Fisica della malinconia
- Autore: Georgi Gospodinov
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Voland
- Anno di pubblicazione: 2013
Passa il tempo ed eccomi di nuovo smarrita nella Fiera del libro della piccola e media editoria di Roma, dicembre 2021, nel magnifico interno della Nuvola di Fuksas, vagando tra decine di stand. Nonostante la gente, questo luogo sembra un po’ un labirinto e una strana malinconia mi assale (ahinoi corrono i tempi della pandemia!).
Presso lo stand della Voland l’allestitore mi mostra un libro: Fisica della malinconia di Georgi Gospodinov (edito nel 2013 con la traduzione di Giuseppe Dell’Agata). Non conosco l’autore, è bulgaro nato nel 1968, mi affascinano le parole usate dal ragazzo che lo descrive come un romanzo non lineare, destrutturato, originale. Il suo entusiasmo mi contagia tanto quanto la curiosità che il titolo evoca. Possibile che uno stato dell’anima, astratto come la malinconia, abbia una sua scienza? Mi domando.
Un bambino nato nella campagna bulgara si accorge presto di essere affetto da uno strano disturbo: empatia patologica. Chi è dotato di empatia è in grado di comprendere gli stati emotivi delle persone che lo circondano, una comprensione che torna agli altri in modo sottile. Ma il ragazzo va oltre, la sua empatia è morbosa, è lui stesso a vivere i ricordi, le emozioni e i dolori che appartengono ad altre persone, viaggiando in luoghi e tempi diversi, abitando tra gli altri corpo e anima del nonno e del padre, fino ad arrivare a vite animali e vegetali che per caso incontra durante la sua esistenza. Veste epoche diverse riconoscendo in esse i corsi storici: le guerre del novecento, la dittatura del dopoguerra, la noia degli anni ’80, attraverso la lente individuale del microcosmo che si ritrova ad abitare di volta in volta.
Diventato adulto, il ragazzo sembra aver perso quella facoltà di immedesimazione ma la sua indole lo spinge a dover vestire ancora (e narrare) storie altrui diventando così un compratore di storie, e sviluppando una visione universale e senza tempo del mondo. In fondo, un bravo scrittore è così che fa!
Fantastico l’immaginario di un possibile futuro apocalittico, nel quale è necessario lasciare una capsula ai posteri con riflessioni, ricordi e oggetti di uso quotidiano, affinché comprendano la storia dell’umanità che li ha preceduti e ne sappiano trarre insegnamento.
Il romanzo ha una sua storia, la trama è destrutturata, è vero, e arricchita da riflessioni filosofiche, aneddoti divertenti, elenchi di cose (fantastica la lista dell’effimero) e catalogazione della memoria. È un saggio e poesia, è ironia e amarezza, armonia e frattura, è sogno e incubo, e tutto è magnifico e terribile allo stesso tempo. Proprio come lo è l’umana creatura, così antropocentrica da dimenticare di non essere al centro dell’Universo. Interessante la riflessione costante sul mito del Minotauro, allegoria dell’eterno abbandono a cui l’uomo è sottoposto in ogni fase della sua esistenza individuale e collettiva.
Non si può descrivere ulteriormente questo romanzo, che a tratti assume connotati scientifici, ed ecco che la malinconia prende forma tra la fisica dei quanti, le particelle invisibili che esistono solo se osservate.
Quando giri l’ultima pagina ti accorgi che questo non è solo un romanzo ma una vera e propria esperienza, capace di curare l’anima del lettore, perché quello stato emotivo indefinibile colmo di inquietudine e mancanza che vagola dentro ognuno di noi raggiunge così una connotazione universale, proprio grazie alla capacità “empatica” unica del protagonista/autore.
Fisica della malinconia
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