Wok di Francesco Carofiglio

Francesco Carofiglio ha respirato libri sin da piccolo: naturale che dopo sua madre e il più celebrato fratello anche l’architetto Francesco abbia scelto di dedicarsi alla nobile arte della narrazione.

Pubblicato da Piemme nel 2013, “Wok” è la sua ultima fatica. Carofiglio varca i confini della Puglia, luogo letterario d’elezione della famiglia per origine e affezione ma anche dell’Europa per volare in America con un racconto a metà tra un classico bildungsroman e un rifacimento moderno ed adolescenziale del mitico "On the road" scritto da Jack Kerouac più di sessant’anni fa ma ancora splendidamente moderno.

Il protagonista è un ragazzo quindicenne sbandato, lasciato solo da una madre scomparsa troppo presto ma anche rimasta bambina che lo fa ritrovare "capofamiglia" di se stesso e dei suoi fratelli e in procinto di essere affidato ai servizi sociali. Ma Wok preferisce la fuga e il ritorno alle origini verso quella riserva indiana dove vive il nonno un indiano navajo. Inizia così un viaggio lungo l’America in compagnia di Zoe, adolescente persa come lui.

Narrato in prima persona, con stile asciutto e frasi brevi, il romanzo si rivolge all’adolescente che è in ognuno di noi e che vuole cercare e sognare.
L’autore non descrive i personaggi, che si presentano da soli attraverso il punto di vista della voce narrante. Realistico nella focalizzazione del protagonista principale e nelle situazioni, come già ne L’estate del cane nero, altro romanzo sui riti di passaggio dell’adolescenza, il libro mantiene un’aura di sospensione fiabesca grazie alla presenza di Alice, la madre morta, fata madrina evocata più volte nel corso della storia che inizia e finisce in suo nome.

"Wok" è un racconto delicato, che fa vivere angoli di un luogo lontano e sognato e fa palpitare con le vicissitudini di un ragazzo che guarda al suo passato per imparare a prendersi il futuro.