Gridalo
- Autore: Roberto Saviano
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Bompiani
- Anno di pubblicazione: 2020
Roberto Saviano, scrittore e sceneggiatore famosissimo, oltre ai suoi testi più conosciuti sulla criminalità organizzata, ha pubblicato per Bompiani nel 2020 Gridalo, un libro fatto di storie di uomini e donne che hanno gridato, almeno una volta, per denunciare un’ingiustizia.
L’autore, nei vari capitoli, invita il proprio lettore a prendere coscienza dei torti subiti e comunicare, con coraggio, tutto quello che trova di sbagliato, di prendere posizione a difesa della verità. E per farlo mostra, pagina dopo pagina, vite di esseri umani esattamente come noi che, anche con imprudenza, hanno alzato la voce per farsi sentire, per far sentire agli altri ciò che non riuscivano più ad accettare.
In ogni ambito, in ogni tempo ho diviso le persone tra chi difende e protegge la parola e chi la viola e la compromette. Anche se di idee opposte, anche se in contesti violenti e contraddittori, chi difende la parola appartiene per me a quella preziosa e spesso invisibile parte del genere umano che difende l’umanità.
I protagonisti del libro sono molti e rappresentano, tramite la loro storia, ingiustizie diverse. Tutti quelli di cui Saviano ha scritto simboleggiano una violenza, sia fisica che mentale.
Tra di loro c’è Anna Achmatova, poetessa russa vissuta prima e dopo la rivoluzione bolscevica. La sua vita narra la dittatura, l’impossibilità di esprimere il proprio pensiero, la tragedia di veder ucciso un marito e di veder imprigionato il proprio figlio, la stanchezza di vedere i propri lavori censurati, e, ancora peggio, la paura di morire. Saviano racconta di quando a Leningrado, mentre la Achmatova era in fila fuori da un gulag per andare a incontrare il figlio, una donna le si avvicinò, la riconobbe (prima della rivoluzione era una delle poetesse russe più famose, era da molto tempo che non scriveva niente, non le era permesso) e le chiese semplicemente di raccontare quello che subivano tutti i giorni, poiché era l’unica ad avere un pubblico che l’avrebbe ascoltata; tra quelli che facevano la fila con lei, la maggior parte non aveva la possibilità di farsi sentire. Per questo lei lo fece, scrisse Requiem su dei fogli di carta volanti, scrisse versi che denunciavano l’ingiustizia dei gulag, dell’illibertà che vivevano sulla loro pelle, versi che gridavano le sofferenze di moltissime donne.
Alla fine di ogni capitolo l’autore cerca di racchiudere, in pochissime parole, le storie di questi uomini e di queste donne, le loro grida, potendo, in questo modo, trattare moltissimi argomenti, tra cui le dittature, il razzismo, il sessismo, il bullismo, la censura e le bugie che possono rovinare una vita.
Roberto Saviano, raccontando il coraggio, cerca di spronare la gente a protestare, a rivoltarsi contro i problemi e contro le ingiustizie. Gli uomini e le donne presenti nel libro fungono da esempi, servono per dare strumenti al proprio lettore per riconoscere ciò che non va. E, quasi come se fosse l’unico metodo possibile, il testo trova una soluzione a quei problemi, ovvero: denunciare le ingiustizie, puntare il dito, comunicare i propri disagi, usare le parole per sconfiggere i poteri costituiti.
Quello che potevo dirti è tutto qui, in questo libro, nelle sue parole. Nelle mie parole. Nelle parole di chi ha compreso che la felicità o è collettiva o non è, che il benessere o è collettivo o non è, che la libertà o è di tutti o non è.
Gridalo
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