Doppio ritratto. San Francesco in Dante e Giotto
- Autore: Massimo Cacciari
- Genere: Religioni
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2012
“Francesco è simbolo nel suo stesso esserci. Esattamente come lo era il Gesù che vuole imitare”.
Il filosofo Massimo Cacciari racconta San Francesco, il poverello di Assisi, il santo patrono d’Italia. La riflessione laica sulla figura più importante della religione cristiana italiana è racchiusa in un saggio edito Adelphi del 2012 dal titolo “Doppio ritratto. San Francesco in Dante e Giotto”. Francesco, infatti, è contestualizzato nel periodo storico in cui visse e narrato attraverso i due "maggior fabbri del volgare europeo", cioè Giotto e Dante.
Il San Francesco di Cacciari è raccontato facendo molta attenzione alla sua biografia e ad alcuni studi rigorosi di storici del santo, come Paul Sabatier e Henry Thode. Ne viene fuori così un’interpretazione che supera i soliti cliché di profeta, rivoluzionario, giullare, che hanno etichettato per anni la personalità di Francesco.
Attraverso gli affreschi di Giotto della Basilica Maggiore, Francesco è visto “in perfetta armonia con la Chiesa e s’inchina anzi a essa". In Dante la prospettiva è diversa, Francesco è un "profeta" di un nuovo ordine; è a Francesco che va la preferenza di Dante nella Commedia. Giotto e Dante, però per il filosofo Cacciari, non puntano sulla forza della povertà che contraddistingue il santo in tutta la sua vita.
"La povertà è la violenza di chi vuole il Regno. Soltanto il povero è veramente potente".
Scrive Cacciari; quello di Francesco è uno "svuotamento del sé" simile a quello voluto da Dio per creare l’universo. In tal senso Francesco è l’alter ego di Gesù Cristo.
Doppio ritratto. San Francesco in Dante e Giotto è un testo profondo che va alle radici della cultura italiana ed evidenzia come Francesco segni la nascita di uno spirito europeo. Il filosofo veneziano ritiene Francesco una "figura futuri", che predica il “Verbum” in comunione con tutti, rifuggendo ogni separatezza, a tal punto che si reca con semplicità ma molto coraggio dal Sultano di Egitto, Malik al Kamil.
La santità di Francesco risiede nella sua energia, "rappresentabile attraverso le sue storie", che "divengono testimonianza della veridicità". Assisi grazie a lui diviene “cantiere" di novità artistica, da Roma giungono i novatores, Pietro Cavallini, Jacopo Torriti, Cimabue, e più tardi Giotto e aprono le loro botteghe e le loro scuole. Ed è la communitas francescana che segna la strada di una civiltà moderna e Francesco, sposando Madonna Povertà si candida con forza eversiva come unico possibile cambiamento del mondo.
Doppio ritratto. San Francesco in Dante e Giotto
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