Il riflettore
- Autore: Henry James
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Elliot
- Anno di pubblicazione: 2022
Elliot nella sua collana “Raggi” pubblica la prima traduzione italiana della versione definitiva del 1908 del romanzo Il riflettore (2022, titolo originale The Reverberator, traduzione e cura di Massimo Ferraris) di Henry James (New York, 15 aprile 1843 - Londra, 28 febbraio 1916). Il romanzo redatto dallo scrittore e critico letterario statunitense naturalizzato inglese nel 1891 era uscito nel 1888 prima a puntate sul “Macmillan’s Magazine” e pochi mesi dopo in volume.
Henry James nacque da una ricca famiglia di intellettuali. Il padre, Henry James Sr., era un grande teologo e filosofo con l’interesse per la letteratura e la sua vivacità intellettuale si rifletteva sull’atmosfera familiare. In gioventù, James aveva compiuto frequenti viaggi con la famiglia tra l’Europa e l’America, esperienza fondamentale per la sua futura opera letteraria.
Figura chiave del realismo letterario del XIX secolo, fratello del filosofo William, Henry James, in questo romanzo ispirato a una storia vera che coinvolse una nota giornalista newyorkese, si diverte con ironia e sagacia a puntare il dito sugli scandali giornalistici, che avevano scosso l’alta società della sua epoca. In questo modo si dimostra un abile critico dei mass-media straordinariamente in anticipo sui tempi.
Quindi il nome “Il riflettore”, “The Reverberator”, il giornale mondano al centro della trama, personificato dal giornalista George Flack, redattore ambizioso e privo di scrupoli, si riferisce non solo alla luce riflessa sui misteri e i segreti più nascosti della “buona società”, ma anche al rimbombo, all’eco che tali rivelazioni producono. Inoltre il romanzo è anche l’occasione dell’autore per sottolineare, con sottile perfidia, ancora una volta, la differenza tra la cultura americana e quella europea. Ecco quindi la famiglia Dosson, composta dal patriarca, tanto ricco quanto mite, sua figlia Delia, determinata a far compiere alla bellissima, ingenua e inesperta sorellina Francie, quel salto sociale rappresentato da un ottimo matrimonio.
Ma il denaro dei “bucanieri” (così Edith Wharton, amica di una vita di Henry James, nel suo romanzo rimasto incompiuto, aveva definito quegli statunitensi, che, forti delle loro ricchezze, andavano all’assalto del Vecchio Mondo per accaparrarsi opere d’arte e parentele nobili come i pirati all’arrembaggio) non riesce a eliminare i tanti errori grammaticali che escono dalle belle labbra della fanciulla. E poi ci sono i Probert una famiglia americana trapiantata e radicata in Francia, convinti europeisti “ante litteram”. Il rampollo dei Probert si innamora di Francie, in tal modo diviso tra i valori del Vecchio e del Nuovo Mondo.
Da un lato quindi antichi codici di comportamento sociale e dall’altro il pragmatismo americano, guardato con sospetto, ma che, in alcuni frangenti, si può rivelare utilissimo. Interessante in tal senso la figura del personaggio del pittore impressionista americano in ascesa Charles Waterlow, che vive e lavora a Parigi, mettendo insieme “in modo strano molte delle forme della scuola parigina con le idee morali e sociali di Brooklyn, Long Island, dove erano stati gettati i semi del suo rigore”.
Il riflettore
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