I ragazzi
- Autore: Edith Wharton
- Genere: Classici
- Categoria: Narrativa Straniera
I ragazzi, titolo originale The Children (1928), è considerato uno dei romanzi minori della scrittrice americana Edith Wharton, pur affrontando un tema innovativo per l’epoca: il destino incerto dei figli di agiate famiglie “allargate” e disfunzionali.
La storia inizia con l’incontro, su una nave diretta da Algeri a Venezia, tra l’ingegnere newyorkese Martin Boyne, quarantaseienne, e l’allegro gruppo dei piccoli Wheater: ben sei bambini, figli o figliastri dei ricchi coniugi Wheater, antiche conoscenze di Boyne. I sei ragazzini, oltre ad essere accompagnati dalle loro bambinaie, sono guidati ed amati dalla sorella maggiore Judith, splendida quindicenne sulle soglie della vita adulta e con un forte senso di responsabilità nei confronti dei piccoli. Tuttavia Judith conserva ancora un’anima teneramente infantile per quanto riguarda il destino dei fratelli: spera che non vengano divisi in seguito all’ennesimo divorzio tra i genitori, preda di infatuazioni facili e dediti ad una vita di lussi e superficialità. Martin Boyne decide di aiutare i bambini in questa crociata contro il mondo degli adulti, affascinato dalla loro genuinità e vivacità. In particolare, l’uomo sarà, suo malgrado, conquistato dalla bellezza e dalla dolcezza di Judith e metterà in dubbio i suoi sentimenti per la vecchia amica Rose Sellars.
“I ragazzi” di Edith Wharton è un romanzo in cui è possibile cogliere lo sguardo indagatore e critico dell’autrice, minuziosamente attenta agli aspetti sociali e psicologici delle sue storie. Qui l’accusa principale è rivolta a quei membri dell’upper – class che, incapaci di rivestire in maniera degna il proprio ruolo genitoriale, costringono i propri figli a crescere con evidenti carenze sul versante affettivo.
“Oh, fa tutto Judith. E tutti i ragazzi sono con lei. Dicono che non vogliono essere assolutamente divisi: anche i piccoli lo dicono. Sono affezionati l’uno all’altro più di quanto si possa immaginare, vedendoli litigare e picchiarsi di continuo”.
I ragazzi
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Un romanzo innovativo, come dice bene la recensione, sicuramente superiore all’"Età dell’innocenza" , perchè non predicatorio, ma che lascia i fatti parlare da soli.
Si parla di famiglie allargate, ma anche di una tematica che verrà portata avanti da Nabokov: l’attrazione di un uomo adulto verso una fanciulla. La Wharton non si spinge fino a scrivere della consumazione del rapporto, tutto rimane nell’ombra come si conviene ad una scrittrice ancora ottocentesca, ma il lettore se ne accorge dagli indizi che vengono seminati qua e là. E il finale è triste "Martin boyle, un uomo solo". Il distacco delle generazioni è troppo forte per poterlo superare. Un vecchio mondo se ne va, un altro arriva.