Il quinto figlio di Doris Lessing

Un mostro. Da amare. Una famiglia numerosa: il sogno di molti, direi di tutti.
Difficoltà economiche a parte, chi non vorrebbe tre, quattro figli? Facciamo cinque, giusto per entrare nell’ottica della storia che ci racconta Doris Lessing ne Il quinto figlio .

Un uomo e una donna si conoscono per caso, si amano, si sposano. Decidono di metter su famiglia e il primo figlio arriva subito, al primo colpo. Perfetto, la gioia regna sovrana sin dall’inizio.
L’amore cresce, i figli aumentano e ora sono quattro. Un bel numero, ma non è il numero perfetto. Si dice che sia il tre, il numero perfetto, ma per loro il cinque è meglio. Quella quinta gravidanza, però, parte immediatamente con qualcosa di strano. Le nausee sono aumentate a dismisura, rispetto alle altre volte e la stanchezza è insopportabile. Certo, può capitare, magari sarà una gravidanza un tantino più complicata da portare al termine, nulla di più. Eppure…

Il bimbo nasce e, sin dall’inizio, si pensa a un macabro scherzo di Madre Natura.
Il bimbo è grosso, quasi deforme. Sembra un elfo, una di quelle creature usate per spaventare i bambini. E invece il bambino è lui. Gli anni passano e il bimbo fatica a comunicare. Eppure è geniale, a modo suo. Riesce a sgusciare dal suo box e a creare situazioni al limite del grottesco, situazioni pericolose.
Tutti vorrebbero allontanarlo, soltanto la madre è convinta di riuscire ad amarlo.
Quando però mette in serio pericolo la vita dei fratellini, ecco la decisione: mandarlo in un istituto. Istituto per modo di dire, perché chi decide di mandar là i propri figli ha una sola certezza: non tornerà a prenderli…
Tutto è finito, senza drammi, però una madre resta sempre una madre. Una madre che decide di andare a vedere come sta il quinto figlio e quando vede come l’hanno ridotto, decide che deve riportarlo a casa. Penserà lei a educarlo e a fare in modo che non succeda niente agli altri. Perché una madre ama suo figlio. Nonostante tutto.

Doris Lessing ci parla schiettamente, ci racconta una storia senza usare filtri, sbattendocela sul muso. Con amore.
Una vicenda drammatica che forse non finirà nel modo che ci auguravamo, una vicenda che insegna molto. Che insegna tutto. Per amare il diverso occorre coraggio, ma è la cosa giusta da fare.