Il padrone delle ferriere
- Autore: Georges Ohnet
- Genere: Classici
- Categoria: Narrativa Straniera
"Il padrone delle ferriere" è un libro letto da ragazzina, edito in una collana per adolescenti, scritto da Georges Ohnet nel 1882 e ora mostra tutta la sua età. È la storia patetica di una contessina, Clara, che, abbandonata dal fidanzato, nobile, ma povero in canna, per dispetto (il giovane si è sposato con un’ereditiera) si fa corteggiare da un ricco industriale, Filippo, pur non amandolo.
La contessina lo sposa, ma il marito, rendendosi conto del disprezzo della consorte, la tratta come una sorella. Clara pian piano comincerà a rendersi conto della nobiltà d’animo del giovane e avverrà in lei un profondo cambiamento.
Dal racconto della trama si può capire la retorica e il sentimentalismo del romanzo, costruito come un romanzo d’appendice con tutti i suoi clichès.
Le due rivali, una bionda (Clara), l’altra bruna (Athenais), caratterialmente sono agli antipodi, perchè Clara è pura e nobile mentre l’altra è avida e interessata, anche se di una bellezza provocante. Gli uomini, Gastone e Filippo, vengono contrapposti anche loro, sia pure in modo più sfumato.
La società è descritta in modo superficiale e anche reazionario. Lo stile per questi personaggi ha un valore assoluto, anche per la bella Clara che disprezza il suo consorte non tanto per la mancanza di denaro, quanto per le sue maniere rozze e la suocera, pur stimando il genero, non lo accetterà mai completamente (questa è una mia supposizione pensando ad un ideale seguito).
Le scene sono melodrammatiche e tendono a effetti patetici di cattivo gusto che rendono ormai il romanzo illeggibile. Lettura da considerare archeologica.
Il padrone delle ferriere
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Sono davvero sorpresa dalla superficialità con cui è stata redatta la recensione di questo romanzo, che è essenzialmente un romanzo d’amore ma che non trascura di illustrare con una certa profondità il difficile periodo storico in cui la borghesia fiorisce e cerca di trovare un suo spazio in una società in cui la nobiltà di sangue la vince ancora sulla nobiltà di spada. Forse questa cosa deriva dal fatto di aver letto una riduzione per ragazzi: in realtá questo è un romanzo di spessore che va però calato nell’epoca in cui è stato scritto. Viene ben rappresentato che sia i nobili che i borghesi possono essere brave o cattive persone, egoiste o generose indipendentemente dai loro natali; e la rappresentazione della società non è reazionaria, se non nella misura della realtà storica dell’epoca, e in questo caso si tratta di rigore storico e non di una rappresentazione distorta della realtà, come pare di intuire. Una tematica talmente importante da guadagnarsi ben sei riduzioni cinematografiche, un adattamento teatrale da parte dello stesso autore rappresentato sia in francia che a Londra e a San Pietroburgo; e un radiodramma RAI. L’autore è chiaramente a favore di un’importanza sempre maggiore della borghesia nella società, e i due innamorati protagonisti è come se rappresentassero simbolicamente nobiltà e borghesia che si affrontano in quel determinato momento storico, vincendo entrambe a loro modo a patto di scendere a determinati compromessi e guadagnandosi sul campo la stima dell’altra parte. In definitiva, un romanzo in cui si fa passare un messaggio progressista racchiuso in una storia d’amore paradigmatica, in cui l’amore riesce a superare ostacoli simili a quelli che chissà quanti uomini e donne del tempo avranno dovuto affrontare.