I Gillespie di Jane Harris

Dopo i consensi di critica ottenuti nel Regno Unito, esce anche in Italia a gennaio 2012, per i tipi di Neri Pozza editore, il romanzo “I Gillespie” della scrittrice irlandese Jane Harris.

La storia, ambientata alla fine dell’Ottocento, viene narrata dalla stessa protagonista parecchi anni dopo quando, ormai vecchia, essa avverte l’esigenza di dare la sua versione dei fatti. I fatti vedono Harriet Baxter, benestante e indipendente zitella inglese recatasi a Glasgow in occasione dell’Esposizione Internazionale, prodigarsi in favore della famiglia del talentuoso pittore Ned Gillespie, una famiglia conosciuta per caso, composta oltre che da Ned, dalla moglie, dalla madre, dai cognati e da due piccole figlie. Harriet, cultrice del bello, si dà da fare in tanti modi per sollevare il suo nuovo amico dalle pesanti incombenze familiari che, a suo modo di vedere, lo soffocano rischiando di intralciarne l’affermazione in campo artistico.

La tranquilla descrizione della quotidianità e degli scenari naturali viene però bruscamente interrotta dall’evento tragico che trasforma improvvisamente quello che sembrava un romanzo vittoriano in un noir. Sui sentimenti provati per Ned e i suoi familiari, la protagonista si sofferma spesso, dichiarandoli improntati ad amicizia, lealtà e dedizione. Ma è davvero altruismo il suo?

In questo romanzo, a dispetto di una sagace presenza di dettagli, la verità non è poi così scontata come appare e sembra piuttosto essere affidata a notazioni marginali. Per di più, accanto alla vicenda rievocata nel memoriale, c’è quella che si svolge mentre Harriet lo scrive e che finisce per proiettare una luce inquietante anche sul passato e costringere il lettore, giunto alla fine della narrazione, a riconsiderarla in un’ottica diversa.

Una tensione che non conosce cedimenti pervade il romanzo. Una tensione che scaturisce dallo spiazzante contrasto tra il ritratto ostentatamente sereno di un contesto piccolo borghese e il verificarsi di eventi sconcertanti che apparentemente sembrano non aver con esso alcun rapporto. Tassello dopo tassello, la Harris costruisce un’atmosfera di dubbio e ambiguità con un’abilità tale da fare di questo libro un piccolo capolavoro.