Costruire il nemico
- Autore: Umberto Eco
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: La nave di Teseo
- Anno di pubblicazione: 2020
Se ne parla molto in questo periodo di fascismo, nemici più o meno immaginari, identificati nell’altro, e a regola d’arte.
Per un lettore, il metodo migliore per confrontarsi e comprendere di più su una certa tematica è leggere, e cosa c’è di meglio allora di Umberto Eco.
Lo scrittore, intellettuale e semiologo nel corso della sua illustre carriera di letterato e saggista ha spesso affrontato l’argomento da più punti di vista.
Questi due piccoli libriccini, Costruire il nemico (La nave di Teseo, 2020) e Il fascismo eterno (La nave di Teseo, 2018), sono due pamphlet, esplicativi delle dinamiche cui si sta assistendo in questo periodo storico in Italia e, in realtà, in gran parte del mondo.
Si era sicuri che dopo lo shock pandemico la società avrebbe riportato delle conseguenze e infatti sono notevoli i cambiamenti cui stiamo assistendo sotto il profilo geopolitico e geo-sociale. La maggior parte del mondo vive situazioni di ribellione popolare e c’è una guerra in corso, tra Russia e Ucraina, che ha riportato il mondo sull’orlo della crisi nucleare dopo decenni di lavori per la messa al bando del medesimo rischio. In questo già complesso contesto generale, l’Italia si inserisce con i suoi problemi di “attracco mediterraneo” per l’immigrazione, fenomeno che caratterizza come una cifra propria i nostri tempi.
In Costruire il nemico, Umberto Eco affronta ciò che avviene in Italia ormai da qualche anno con uno sguardo ampio. Ripercorre la questione, e mantiene un approccio storico.
L’autore parte da lontano, dalle culture antiche, passa per il Medioevo, l’Inquisizione, la caccia alle streghe e arriva alla cultura moderna, analizzando questa endemica (quanto perversa e deviata) necessità di disegnare i propri contorni identitari che alcuni popoli usano, fra cui l’Italia da sempre, accendendo i riflettori su entità nemiche, più o meno reali.
È così che Eco descrive come nasce, e per quali ragioni, un nemico; come spesso questo sia soltanto immaginario. Allo stesso modo l’autore rivela l’importanza di innescare perfino le guerre allo stesso fine.
Quando un Paese si avverte debole è quello il momento in cui, come una cura vitaminica, intraprende l’esperienza bellica; per autoaffermarsi, destabilizza e identifica in soggetti “altri” un nemico da combattere, anche con le armi, di fronte al quale costruisce una retorica di pseudo bravura per autolegittimarsi.
Per l’Italia di oggi si tratta del migrante, di colui che più è diverso, e più lo si dipinge diverso, più è utile alla causa. Perfino la descrizione dei tratti somatici è alterata, peggiorata ai limiti della realtà.
È significativa, arricchita da alcuni passi di opere di autori famosissimi, la rassegna riportata nel libriccino con cui Eco spiega le dinamiche della metodica in modo esatto.
Costruire il nemico è un libro agilissimo che si legge in una manciata di minuti, con il linguaggio chiaro tipico dello scrittore che evidenzia, senza scadere in giudizi, in ombre moralistiche né opinioni personali la realtà che ci circonda alla luce della Storia del mondo. Un inquadramento largo, che va dal generale al particolare e serve a capire come evolversi senza ripetere gli errori del passato, o almeno così sarebbe auspicabile.
Un libro da cui si impara a riflettere soprattutto su ciò che ascoltiamo, ed è proprio questo il pregio principale.
La comunicazione, scritta e verbale, da cui dipende la formazione delle idee e delle politiche è il veicolo principale del disguido.
Anche l’altro libriccino, Il fascismo eterno, è collegato a questo fenomeno, ed è interessante proprio perché affronta il problema di questa eterna problematica che caratterizza il nostro paese ed è facile fare un collegamento tra le due situazioni culturali.
Ne Il fascismo eterno, discorso che Umberto Eco presentò presso un convegno di un università americana, sono molti gli input che ci fanno capire come nacque e come si caratterizzò il fenomeno fascista in Italia.
Per il lettore che si pone domande sul tema è assai curioso scoprire quanto quel modello, tutt’altro che totalitario (ed Eco spiega perché non si possa parlare di vero e proprio totalitarismo), sia stato, almeno lessicalmente, “esportato” facilmente in molte parti del mondo. Una dittatura all’acqua di rose, se vogliamo così definirla per come ci viene tratteggiata nel libro, che però fece, e continua a fare, danni culturali profondi.
Forse, ha lasciato l’eredità peggiore, con la quale ancora non siamo venuti completamente a patti ed Eco ne accenna le ragioni, parlando appunto di Ur-fascismo , ossia un fascismo endemico, perenne, antico come la stessa storia italiana, quasi al punto di sovrapporlesi.
Si tratta per questo di una duplice lettura, due mini saggi, che, se compiuta in combinazione, può illuminare e introdurre anche ulteriori e successivi approfondimenti e riflessioni sulle tematiche che affronta e che, a quanto pare, non sono solo ricorrenti, ma caratterizzeranno ancora il futuro italiano e globale.
Costruire il nemico
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