Il barile magico di Bernard Malamud

Il barile magico (minimum fax, 2011) è una raccolta di racconti su piccoli e grandi drammi quotidiani, sulla vita di gente comune, che fatica a realizzare i propri sogni in un contesto di povertà e miseria post-bellico.

Malamud parte da un fatto, da una storia, ci costruisce sopra un racconto ed è davvero molto bravo a farlo. Lo si vede in questa raccolta di racconti dove non fa altro che raccontare storie appunto, per lo più comuni, ma che coinvolgono e invogliano a essere lette.

Vi troviamo così

• un ciabattino che auspica per la figlia il meglio possibile;
• un giovane scrittore che non riesce a farsi apprezzare;
• un credente che si vede crollare il mondo in poco tempo e che rischia di perdere anche la fede;
• uno storico alla ricerca di un bell’appartamento a Roma;
• negozianti che vendono a credito, prestano denaro;
• uno studioso “perseguitato” da un povero o un futuro rabbino da un sensale di matrimoni.

Gente comune che ha sogni e aspirazioni, anche forti, che puntano al meglio o, quando le cose hanno già preso una brutta piega, quantomeno a una certa dignità, ma che faticano a rendere concreta questa loro aspirazione e non riescono a realizzare quello che sarebbe anche lecito auspicare. Desideri, quasi come le tante cartelle del barile magico del sensale di matrimoni (ultimo racconto della raccolta), ma che finiscono spesso a bruciare nel barile della spazzatura come il racconto dello scrittore incompreso. Nonostante questo i protagonisti sono lì che continuano a sognare qualcosa di meglio, ma è come se restassero invischiati nel pantano della loro vita legati alle loro miserie oltre che a un passato che non possono rimuovere e che, come una prigione, li tiene incatenati.

Tra una New York popolare e un’Italia disincantata, entrambe appena uscite dalla guerra, Malamud è in grado di trattare drammi quotidiani con semplicità e una certa dose di humour. Con maestria riesce a tirare fuori dal suo barile magico tante storie che tengono legato il lettore e lo fanno riflettere. Storie comuni che riguardano gente comune, per lo più proletaria in un contesto di povertà e forse per questo ci catturano. In esse vediamo come la vita effettivamente è, senza finali sensazionali in un senso (il finale che ampiamente ripaga il protagonista di quello che ha patito) o nell’altro (la tragica disillusione di tutte le aspirazioni).

Il barile magico fu premiato nel 1959 con il National Book Award.