Il leone di Lissa. Viaggio in Dalmazia
- Autore: Alessandro Marzo Magno
- Genere: Letteratura di viaggio
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Il Saggiatore
- Anno di pubblicazione: 2003
È un atto d’amore il saggio Il Leone di Lissa (Il Saggiatore, 2003) che il giornalista e scrittore Alessandro Marzo Magno ha voluto dedicare ad una terra che ha dovuto subire il fascismo, il comunismo e una guerra che l’ha dilaniata in pochi anni.
Nato a Venezia, laureato in Storia, Magno ha lavorato per diversi quotidiani ed è stato il responsabile esteri del settimanale Diario. Fra il 1991 e il 2000, sia negli anni del conflitto nei Balcani che negli anni della ricostruzione, l’autore è stato più volte in Dalmazia e ha visto da vicino gli aspetti più violenti del conflitto ma anche la ricostruzione. Egli ricorda quando dalla costa veneziana si guardava la costa di fronte: allora l’Adriatico era un mare che univa o come lo definisce Paolo Rumiz nella prefazione al libro, il mare dell’Intimità.
Nel diciottesimo secolo la Dalmazia faceva parte, con il suo arcipelago di isole, della Serenissima Repubblica di Venezia e, scrive Magno, quando suonavano le campane a Venezia i rintocchi si udivano dall’altra parte dell’Adriatico. L’abate Alberto Fortis, intellettuale di cultura illuministica, visitò le terre dalmate e riportò il suo itinerario e le sue esperienze nel libro Viaggio in Dalmazia, pubblicato nel 1774. A due secoli di distanza dal racconto dell’abate Fortis, il nostro autore ha ripercorso gli stessi luoghi appuntando e notando ciò che è ancora visibile di quello che era stato descritto, come alcuni usi a tutt’oggi ancora consueti.
“ E allora eccoci sulle tracce di Alberto Fortis a rifare con gli occhi disincantati del viaggiatore del XXI secolo l’itinerario che avevano percorso gli occhi meravigliati del figlio dell’Illuminismo. In quel tempo non c’erano strade, muoversi in barca era una necessità; oggi quelle atmosfere possono essere colte da chi si sposta in barca a vela o con i traghetti. Oggi come ieri le dalmate e i dalmati tendono a essere alti, slanciati e piuttosto belli. Sono allegri e cordiali, amano il canto e il buon vino. È gente di mare, quindi abituata ai contatti con il mondo. Belli gli abitanti, bellissimi i luoghi, caratteristici i colori (le pietre bianche delle montagne che si specchiano nel blu del mare), tipici gli odori( quasi ovunque l’aria è impregnata del profumo della salvia e del timo). La Dalmazia, oggi come ai tempi di Alberto Fortis, è tutta da scoprire. “
Una lettura che ci apre alle piccole meraviglie delle città e delle isole, una lettura in cui approfondiamo i legami tra le due rive dell’Adriatico, ne conosciamo la storia che in fondo un po’ ci appartiene e scopriamo tradizioni e profumi che ci sorprendono.
A Morter, il nostro viaggiatore tocca con mano un tessuto fatto con le fibre della pianta di ginestra, con cui fino a qualche decennio prima si facevano le babbucce per le donne proprio come aveva descritto l’abate Fortis. A Trau, invece, rimane affascinato dal pezzo di marmo bianco dove è scolpito Kairos, il dio greco, una delle pietre più affascinanti della Dalmazia; a Spalato, ritrova sorprendentemente la piccola chiesa di San Martino, ricavata all’interno delle mura del palazzo Diocleziano, vicino alla Porta d’Oro, in uno dei corridoi che Diocleziano percorreva per spostarsi.
Scriveva l’abate che gli artisti del settecento andavano a Spalato anziché a Roma per studiare le antichità. Fra le tante curiosità scopriamo che è nato in Dalmazia Nicolò Tommaseo, uno dei padri della lingua italiana, esattamente a Sebenico e Curzola, invece, ha dato i natali a Marco Polo, anche se i veneziani a tutt’oggi sono ancora convinti che sia nato in laguna.
Il Leone di Lissa racconta un viaggio nel tempo odierno e passato, dove la modernità si mescola alle antiche tradizioni, descritto con grande partecipazione dallo scrittore Alessandro Marzo Magno. Una terra ricca di storia e di tradizioni, sottomessa nei secoli, dove ogni dominatore ha lasciato segni indelebili nell’anima di un popolo che è oggi alla ricerca di una propria identità e della propria autonomia.
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Adoro la Croazia, vorrei che fosse ancora italiana. Questo scrittore me l’ha fatta amare di più. Libro bellissimo.
Tutto vero Lucia, la lettura di un viaggio che affascina!