Il regno del Sud: storie, personaggi, curiosità degli ultimi anni della monarchia
- Autore: Riccardo Rossotto
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2019
Cinquantasette "unti del re", i passeggeri che scavalcando la calca dei dignitari fuggiti da Roma erano riusciti a unirsi nel porto di Ortona al re Vittorio Emanuele, alla famiglia reale e al maresciallo Badoglio, nel trasferimento via mare dalla costa abruzzese a Brindisi, il 10 settembre 1943. I mesi determinanti per la Corona e il Governo regio, che seguirono l’armistizio con gli Alleati dell’8 settembre, sono ricostruiti da Riccardo Rossotto nel saggio Il regno del Sud. Storie, personaggi, curiosità degli ultimi anni della monarchia, pubblicato nel 2019 dalle Edizioni Mattioli 1885, nella collana Archivio storia (191 pagine).
Avvocato con un passato di giornalista, saggista studioso di storia contemporanea, Rossotto collabora con la rivista "Storia Militare" e ha pubblicato testi sulla guerra civile americana, sulla disfatta di Caporetto e sull’estate del 1943. Questa volta la sua attenzione — e quella dei lettori — si rivolge ai mesi che vanno dalla fuga dei vertici dello Stato in Puglia alla svolta di Salerno e oltre, con l’ingresso sulla scena politica italiana del numero uno del PCI, Palmiro Togliatti.
Quelle del 1943-1944 sono vicende oscurate dall’interesse per l’andamento del conflitto nella penisola e dalla Resistenza nel Centro Nord del Paese contro gli occupanti tedeschi e la Repubblica di Salò. L’autore guarda invece agli eventi nel Meridione, dallo sbarco in Puglia dei fuggiaschi di Ortona alla fine della guerra, nell’aprile 1945, mettendo a fuoco la storia del Regno del Sud, la luogotenenza di Umberto di Savoia e l’attività dei governi civili dopo quello di Badoglio.
Per Rossotto, sono varie le ragioni di questa "distrazione" della storiografia ufficiale, oltre all’oggettivo minor fascino di un Regno che viveva più di forma che di sostanza, condizionato dagli angloamericani, i veri padroni del territorio italiano liberato. Tuttavia, nel Regno del Sud si posero le basi per la ricostruzione dopo il ventennio fascista.
Da qui il rilievo della cronaca di quei giorni, con le testimonianze dei protagonisti principali, le decisioni spesso contraddittorie e conflittuali di un periodo che permise al nostro Paese di uscire dalla guerra, di avviare nuove relazioni con gli Alleati e di formare la rinnovata classe politica che ci ha consentito di attraversare senza tragedie rovinose fasi divisive, come il Referendum Monarchia-Repubblica del 1946 ed ha scritto la bella Costituzione del 1948. Un’approfondita e inedita ricostruzione anche della svolta di Salerno.
Tutto questo si apre con un episodio tipicamente all’italiana, a Brindisi, nell’impreparazione totale della base navale ad accogliere i regi profughi e della città a diventare la nuova capitale. Rossotto descrive molto efficacemente il disorientamento dell’ammiraglio Franco Rubartelli, al comando del presidio della Regia Marina nel porto militare pugliese, che si trovò ad accogliere, alle 17 di giovedì 10 settembre, i cinquantasette trasportati dalla corvetta Baionetta.
Si può aggiungere che non avrebbero nemmeno trovato il presidio stesso, se il giorno precedente alcuni giovani ufficiali non avessero trattenuto i marinai, che stavano abbandonando postazioni e caserme per tornare a casa. Si stava generando un clima da “tutti a casa”: è stato proclamatrice l’armistizio “la guerra è finita”, ma i subalterni avevano trovato le parole per motivarli (“solo uniti restiamo una forza”, “rispettiamo il giuramento, onoriamo il sacrificio dei nostri caduti in mare”…).
Nessuno aveva preavvertito lo Stato Maggiore brindisino, sorpreso di trovarsi davanti il re, la regina, il capo del governo e altissimi ufficiali e dignitari. Era stato mantenuto un assoluto silenzio radio per tutelare il lungo trasferimento della colonna di auto a Pescara-Ortona, con sosta nel castello di Crecchio della duchessa di Bovino. Più volte erano stati fermati lungo la via Tiburtina da posti di blocco germanici, superati sorprendentemente senza il minimo impaccio.
Mentre nella base si cercava di improvvisare un’accoglienza adeguata, ad attendere i fuggiaschi c’era il messaggio, a doppia firma di Churchill e Roosevelt, che salutava i rappresentanti dell’Italia libera, ricordando tanto al re quanto al primo ministro le responsabilità del nuovo ruolo istituzionale. Badoglio rispose che:
“Il popolo italiano, stretto intorno al suo Re, non mancherà di fare virilmente tutto il suo dovere. La fede non ci manca e marceremo con voi, amici americani e britannici”.
Amici... fino a due giorni prima erano “il nemico”.
I due testi scambiati rappresentano i primi atti ufficiali del Regno del Sud, il piccolo lembo di territorio italiano, non occupato dagli eserciti alleati o germanici, dal quale bisognava ripartire per liberare il Paese.
Un’ultima curiosità: del Governo figuravano tra i fuggitivi a Brindisi il premier Badoglio e pochi altri, avvisati all’ultimo momento della partenza notturna da Roma. C’erano i ministri militari De Courten (Marina) e Sandalli (Aeronautica), non quello della Guerra, Sorice, né il responsabile del dicastero delle Corporazioni, Piccardi.
Solo tre componenti. Pochi per pensare alla ripresa dell’attività dell’esecutivo. Troppi, secondo qualcuno, vista la ridotta dimensione del nuovo territorio nazionale.
Il territorio italiano regio? Appena quattro province: Brindisi, Lecce, Bari, Taranto, non ancora occupate dagli anglo-americani e già abbandonate dai tedeschi in fuga. Due milioni di abitanti avviliti dall’incertezza sul futuro e dalla mancanza di tutto.
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