narrativa realistica e la diversità e universalità del mito, illuminano la condizione umana nel mondo di oggi.
Fu la sua più alta consacrazione letteraria. Negli ultimi anni della sua vita William Golding scriveva con fatica, provato da alcuni malanni fisici. Paradossalmente scrisse persino dei suoi problemi a scrivere in un diario apposito che iniziò a compilare nel 1971. Scriveva per affrontare il male e scriveva del male stesso per cercare di scrutare nell’oscurità. La penna era la sua unica arma contro le tenebre della vita.
Andiamo ora a ritroso nel tempo e ripercorriamo la vita di William Golding in un cammino in bilico tra realtà e letteratura.
William Golding: la vita
William Golding nacque in Cornovaglia il 19 settembre 1911. Il padre Alec è un insegnante di scienze, mentre la madre una suffragetta. Studente modello Golding sembrava destinato agli studi scientifici, invece scelse letteratura inglese, con grande disappunto del padre.
Terminato il college il giovane William iniziò a dedicarsi all’insegnamento, in una scuola elementare di Salisbury. Nel frattempo aveva già iniziato a pubblicare raccolte di poesie: la prima Poems fu edita nel 1934.
Furono tempi felici, in quegli anni di insegnamento Golding conobbe Anne Brookfield, un’attivista comunista, che sarebbe diventata sua moglie.
La coppia ebbe due figli, David e Judith Diana. La stagione della spensieratezza tuttavia ebbe breve durata: c’era una guerra alle porte.
Nel 1940 Golding abbandonò l’insegnamento per arruolarsi presso la Royal Navy. Avrebbe vissuto sei anni da soldato e, al ritorno, non sarebbe più stato lo stesso.
La guerra ebbe un impatto notevole sul pensiero del giovane autore e, in seguito, su ciò che sarebbe diventata la sua scrittura. Forse fu proprio sotto i bombardamenti del terribile sbarco di Normandia che si fece strada nella mente di William Golding quella lucida concezione del Male: era qualcosa di esplosivo, come una granata, e una volta scoppiato non poteva più essere dominato.
Golding tornò a insegnare terminata la guerra, nel 1946, sempre nella stessa vecchia scuola di Salisbury. Tutto era uguale eppure era diverso. L’unico modo in cui William poteva sfogare la propria estraneità al mondo era la scrittura. Nel 1952 iniziò a scrivere un libro strano, intitolato Strangers from Within. Una volta concluso lo inviò a più di dodici editori ottenendo sempre recensioni negative. Fu pubblicato nel 1954, però con un altro titolo Lord of Flies, tradotto in italiano come Il signore delle mosche.
Fu l’inizio della sua carriera letteraria. Seguirono altri due libri e altre opere teatrali. Nel 1962 Golding abbandonò l’insegnamento per dedicarsi con tutto se stesso alla scrittura.
La sua carriera letteraria fu consacrata dalla vittoria del premio Nobel nel 1983. Alcuni anni dopo fu nominato baronetto dalla regina Elisabetta II.
Vennero poi gli anni della malattia che misero a dura prova la sua costanza nella scrittura. Si ammalò di tumore, ma guarì. A stroncarlo fu invece un arresto cardiaco che lo colse, improvviso, mentre lavorava al suo ultimo romanzo.
William Golding e il Signore delle Mosche
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Il romanzo d’esordio di William Golding è considerato anche il suo capolavoro. Il signore delle mosche è diventato uno dei libri-simbolo della letteratura mondiale. Fu pubblicato nel 1954, grazie all’appoggio del poeta T.S. Eliot.
Al centro dell’opera vi è la battaglia tra bene e male, affiancata dal rapporto altrettanto duale tra legge e anarchia.
La trama narra di un gruppo di bambini e ragazzi che, in seguito a un incidente aereo, si ritrovano su un’isola deserta che appare come una sorta di paradiso terrestre. Per sopravvivere il gruppo decide di organizzare una piccola comunità democratica fondata sulla libertà naturale. Tutto al principio pare idilliaco, ma c’è un elemento con cui i bambini non hanno fatto i conti: la malvagità umana che ha spesso lo stesso volto dell’istinto e dell’irrazionalità. In queste pagine Golding analizza il discrimine tra legge e anarchia, e la differenza sottile tra umanità e barbarie.
Ne risulta un’opera cupa, ma dall’attualità straordinaria. L’immagine finale, sinistra e forse pessimistica di Golding, che ci presenta la conchiglia - simbolo dell’ordine costituito - che si infrange è forse il riflesso più specchiante dell’epoca in cui viviamo.
Recensione del libro
Il Signore delle Mosche
di William Golding
William Golding: le opere
Il signore delle mosche è la sua opera più famosa, ma non è l’unico romanzo di William Golding. L’autore scrisse molto durante tutto l’arco della sua vita, dando vita a opere eterogenee per stili e contenuti. Ricordiamo infatti che Golding si dedicò a lungo alla drammaturgia e alla poesia prima di approdare alla narrativa.
Dopo la pubblicazione del primo romanzo scrisse ininterrottamente un libro all’anno sino alla sua morte. Le sue opere illustrano un universo ampio e variegato: storie di naufragi, di incomunicabilità, di ricerca di sé. Scrisse anche romanzi di stampo storico, di cui uno La guglia ambientato nel Medioevo.
Nell’ultima parte della sua vita Wiiliam Golding tornò tuttavia a occuparsi dei temi a lui più cari: come la violenza, la sopraffazione e, infine, il male quell’oscuro visibile che tanto lo inquietava e affascinava. Cercò di far luce, attraverso la scrittura, in ciò che all’uomo è incomprensibile: e forse, visto il successo dei suoi romanzi, ci è davvero riuscito.
Ecco in elenco tutte le opere di William Golding:
- Il signore delle mosche (1954)
- Il destino degli eredi (1955),
- La folgore nera (1956)
- Farfalla d’ottone (1958)
- Caduta libera (1959)
- La guglia (1964)
- The Hot Gates (1965)
- La piramide (1967)
- The Scorpion God (1971)
- L’oscuro visibile (1979)
- Riti di passaggio (Rites of Passage) (1981)
- A Moving Target (1982)
- Gli uomini di carta (1984)
- An Egyptian Journal (1985)
- Calma di vento (1987)
- Fuoco sottocoperta (1989)
- La doppia voce (The Double Tongue) (1995) - pubblicato postumo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: William Golding: vita e opere dell’autore de “Il signore delle mosche”
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