Il Maestro di Pietroburgo
- Autore: J. M. Coetzee
- Categoria: Narrativa Straniera
Dostoevskij, leggendo il diario del figliastro morto, Pavel, viene a conoscenza dell’appellativo con cui il ragazzo soleva far riferimento a lui: lo chiamava “il Maestro”.
Un maestro delle lettere, sicuramente, ma non un maestro di vita. Coetzee, in questo suo libro, ci offre l’opportunità di vedere lo scrittore russo nell’ottica della sfera privata, delle indecisioni, degli incidenti di percorso, degli sbagli in buona fede nell’allevare un figlio non suo.
Da Dresda, Dostoevskij si reca in Russia appena ricevuta la notizia della morte del figliastro: la sua patria lo inghiotte in un vortice di ricordi, di nuove conoscenze e di pensieri che si mescolano all’atmosfera ed ai temi dei suoi libri, come “un grande ossario di storie più vecchie della storia, costruite e conservate dalla gente”.
Il rimpianto si nasconde insidioso tra le pieghe del suo cuore, poiché non riesce ad ammettere a se stesso di non aver dato le giuste attenzioni a Pavel e di non avergli dimostrato il suo amore: la morte diviene dunque una linea di confine, che riunisce i due, ma allo stesso tempo mette in discussione la moralità e gli ideali di giustizia.
“Ho perso il posto nella mia anima”: è la riflessione di un padre senza risposte, che ha perduto il diritto di fare domande al figlio molto tempo prima della sua sorte tragica...
“Una tragedia: ma chi ci fa caso? La tragedia è dappertutto intorno a noi ai giorni nostri. La tragedia è diventata la dimensione del nostro mondo”.
Dostoevskij, intrappolato ed insieme incantato dalla realtà in cui si trova a vivere, intreccia legami con le persone che hanno avuto un peso nella vita di Pavel, ripercorrendo, a modo suo, le tappe del figlio, gli affetti, gli interessi politici, le creazioni artistiche.
“Quando la morte taglia tutti gli altri legami resta sempre il nome”: Pavel!
Lo scrittore russo vive nella stanza in affitto del figliastro, lo vede riflesso allo specchio, lo sente nel sonno: è un fantasma che reclama la sua storia.
Il maestro di Pietroburgo è un libro interiore, una confessione di un fallimento, ma allo stesso tempo la presa di coscienza di un uomo distrutto dal dolore, che vive come uno sconosciuto la vita di un suo caro.
Si intrecciano questioni politiche ed amore, in un clima da memorie del sottosuolo, tra demoni interiori e castighi di solitudine.
Non resta che cercare di rispondere ad una domanda cruciale nella finzione letteraria dell’opera ed altresì nella realtà attuale:
“L’amore, rovesciato come un guanto, mostra le brutte cuciture. E con che cosa è cucito l’amore?”
A ciascuno il tempo di una riflessione.
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