Guerra aeronavale nel Sud Atlantico Falkland/Malvinas 1982
- Autore: Ferdinando Pedriali
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2023
Sorprese tutti, nella primavera 1982, il primo conflitto armato convenzionale tra Stati occidentali dalla seconda guerra mondiale, entrambi aderenti al Patto Atlantico NATO. Il mondo fu scosso dalla crisi tra la Gran Bretagna e la Repubblica Argentina, risolta con le armi, per il possesso di alcune isole marginali, quasi antartiche e pressoché sconosciute.
Un attivo autore di saggi e ricerche di storia militare, Ferdinando Pedriali, ricostruisce la Guerra aeronavale nel Sud Atlantico Falkland/Malvinas 1982 in un agile elegante volume, riccamente illustrato con fotografie, molte a colori, cartine e mappe, edito da IBN (Istituto Bibliografico Napoleone, Roma, novembre 2023, collana Aviolibri Dossier, 156 pagine).
Ferrarese di nascita, nel 1930, Ferdinando Pedriali vive a Pinerolo. Ingegnere, dirigente industriale e pluri scrittore-ricercatore premiato, firma un lavoro molto ben articolato e di agevole lettura, con la collaborazione dell’Agregación Naval y Aeronáutica Argentina a Roma, che ha messo a disposizione documenti, testimonianze, pubblicazioni e immagini.
Anche l’Air Historical Branch della RAF ha offerto un considerevole contributo iconografico.
Dunque una guerra tradizionale, sia pure combattuta con alcune delle risorse belliche moderne degli anni Ottanta del Novecento, per il possesso di isole remote scarsamente popolate. Nessuno avrebbe immaginato il 2 aprile di quarantadue anni fa che la Gran Bretagna avrebbe risposto al fatto compiuto dell’occupazione argentina allestendo una potente task force aeronavale. Soprattutto, andandosi a riprendere con la forza tre arcipelaghi di brughiere gelide quasi tutto l’anno e squallide in tutte le stagioni, a quasi 8mila miglia nautiche di distanza e sotto il naso dell’avversario (il cui confine distava meno di 1.500 chilometri),
Il generale Leopoldo Galtieri, capo della Junta Militar, non aveva fatto i conti con la determinazione della premier Margaret Thatcher, la Lady di Ferro. Aveva anche sottovalutato la rete diplomatica ufficiale e ufficiosa che avrebbe favorito l’Operazione Corporate e ostacolato la politica argentina, la logistica e l’approvvigionamento di armi moderne. In più, non era stato preso in considerazione l’isolamento internazionale della dittatura militare golpista, che governava ferocemente dalla Casa Rosada, reggendosi sull’economia argentina disastrata solo con la repressione e l’uccisione degli oppositori, reali o anche solo sospetti.
La disputa tra i due Stati era nata due secoli prima. Alla dissoluzione delle colonie spagnole in Sudamerica, l’impero inglese allargò in fretta dopo il 1820 la testa di sbarco di Port Egmont, nelle Falkland occidentali, dove si era stabilito dal 1765. Tenne a bada le recriminazioni della Confederazione Argentina, che si proclamava erede della Spagna nella sovranità sulle isole sud atlantiche. A favore dei britannici, esercitò una forte influenza l’interesse degli Stati Uniti d’America a garantire lo status quo degli approdi sulle rotte interoceaniche della flotta baleniera nordamericana.
Molto più avanti, nel dicembre 1965 la risoluzione 2065 dell’Assemblea generale ONU invitò i due Stati a negoziare una soluzione pacifica e definitiva della controversia, tenendo conto degli interessi degli isolani. Trattative del tutto sterili (il conflitto si estendeva finanche alla denominazione, in inglese o spagnolo).
Alla fine del 1981, la gravissima congiuntura socio-economica che attanagliava l’Argentina spinse i vertici delle tre Armi a scuotere il Paese puntando sul nazionalismo, come avevano fatto anni prima ospitando la Coppa del Mondo di calcio, vinta proprio a Buenos Aires dagli albiceleste di Kempes e Luque. Da qui il progetto di sbarcare nelle Malvinas, per ricongiungerle alla Madrepatria, sebbene abitate da residenti quasi tutti di origine britannica, circa duemila.
Il conflitto si svolse tra il 2 aprile e il 16 giugno 1982, tra forze di cielo, di terra e di mare, avviato dall’Operazione Rosario, il colpo di mano della Junta, a tarda sera del 1 aprile.
La Royal Navy aveva sottratto le Falkland all’Argentina, nel 1832, sempre l’Home Fleet andò a riprenderle, insieme alla RAF e all’Esercito, imponendo il blocco navale intorno agli arcipelaghi e facendolo rispettare con le cattive.
Gli argentini non avevano molto da opporre all’imponente flotta aeronavale britannica, frenati dall’embargo su tutte le forniture militari, non osservato invece nei confronti del Regno Unito, che continuò a ricevere armamenti decisivi e carburanti dagli USA.
La Fuerza Aerea ottenne dalla francese Dassault solo cinque dei quindici aerei Super Etendart commissionati, con gli eccellenti missili Exocet e questo risparmiò alla Gran Bretagna la perdita di almeno altre quattro o cinque unità navali. In linea di volo, centottanta velivoli argentini contro trenta britannici. Una prevalenza fittizia: gli aerei inglesi erano i multiruolo Harrier, a decollo verticale, che operavano 24 ore su 24 dalle portaerei, con tanta autonomia e rispettando i corretti turni di riposo dei piloti, mentre gli avversari arrivavano sugli obiettivi dopo 500 miglia di volo e un rifornimento in quota dalle due sole aerocisterne disponibili. Le piccole formazioni trovavano ad aspettarli coppie di Harrier, coi moderni missili aria-aria Sidewinder.
La superiorità fu evidente anche in mare, un sottomarino nucleare britannico affondò già il 2 maggio il vecchio incrociatore Belgrano, costringendo nei porti tutte le unità dell’Armada.
In terra, i ragazzi di leva argentini non poterono molto contro gli incursori gurkas e i Royal Marines, militari di professione, ben addestrati e armati.
Guerra aeronavale nel sud atlantico Falkland/Malvinas 1982
Amazon.it: 18,04 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Guerra aeronavale nel Sud Atlantico Falkland/Malvinas 1982
Lascia il tuo commento