Il bar delle grandi speranze
- Autore: J. R. Moehringer
- Casa editrice: Piemme
Un viaggio sullo sterrato tortuoso tra le pieghe della coscienza. Un percorso casuale che porterà l’autore a scoprire il mondo per scoprire se stesso. Mondo che, in tutte le sue sfaccettature, sembra implodere in un bar, nel suo bar. Questo libro fluisce nel solco dionisiaco della cultura letteraria americana: un panta-rei etilico che porta personaggi ad incontrarsi, ad intrecciare le proprie storie, a mischiarle come un cocktail, a raccontare una quotidianità in bilico tra tanti insuccessi e poche soddisfazioni. Emerge un senso di profonda commiserazione tinta di solidarietà che, tra un gin ed un martini, si riscopre amicizia.
L’autore strizza l’occhio al celeberrimo "Antologia di Spoon River", dal quale mutua la struttura: il primo capitolo è dedicato al bar, alcova per quasi tutti i personaggi che animano la scena, i quali sono presentati con acume uno per uno nei capitoli successivi. Il locale diviene laboratorio sociale, sembra fagocitare democraticamente umanità d’ogni genere per poi centrifugarla, metterla a nudo, svelarla per nascondela a se stessa. A differenza del classico di Edgar Lee Master, l’obiettivo non è descrivere dinamiche socialì bensì restaurare il confuso mosaico rappresentato dall’io dell’autore ordinando tassello dopo tassello i ricordi, le esperienze, le emozioni.
Il romanzo è autobiografico; J.R. Moehringer, giornalista già vincitore del premio Pulitzer nel 2000, disseppellisce dalle profondità della propria memoria ricordi e sensazioni. La scrittura è scorrevole, giornalistica, sempre piacevole. La caratterizzazione dei personaggi non è mai banale, un quadro impressionista che regala al lettore pennellate intense ed emozionanti. Il bar, come una grossa casa degli specchi, riflette immagini attraverso gli occhi distorti degli avventori. Sono immagini confuse e mutevoli, solo allontanandosi dal bar J.R. riuscirà a guardarsi e a riconcliarsi con se stesso. La storia di un uomo comune che ama le parole e faticherà non poco a dare una definizione di se stesso ed a trovare il suo posto nel mondo. Autentico. Voto: 8/10
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The Tender Bar. Il bar delle grandi speranze
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Gran bel romanzo...stavo per scriverne la recensione quando mi sono accorta che era già online da ben cinque anni...Un autore da seguire , è appena uscito il suo nuovo romanzo "Pieno giorno" da Piemme.
Ho imparato ormai che J.R. Moehringer non delude mai. Questo libro è l’autobiografia romanzata dell’autore, dall’infanzia all’età adulta. Cominci a leggere i primi capitoli, la sua infanzia con la madre e una pletora di zii e cugini e ti chiedi se valga la pena andare avanti. Ti chiedi: ma mi potrà mai interessare e coinvolgere la storia di uno scrittore? Potrà entrarti dentro la descrizione del bar - rifugio del protagonista e della varia umanità che lo frequenta? Ma piano piano il coinvolgimento sale, e qui sta la sua vera arte, impari ad affezionarti ai personaggi, impari a identificarli coi loro soprannomi, e allora capisci che l’intento di farti familiarizzare con quelli che lui riterrà "la sua famiglia allargata", è riuscito. A quel punto sei catturato, ammaliato, coinvolto, risucchiato in questo vortice, e come mai ti saresti aspettato, ti abitui talmente a loro che quando arrivi alla fine, ti lascia un senso di nostalgia e malinconia, come solo i libri più belli sanno fare!
Complimenti ancora e per la seconda volta J.R.!!!
Il Bar delle Grandi Speranze è un libro che si ricorda per sempre. La biografia dell’autore è narrata in modo unico, estremamente dettagliata e arricchita dalle paure, reali o irrazionali, dai dolori, dalle gioie che prova e che sono tipiche della vita di tutti i giorni, ma che allo stesso tempo sono rese estremamente personali grazie ai metodi con cui l’autore resiste alle proprie sofferenze. Esempi estremamente chiari di ciò sono la rassegnazione all’abbandono del padre, avvenuta solo dopo tentativi continui e ossessivi di non dimenticare la figura paterna, o la completa dedica allo studio durante i periodi di sofferenza per l’innamoramento, che, nella maggior parte delle persone, non consente di pensare ad altro. Ma è in questi momenti che più si capisce quanto l’autore sia forte: egli, in qualsiasi situazione si ritrovi, anche la peggiore, sa che il Publicans rimane sempre lo stesso, un istante di tempo sempre fermo che diventa una certezza assoluta, isolata dalla crudeltà del mondo circostante.
Con questo libro, Moheringer ha mostrato tutte le proprie qualità in modo sublime. Qualità che, purtroppo, appartengono a poche persone nel mondo di oggi.
Genere: autobiografia romanzata
Ambiente: Manhasset, Long Island, New York.
Epoca: 1970-2001.
Trama: II protagonista JR cresce catturato da una VOCE, quella di suo padre, disc-jockey di New York, mai conosciuto. A otto anni, quando la voce scompare, JR si rifugia in un bar accogliente, il "Dickens" dove, in un turbinio di nuove VOCI, scopre un mondo di una umanità eterogenea: poliziotti, poeti, allibratori, soldati, attori, pugili, operai, prostitute, facchini, docenti universitari, tutti frequentatori del bar dove si sbronzano per scordare i guai e raccontare le storie delle loro vite. Personaggi principali: zio Charlie, eclettico, emulo di Bogart McGraw, il cugino, Steve, ricco e misterioso, Dalton, il poeta, Colt, simile a orso Yogi, Bill e Bud, i librai, Cager, il sarcastico, Bob, il poliziotto, Louie, il greco, Puzzolo, il cuoco, Joey D, attaccabrighe dal cuore tenero, e le donne Sheryl, Sidney e la splendida Michelle.
Tematiche: turbolento ma splendido amore tra madre e figlio. Formazione e lotta di un ragazzo per diventare uomo. Filo conduttore è il bar: palestra di vita, passatempo e rifugio prima, infine prigione dalla quale JR deve evadere per emanciparsi e affrontare la vita.
Frasi:
Conclusione: uno splendido romanzo da consigliare a ragazzi dai 14 ai 20 anni.