Baby Rosa Gang
- Autore: Paola della Mariga
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2021
Aspra, ruvida, vera è la storia narrata in Baby Rosa Gang di quattro ragazze minorenni, la cui vita ruota intorno alla periferia dove vivono, quella di Milano, uguale alle periferie delle nostre grandi città e, ahimè, anche delle città di provincia.
Paola della Mariga, insegnante a Piacenza, giornalista, autrice di teatro per ragazzi, si è ispirata ai fatti di cronaca e attraverso le pagine del suo libro edito da Scatole Parlanti nel 2021 ci permette di rileggere le intime verità sulla vita dei nostri ragazzi più disagiati, gli ultimi, e della realtà che vivono quotidianamente.
Della Mariga racconta la periferia come l’ha descritta nelle sue opere Pier Paolo Pasolini: quella in opposizione alla città e di una generazione sorprendentemente uguale a quella degli anni cinquanta, poiché i problemi delle periferie urbane sono rimasti gli stessi nonostante siano trascorsi molti decenni. Considerata una gioventù fortunata perché nata nel benessere e nell’avere il di più, vivono frustrazione e senso di ingiustizia con irritazione e rabbia.
“Tutto è in combattimento con le loro esistenze, giornate arruffate, sporche, desiderose di ipocriti silenzi.”
La polizia conosce i loro volti, i furti, la droga contrabbandata, le violenze verbali, le minacce; anche per i professori delle scuole che frequentano sono studenti di cui non se ne vuole sapere, girando lo sguardo altrove. Gli hinterland di tutto il mondo, i quartieri dormitori, hanno sempre una storia comune e spesso etnie che non si comprendono e non si sopportano.
Rosaria, quattordici anni, ripetente in seconda media, ingurgita tutto ciò che trova nel frigorifero di casa, vive con la madre che fa la cameriera in un bar in quei grandi palazzi dove sopravvive una umanità di donne urlanti, bambini lasciati nel cortile a sé stessi, ragazzi e adulti malinconici e trascurati. Della scuola, che potrebbe offrirle una speranza per un futuro diverso, non ne vuol sentir parlare; unico punto fermo nella sua vita sono le sue amiche, una gang tutta rosa.
Arianna ha sedici anni, è ripetente alla prima classe delle superiori, è intelligente e trasgressiva. I suoi genitori litigano di continuo: sua madre è infermiera e suo padre viene licenziato di continuo dai tanti lavori alla giornata perché alcolista.
Sedute sulla loro panchina malandata nella polverosa piazzetta attendono Chicca. Quindici anni, ribelle, irascibile: i suoi genitori sono stati confinati nell’hinterland milanese dal Sud per questioni legate alla mafia.
E poi c’è Betta che viene considerata l’amica intellettuale, frequenta il liceo artistico, è alta con i capelli lunghi e ha l’aspetto da dura. Differentemente dalle sue amiche vive in un’abitazione borghese insieme alla madre e al suo nuovo compagno che non riesce e non vuole chiamare papà.
“Vivendo alla giornata, così come fanno le ragazze, non si può far altro che aspettare sia il destino di ognuna di loro a trarre le conclusioni. Anche i momenti di rabbia, e sono tanti, si esauriscono in giornata o al massimo alimentano la vendetta per il giorno dopo.“
Il futuro non fa parte del loro essere, sopravvivono, rimanendo unite e riuscendo a tornare a casa ogni sera nell’assoluta omertà. Domani saranno sempre qui, sedute insieme sulla loro panchina. Cos’è la normalità? La meglio gioventù? Una quotidiana sconfitta in un quartiere con un’umanità degradata, in perenne attesa di risposte dal fato. In una città, Milano, che non le vuole si esibiscono come attrici con le loro malefatte, dal centro commerciale, luogo di incontro e di passeggiate collettive per appetitosi furti, al centro della grande città che sembra prefigurare scenari apocalittici di un film di fantascienza. Ma dove ha inizio la città? E quali sono i suoi confini? Dove sono le piazze, si chiede l’autrice, luogo di democrazia, e i parchi liberi dal controllo degli spacciatori.
“Le strade del loro vivere quotidiano sono tutte cieche, persino quella che passa vicino alla parrocchia, perché ben sanno che non sono sufficienti due preghiere per farle arrivare a sera in condizioni tali da poter affrontare anche il giorno dopo.“
Ragazze incontrollabili che umiliano, sbeffeggiano, colpiscono e che nel gruppo traggono forza e coraggio e solo nel gruppo percepiscono la loro identità, forgiata dalla diversità e dalla consapevolezza di quel poco di sé. La loro storia d’amicizia è narrata senza pregiudizi e si percepisce una sofferenza emotiva dell’autrice nel raccontare dei loro problemi familiari, dei luoghi di appartenenza che altro non sono che di emarginazione, del grigio che avvolge una baby gang tutta al femminile, delle dimenticanze della società, dei giudizi, della droga, degli abusi e delle drammatiche e rischiose situazioni in cui verranno a trovarsi. Consigliato!
Baby rosa gang
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