Il confine dell’ombra di Gianluca Arrighi

“Il confine dell’ombra” (CentoAutori, 2017) è il nuovo romanzo di Gianluca Arrighi, autore romano già avvocato penalista e cultore di Diritto Penale, considerato uno dei maestri del thriller italiano.

Orco era un assassino spietato, tra i più feroci nella storia italiana dei serial killer. Il criminale era stato ribattezzato in questo modo dall’Unità per l’Analisi del Crimine Violento perché quando compiva la sua missione di morte, indossava sempre una mostruosa maschera con la quale si nascondeva il volto.

“Chi sei?”

aveva domandato Padre Gordiano Martini, parroco della Chiesa romana di Sant’Andrea a quella sagoma che il prete aveva scorto davanti a lui nel suo alloggio, un monolocale proprio accanto alla canonica. L’anziano Padre Martini, costretto a vivere sulla sedia a rotelle a causa di un’artrite deformante, alle sette di sera di quella fredda domenica di gennaio era morto bruciato da “un diluvio di fiamme”. Quinta vittima di un assassino perverso.
I migliori investigatori italiani erano stati convocati da Pietro Tolfa, il più giovane direttore che l’Unità di Analisi del Crimine Violento della Polizia di Stato (UACV) avesse mai avuto, per cercare di scoprire al più presto l’identità di Orco dall’intelligenza superiore, il quale in sette anni di disumana attività non aveva mai lasciato sui luoghi dei delitti prove materiali di alcun genere. Inoltre contrariamente ad altri assassini seriali, Orco non cercava l’attenzione dei media ma si divertiva a comunicare con la polizia inviando messaggi che testimoniavano la sua provocazione alle forze dell’ordine. L’ultimo messaggio del “maniaco assassino” riguardava una persona in particolare che Pietro Tolfa conosceva molto bene: Elia Preziosi. L’ex pubblico ministero per carattere impossibilitato a poter abbandonare ansie e ricordi viveva ormai lontano da Roma e dalla Procura. Ma un uomo di legge resta sempre un uomo di legge...

“Noi riteniamo che soltanto lei potrebbe convincere Preziosi a seguire il caso. Deve tentare, commissario. E riuscirci. Lo consideri un ordine”.

Un ex magistrato, giurista stimato e apprezzato da tutti i suoi colleghi che non si rassegna all’idea che non esiste una spiegazione razionale al male, un poliziotto testardo e coraggioso e un assassino che deve essere fermato ad ogni costo, elementi fondamentali di un thriller ad alta tensione, ben congegnato e strutturato.
Il personaggio letterario di Elia Preziosi era già apparso nel romanzo precedente di Gianluca Arrighi “L’inganno della memoria” (Nord, 2014), rimasto per quasi tre anni ai vertici delle classifiche dei bestseller. Anche in questo volume dedicato “A Giorgia, la mia amica del cuore”, appare palese che all’avvocato/scrittore Arrighi ciò che interessa veramente è scandagliare nei meandri dell’animo umano, in quella metà oscura che è in ciascuno di noi.

“Nonostante tutto era riuscito comprendere il significato di tanta sofferenza. Ma la consapevolezza esigeva un prezzo molto alto e per lui, adesso, il mondo non andava oltre il confine della sua ombra”.