Giustino Roncella nato Bòggiolo
- Autore: Luigi Pirandello
- Categoria: Narrativa Italiana
Nel 1941 il figlio Stefano pubblica il quinto romanzo di Luigi Pirandello: "Giustino Roncella nato Boggiòlo". La prima versione è del 1911 con il titolo "Suo marito". L’opera, che comprende singoli capitoli, da considerarsi in sé compiuti, è da leggersi nell’ambito della novellistica comico-umoristica. Pirandello l’ha rielaborata a lungo ed era giunto a poco più della metà quando cessò di vivere.
Lo scritto ha una storia originale. Pirandello trae l’occasione dalla vita di Grazia Deledda che dalla Sardegna giunge a Roma, accompagnata dal marito e poi resa nota nell’ambiente culturale della capitale grazie all’aiuto offertole dal senatore Ruggero Bonghi, il quale scrisse la prefazione al romanzo "Anime oneste", pubblicato nel 1895. Non poche le maldicenze che irritano la Deledda e altresì non poche le analogie tra il suo sposo e Giustino Boggiòlo, marito della protagonista Silvia Roncella. Il mondo argutamente rappresentato da Pirandello è tipicamente borghese: vi ruotano attorno giornalisti e cronisti, attori e registi, dame appetitose che si muovono in salotti erotici in cerca di un potere narcisistico e autoreferenziale.
Siamo nella Roma umbertina, il cui ambiente suscita disgusto, essendo del tutto indifferente ai valori autentici del vivere. Ne viene fuori una galleria di deliziosi personaggi, veri e propri fantocci, presentati in perfetta sintonia con un modo di vivere vuoto che caratterizza la “terza Roma bizantina”. Il primo di essi che il lettore incontra è Attilio Raceni, “da quattro anni direttore della rassegna femminile (non femminista “Le Muse”. Sotto i suoi occhi stanno le fotografie di “innumerevoli giovani scrittrici italiane”.
A Silvia Roncella, illustre scrittrice venuta da Taranto col marito per stabilirsi a Roma, bisogna offrire un banchetto. Mentre s’incammina per raggiungere via Sistina, dov’è la casa di Dora Barmis, giornalista disincantata e scettica, assiste a una manifestazione: un corteo popolare represso dalla cavalleria. Di quattro morti e venti feriti parlano i giornali. Restano ignote le cause della rivolta; Racelli non si cura affatto di conoscerle e, oltre a restare indifferente, manifesta una certa ostilità contro i rivoltosi, chiamandoli “bruti”, giacché ostacolano il suo tragitto. È dalla conversazione tra lui e Dora che cominciano ad affiorare le prime notizie su Silvia Roncella e sul marito Giustino Boggiolo. La loro psicologia è sviluppata gradualmente e con finezza di particolari. Se Silvia è dedita al fantasticare, Giustino Boggiolo, impiegato-burocrate estraneo al mondo dell’arte, è personaggio comico. "Manager" efficientissimo della moglie con cui si identifica fino al grottesco, è preso in giro dalla società letteraria. Sono in proposito di coinvolgente scioltezza espressiva le pagine che rappresentano il banchetto in onore della scrittrice.
Quale il rapporto tra i coniugi? Potrebbe essere questa la domanda che fa da filo conduttore alle vicende che innervano l’andamento narrativo. Diciamo appena che il destino di lei è di solitudine e di incomprensione. Rifugge dal guardarsi dentro, ha paura di smascherarsi, di vedersi nella nuda aridità e spesso si estrania dalla realtà. Si realizza soltanto quando prende le distanze dal marito, soprattutto quando sotto la maschera di donna timida e fragile affiora “uno spirito affilato come un pugnale (…) come un rasojo”. Sarà in grado di aprirsi un varco per sfuggire ai suoi più assillanti condizionamenti?
L’opera, quasi sconosciuta dei romanzi di Pirandello, può non essere considerata un “romanzo chiave” e forse per una certa disorganicità dell’impostazione, ma indubbiamente ha una configurazione del tutto particolare: dai vivaci e coinvolgenti dialoghi e dalle descrizioni armoniose balza evidente il tema dominante della produzione pirandelliana. Il contrasto tra l’essere e l’apparire, tra come siamo e come gli altri ci percepiscono, e come in definitiva vorremmo essere senza che sia possibile trovare un via d’uscita dalla forma in cui siamo rinchiusi.
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