Come un fiore sul quaderno
- Autore: Isa Grassano
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Giraldi Editore
- Anno di pubblicazione: 2022
Sai bene quanto me qual è il valore dell’affetto di una sorella: non c’è nulla di simile in questo mondo. Charlotte Brontë.
Una storia originale e suggestiva della lotta tra la poesia del cuore e la realtà, al centro di Come un fiore sul quaderno l’ultimo romanzo di Isa Grassano, lucana ma bolognese d’adozione, giornalista, scrittrice e collaboratrice di importanti testate nazionali.
I legami familiari narrano le nostre storie di affetti e, in questo suo nuovo lavoro, una vicenda privata raccontata è poi diventata romanzo.
Un particolare e intimo memoir che esplora delicati equilibri familiari e che coinvolge il lettore suscitando emozioni e complicità.
È il racconto di un legame speciale nell’avere una sorella, e nella sua valenza affettiva che può portare a una grande maturità. Nella postfazione al libro scrive la scrittrice e giornalista Anna di Cagno, quanto l’autrice riesca a spiazzare chi si avventura nelle sue pagine, a sorprendere e mettere in discussione la prevedibilità dell’animo umano.
La protagonista Speranza, l’io narrante, è una donna indipendente che vive da anni sulla Riviera romagnola dove ha un ristorante che gestisce da sola con molta passione. Nutre un affetto profondo per il piccolo Filippo, suo nipote, che ogni giorno le fa compagnia: è quel figlio mai avuto e nel guardarlo va indietro nel tempo, a quando lei aveva dieci anni e viveva con la sua famiglia in un paese della Basilicata. La cucina del suo ristorante, arredato con mobili antichi in legno, tovaglie di lino bianco, calici di cristallo e piante verdi alle finestre, è lucana con piccole contaminazioni del Sud. Della sua amata terra, insieme a specchi dorati antichizzati ha alle pareti quadri che raffiguravano i suoi luoghi dell’anima: le Dolomiti lucane, Matera e i suoi sassi, il piccolo borgo di Aliano di Carlo Levi e il Cristo redentore di Maratea. E poi i piatti nostalgia, le ricette della nonna, dalla salsa di pomodoro fatta in casa, al vino del Vulture dal colore rosso rubino, ai cavatelli con la mollica e peperoni cruschi, alla crema di cioccolato fondente del sanguinaccio.
I ricordi scivolavano dentro la clessidra della mia esistenza, dentro il baule della mente, dentro il cassetto dell’anima...
In un susseguirsi di flashback rivede lei bambina negli anni Ottanta e le lettere che scriveva piene di affetto alla sorella maggiore Rosa, dei suoi vent’anni, lontana dalla famiglia in Svizzera dove lavorava sul lago di Lugano.
Scrivere sorella serve a farti sentire davvero più sorella, visto che non ci sei mai … certi giorni mi manchi proprio assai. Sarebbe bello stare insieme al lago, ma pure una volta insieme a darci calci nello stesso letto.
Quando Rosa le rispondeva le raccomandava di fare la brava bambina e le raccontava di uno grande, Herman Hesse, che aveva imparato in collegio da una sua compagna, e di quanto sapesse scrivere poesie, racconti e romanzi. Speranza, dal bel nome che custodiva parte del destino, oggi è una donna indipendente, da tanti anni al nord, e si lascia andare con malinconia ai ricordi della famiglia e della sorella, che anche se non c’era in fondo c’era sempre stata, della sua terra arcaica e generosa, aspra e fiera, dell’Italia vittoriosa ai mondiali di calcio, del padre muratore e della mamma casalinga, dei comizi elettorali della Democrazia Cristiana, delle feste di paese. Avere una sorella era un regalo prezioso, racconterà la nostra protagonista.
E quanto era stata vana la ricerca di una foto di Rosa negli album di famiglia, nonostante venisse sempre descritta elegante, aggraziata con i capelli lunghi e con un neo sul labbro; e quanto fosse affranta nel non vederla mai, la sorella più brava, più buona, più bella, più tutto.
Nelle lettere le scriveva il suo impegno nel non pensarla per non sentire il vuoto della sua assenza e di quel mondo di affetti che poteva andare in frantumi.
Una sorellanza così particolare, unica, che cresceva nel tempo ma non dava i suoi frutti, perché non potevano giocare insieme, non potevano uscire insieme, non potevano raccontarsi la quotidianità e con gli anni che passavano non sarebbero mai cresciute insieme. Una storia a tratti commovente, lirica è Come un fiore sul quaderno che riporta con sensibilità il desiderio dell’affetto e del riscatto, e che scorre anche sul binario della storia raccontando la Lucania, la sua storia di sangue e magia, terra di confino, spesso dimenticata, percorsa da Costanza d’Altavilla, amata da Federico II, rivendicata da Rocco Scotellaro, e per il padre di Speranza una terra fuori da tutto.
Un romanzo raffinato e riguardoso, testimonianza del nostro passato, e storia di un difficile legame dal finale inaspettato che ancora una volta attesta la bravura della nostra autrice, che mi ha regalato un ricordo di quando ero bambina: la copertina bellissima del libro dell’artista Alessandra Montanari mi ha riportato alla mente i disegni coloratissimi che a scuola si disegnavano per ornare la prima pagina dei nostri quaderni.
Come un fiore sul quaderno
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