I Goldbaum
- Autore: Natasha Solomons
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2018
“I Goldbaum” (Neri Pozza 2019, titolo originale The House of Gold, traduzione di Laura Prandino) romanzo redatto dall’autrice inglese Natasha Solomons, nata nel 1980 che vive nel Dorset con il marito il premiato scrittore per bambini David Solomons e i loro due figli, è la storia di una ricca famiglia di origine ebraica.
"Palazzo Goldbaum era fatto di pietra, non d’oro”, come le bambinaie erano solite raccontare ai bambini, i quali vedendo il grande edificio di comunissima pietra chiara sulla Heugasse immancabilmente ci restavano male. Ma i bambini non potevano sapere che quella del palazzo Goldbaum era la pietra bianca più bella d’Austria, trasportata dalle Alpi fino a Vienna sulla ferrovia costruita grazie a un prestito della banca Goldbaum, con un treno di proprietà della compagnia ferroviaria Goldbaum, dipinto con i colori di famiglia azzurro e oro e adorno del suo stemma, cinque cardellini su un ramo di sicomoro.
Infatti, si diceva che i Goldbaum fossero così ricchi e potenti che nelle giornate uggiose noleggiavano il sole perché brillasse per loro. Rispettati, odiati in silenzio e anche temuti dallo stesso Imperatore, giacché la banca Goldbaum possedeva il suo debito: questo erano i Goldbaum il cui palazzo sulla Heugasse era semplicemente la manifestazione della loro influenza.
La vera fonte della ricchezza dei Goldbaum era una costruzione più piccola e meno appariscente sulla Ringstrasse: la Goldbaum Bank, filiale austriaca della banca di famiglia. Se gli uomini Goldbaum erano tutti banchieri, le donne Goldbaum sposavano uomini Goldbaum per produrre piccoli Goldbaum. Il clan non si considerava solo una dinastia di banchieri, ma anche di collezionisti, giacché i Goldbaum “amavano collezionare la bellezza” grazie a dipinti celebri, preziosi gioielli, mobili antichi di squisita fattura e non solo.
Anche Greta Goldbaum seguiva la tradizione di famiglia, solo che la giovane collezionava guai. La personalità di Greta era l’opposto di quella di suo fratello Otto, era impulsiva, mentre lui era cauto, lei parlava e lui ascoltava. Ribelle, volitiva e testarda, quando era stato il momento di sposarsi, Greta non aveva potuto sottrarsi alle consuetudini dei Goldbaum. Era stato deciso che sarebbe andata in sposa al cugino Albert Goldbaum e insieme a suo marito Greta avrebbe vissuto in Inghilterra. “Lasciare Vienna è un po’ come morire”.
Era il 1911, che cosa avrebbe fatto la bella Greta quando di lì a qualche anno sarebbe scoppiata la I Guerra Mondiale e i rami della famiglia Goldbaum, che regnava da duecento anni, si sarebbero trovati su fronti opposti?
Probabile che nemmeno lui abbia voglia di sposare te
Natasha Solomons ispirandosi alla storia bancaria, finanziaria e personale dei Rothschild, nel romanzo dedicato “Alla mia famiglia – David, Luke e Lara”, tratteggia con grande maestria una saga familiare tradotta in diciassette lingue. Brilla tra le pagine dello splendido romanzo la fulgida luce di Greta Goldbaum, il cui coraggio commuove il lettore. L’autrice si dimostra particolarmente brava nel descrivere un mondo e un Impero, quello Austro-Ungarico che la Grande Guerra avrebbe spazzato via per sempre. Non è un caso, dunque, che abbia scelto, come esergo del testo, una frase tratta dal romanzo capolavoro di Joseph Roth “La marcia di Radetzky”:
L’Imperatore era un vecchio. Era il più vecchio imperatore del mondo. Intorno a lui girava la morte, girava e mieteva, girava e mieteva. Già l’intero campo era vuoto, e solo lui, come un argenteo stelo dimenticato, stava ancora là e aspettava.
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