Gli scrittori inutili
- Autore: Ermanno Cavazzoni
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Guanda
Ermanno Cavazzoni è nato a Reggio Emilia ed è uno scrittore e uno sceneggiatore di indubbio successo, basti pensare alla sua collaborazione con Federico Fellini alla sceneggiatura dell’ultimo film del famoso regista italiano, “La voce della Luna”, ispirato proprio ad un suo romanzo, “Il poema dei lunatici”.
Ne “Gli scrittori inutili” (Guanda, 2010) Cavazzoni ironizza con incredibile talento ed originalità sulla figura dello scrittore, creando 49 scenari surreali popolati da scrittori inermi e succubi del loro mestiere e della loro arte, suddividendo le loro vicende per i sette vizi capitali (lussuria, gola, avarizia, accidia, invidia, ira e superbia).
Le “Avvertenze” iniziali di Cavazzoni preparano il lettore a questa esperienza conoscitiva a dir poco insolita:
“Chi voglia diventare scrittore inutile, non ha che da esercitarsi. Ed è raccomandato l’esercizio dei vizi, che sono sette; occorre insistere in ciascuno di essi fin che improvvisamente non si apre una nuova visuale e si resta lì muti, molli e incapaci del tutto. Ma poiché non è facile a volte diventare anche solo scrittori, ci sono per questo le scuole. Una scuola di scrittura che si rispetti introduce al vizio l’allievo; perciò le scuole saranno formate da sette docenti, essendo sette le materie insegnabili. Per compilare il manualetto che segue un allievo principiante si è sottoposto a sette lezioni (di lussuria, gola, avarizia, accidia, invidia, ira e superbia), le quali sono state fedelmente trascritte affinché chiunque in futuro se ne possa liberamente giovare. Ma neppure è facile diventare inutili, per quanto si studi, ci si applichi e ci si ingegni; a meno che la vita con le sue evenienze non ci venga in soccorso. E le evenienze si è appurato che sono sette: le scuole che si frequentano, le famiglie da cui si viene adottati, le angherie patite, le speranze che sfumano, i fantasmi che vengono in visita, i vagabondi che si finisce per essere e le demenze da cui non si scampa. Se si combinano i vizi con le evenienze si hanno esattamente quarantanove casi possibili, che sono quelli appunto qui raccolti e ordinati.”
Di scrittori inutili qui se ne trovano tanti:
- scrittori che scrivono per bambole gonfiabili,
- scrittori eterni bambini,
- scrittori reclusi,
- scrittori al guinzaglio,
- scrittori in crisi,
- scrittori in colonia al mare,
- scrittori che hanno in odio lo scrivere
e molti altri ancora. Ogni capitolo assomiglia ad un vero e proprio girone dantesco, con la sua morale finale. Il romanzo assume pertanto le fattezze di una sarcastica antologia che spazia dall’antropologico al grottesco. E poiché “ogni tanto in una famiglia normale nasce uno scrittore ma nessuno lo sa”, occorre prepararsi al meglio… o al peggio!
Un lodevole esempio di scrittura creativa, dai toni dolce-amari, che tutto induce a pensare ma che non scoraggia gli appassionati di scrittura, spingendoli a trarre spunto proprio dalla sua originalità.
Gli scrittori inutili
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